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BIOGRAFIA FOTOGRAFICA

“Giovane” pensionato lecchese che ha ripreso solo recentemente a fotografare, dopo 25 anni di sofferto distacco.

Passato senza rimpianti al digitale, continua la sua personale ricerca fotografica affrontando temi diversi, ma con un approccio di superamento della semplice riproduzione del reale.

La fotografia per lui non è solo un documento, ma è soprattutto un linguaggio che adatta a quello che vuole esprimere. Per questa ragione spesso usa tecniche di ripresa meno “tradizionali”, ovvero con sfocati, mossi, messa a fuoco selettiva, dominanti di colore che creino una particolare atmosfera, ecc.

A volte non gli basta cercare di trasferire la sua idea con una serie di stampe fotografiche e quindi, ben volentieri, si lascia trascinare dalla coinvolgente lotta di mettere insieme immagini, musica e parole, nella speranza di provocare qualche emozione a chi vede l’audiovisivo.

Viene illustrata una storia liberamente tratta dal romanzo “Il gabbiano Jonathan Livingston” di Richard Bach. John è un gabbiano che, con una facilmente comprensibile metafora, può essere ciascuno di noi.

La sua ricerca di libertà ed amore per la vita viene fraintesa e scambiata per ribellione verso la società. Viene quindi condannato dai tanti che, schiavi dell’abitudine e prigionieri del quieto vivere, non possono sopportare chi vuole andare oltre la routine della sopravvivenza e cerca con fermezza di dare uno scopo più alto all’esistenza.

Da una poesia di Jacques Prévert.

I giovani innamorati, tutti presi nel loro amore, non si accorgono di quello che accade intorno a loro e si scambiano effusioni incuranti della gente.  Sembrano vivere in un altro mondo, tutto loro.

Viene illustrata l’omonima canzone di Fabrizio De André, su un nostalgico testo di Antoine Pol, che vuole trasmetterci il senso di ineluttabilità dello scorrere della vita.

Momenti di possibile felicità ci sono passati davanti senza che noi li potessimo cogliere, proprio come le passanti che come visioni evanescenti si sono proposte al nostro sguardo estasiato, restando però inafferrabili e sfuggenti. Ci hanno fatto sognare, ma poi ci hanno lasciato con i nostri amari rimpianti.

Illustration de la chanson de Georges Brassens sur un  mélancolique poème de Antoine Pol.

« ...on pleure les lèvres absentes/ de toutes ces belles passantes/ que l’on n’a pas su retenir.»

AUDIOVISIVI IN FORMATO DIGITALE NON SCARICABILI

I riflessi sull’acqua trasformano le forme e i colori della realtà, creando immagini a volte oniriche che fanno sognare un mondo di pace e tranquillità; a volte immagini cupe, deformate e contorte che suscitano inquietitudine ed angoscia; a volte invece la scomposizione delle figure riflesse genera immagini surreali che ci portano in un mondo magico e fantastico.

Inverno….. la natura sembra fermarsi ed il gelo la accoglie in una morsa di ghiaccio, bloccandola in tutta la sua bellezza di colori, forme e grafismi.

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