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Le attività del GAD sono momentaneamente sospese | |||
STORIA | IL MAURIZIANO | ATTIVITA' | SEDE |
1° Workshop sull'Audiovisivo digitale 2006 | 2° Workshop sull'Audiovisivo digitale 2008 |
STORIA Nasce
come movimento spontaneo intorno al 1964: un gruppo di amici si
ritrova nel negozio fotografico GAF, allora situato in Via Secchi. Sono
proprio le diapositive, novità del momento, acquistate a buon prezzo da
Giuseppe, a consolidare e a dare forza e interessi al gruppo. Giuseppe
Codeluppi non è solo un fotografo e un rivenditore ma anche e soprattutto
un fotoamatore. Diventa così l’elemento di coesione, il punto di
riferimento delle idee, dei progetti e delle iniziative.
Vittorio
Rosati, il maestro Gianni Borgognoni, Vasco Ascolini, Gianni Ravera,
Alberto Azzali, Amos Valeriani, Raffaele Fabbi, Luciano Bernaroli, il
maestro Motti, Francesco Bianchi. Alcuni se ne sono andati.
Si
improvvisano delle giurie che, attribuendo un punteggio, selezionano il
materiale fotografico da utilizzare per allestire proiezioni. Il maestro
Borgognoni, pittore ed esperto di musica, cura la regia musicale. I primi
lavori, presentati nel Ridotto del Teatro Municipale, nella Sala del Museo
Civico, nel teatrino di Albinea, presso il cinema del quartiere Regina
Pacis, suscitano grande interesse e altri appassionati si uniscono al
gruppo.
E’
negli anni settanta che il GAD acquisisce una particolare fisionomia e una
originalità, perfettamente delineata dall’amico Silvano Bicocchi: Una occasione di “. . . confronto aperto con gli altri fotografi, proveniente da diversi circoli della città e della provincia . . . il punto di riferimento nel quale verificare le nuove opere e trarre una forte motivazione nel fare e far sempre meglio perchè il livello del confronto è alto.” E ancora: “ Il GAD sviluppava e ancor oggi promuove una qualificata attività collettiva di visione e critica dell’opera audiovisiva caratterizzata dalla lettura e dall’analisi, guidata dal compianto Francesco Bianchi, un uomo carismatico, sensibile e colto. L’ambiente umano era quello vivace, creativo, spiritoso, ironico e schietto della cultura popolare reggiana. Si vedevano gli audiovisivi e nella successiva discussione ci si addentrava profondamente nella struttura del linguaggio e nella comprensione dei significati che l’opera promuoveva con l’intreccio espressivo di immagini, musica e testi parlati. Oppure la platea si liberava in giudizi senza inibizioni nella critica di “ Poche da discutere ”. Erano poche immagini di autore sconosciuto che venivano assoggettate alle più feroci critiche. Il fatto di non conoscere l’autore lasciava l’immagine sola con le proprie qualità espressive; un esercizio originale che consentiva una critica estrema non possibile se si fosse conosciuto l’autore, per la naturale influenza positiva o negativa che questo avrebbe indotto nella platea. Poteva capitare che un autore stimato trovasse una critica negativa e uno sottovalutato godesse di un momento gratificante”.
Ancora
oggi nel GAD, Gruppo Amatori Diapositive, non vi è uno statuto o una gerarchia, con presidenza,
segreteria come in altri Circoli. L’organizzazione delle serate è
affidata ad un gruppetto di soci che ha più voglia o più tempo degli
altri. La rilevante criticità che si manifesta nella discussione tra
il pubblico, a cui l’autore tradizionalmente assiste senza intervenire,
visto che le immagini devono parlare da sole,
richiede una attenta moderazione che via via è stata affidata a
Mimmo Carbone, Sandro Pezzi, Amilcare Cenci, Gianni Catellani, Gianni
Rossi.
Dalla
sede in Via Sessi, presso le Poste, alla saletta in Viale Amendola e ora
nella prestigiosa Villa del Mauriziano, ospite del Circolo degli Artisti,
ha sempre mantenuto caratteristiche molto originali, i cui principi e
contenuti non hanno riscontro. Nei Circoli Fotografici tradizionali
infatti le serate propongono attività estremamente varie: si spazia
dall’allestimento di mostre alla organizzazione di concorsi, dalla
valutazione di immagini ai dibattiti culturali.
Il GAD ha come sostanziali attività la visione e la valutazione
critica di diaporama
Vi
affluiscono soci di molti circoli della provincia di Reggio, di Parma e di
Modena che si confrontano sul terreno del diaporama e forniscono il loro
contributo critico, portando a casa idee e suggerimenti per il loro
circolo. Il Gruppo ha contribuito a creare una scuola emiliana del
diaporama, con alcune figure, Ivano Bolondi in primis, che hanno
svolto un ruolo magistrale e didattico.
Il
pubblico del GAD ha acquisito negli anni una autorevolezza critica in
quanto composto da soci che sono nello stesso tempo autori di diaporama
riconosciuti a livello nazionale e internazionale e che da anni si
spostano in regione e fuori regione per proiettare o assistere a rassegne
di proiezioni. E tra coloro che non proiettano vi sono vincitori di
concorsi fotografici, in testa alle classifiche FIAF e ANAF, autori di
mostre o di pubblicazioni fotografiche.
Chi
proietta al GAD sa che il suo lavoro verrà esaminato con attenzione, con
professionalità, con grande serietà. Da questa analisi potrà ricavare
indicazioni utili per la sua maturazione fotografica. Naturalmente, se
accetta l’invito, deve essere disponibile ad una valutazione anche
severa.
Da
ultimo, il GAD è un
importante occasione di amicizia e offre la possibilità di conoscere ed
apprezzare persone ricche di contenuti umani, con le quali instaurare
rapporti di profonda stima e di affetto. |
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LA VILLA DELL’ARIOSTO
La Villa del
Mauriziano, si trova in località San Maurizio, direzione Modena. Fu della
famiglia Malaguzzi, cui apparteneva la madre di Ludovico Ariosto, Daria
Malaguzzi Valeri. Il poeta vi soggiornò nei primi anni della sua vita e a
più riprese nel corso della giovinezza (celebri sono i versi dedicati al
ricordo del Mauriziano nella IV satira).
Si accede al
complesso monumentale dalla Via Emilia attraverso il cinquecentesco arco
trionfale in cotto ad unico fornice, eretto da Orazio Malaguzzi, morto nel
1583, a cui si attribuiscono il restauro e l’arricchimento dell’intero
complesso.
Un viale di
oltre 250 metri, fiancheggiato da pioppi, conduce al Palazzo. Nonostante
le significative ristrutturazioni del Sei-Settecento, mantiene
l’impianto volumetrico cinquecentesco che lo collega alla cultura della
villa rinascimentale.
A levante un
piano rialzato conserva ancora tre ambienti voltati a vela con capitelli
pensili. La decorazione pittorica di questi ambienti, databile dopo il
1567, risente dell’influenza di Nicolò dell’Abate.
La stanza
denominata Camerino dell’Ariosto, studio del poeta secondo la
tradizione, ha un camino recante lo stemma di Malaguzzi e la data 1432. I
dipinti ad affresco del salone centrale e della sala grande di sinistra
sono riferiti alle ristrutturazioni effettuate da Prospero Malaguzzi dopo
il 1742 e raffigurano fatti salienti della famiglia.
Il Palazzo
rimane di proprietà della famiglia Malaguzzi fino al 1863, quando viene
acquistato dal Municipio di Reggio Emilia.
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IL PALAZZO VECCHIO DEL MAURIZIANO |
IL CIRCOLO DEGLI ARTISTI |
Adiacente alla Villa del
Mauriziano sorge il cosiddetto Palazzo Vecchio, oggetto di un recente
restauro. Le opere realizzate hanno operato una sostanziale scelta
conservativa con il recupero delle decorazioni murarie che sono state
restaurate. Sono stati individuati spazi
destinati alla attività culturale: biblioteca, sala insegnanti, atelier
di scultura, sala grafica, laboratorio stampa, laboratorio fotografico,
sala espositiva.
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Il Circolo degli Artisti si
costituisce a Reggio Emilia nel 1993 per volontà di un piccolo gruppo di
appassionati dell’arte. Già dal 1994 è in grado di promuovere ben nove
corsi a cui partecipano 350 allievi. Nel 2004, grazie alla sua
cresciuta importanza, ampiamente consolidata nel panorama
dell’associazionismo reggiano, il Circolo degli Artisti ha potuto
fissare la propria sede presso il restaurato Palazzo Vecchio del
Mauriziano.
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Tutto ciò si è reso possibile in virtù di un patto di collaborazione fra l’Amministrazione Comunale e il Circolo, finalizzata ad un doppio obiettivo: promuovere le attività culturali presso un luogo denso di memorie storiche qual è la Villa del Mauriziano e partecipare con forte serietà di intenti, alla crescita della cultura e della tradizione popolare. | |
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