Avevo letto, su Plein Air di settembre, notizie di
questa misteriosa comunità che, alle porte di Torino, ha scavato un
meraviglioso TEMPIO SOTTERRANEO.
Mi sono ricordato poi di un affascinante articolo, apparso anni fa sulla
rivista New Age, che descriveva lo spirito e gli ideali di uno strano
gruppo spirituale, legato al misticismo e vicino alla natura. E’ bastata
una capatina nel sito Internet (www.damanhur.it)
a convincermi a puntare il camper verso il Piemonte.
Venerdì
12 ottobre:
Siamo partiti alle 18:00 circa. Mi ero ripromesso di superare Milano per
avvicinarmi il più possibile a Ivrea. Cenato in un grill, sulla
Milano-Torino, siamo poi usciti in località BIANDRATE,
presso Novara. Ci siamo sistemati
in un tranquillo parcheggio, in una piazza lontana dal traffico.
Sabato
13 ottobre:
Dopo pochi chilometri siamo usciti a Ivrea e, seguendo le precise
indicazioni trovate su Internet, in prossimità di Castellamonte abbiamo
deviato verso destra, imboccando la Val Chiusella. Dopo pochi chilometri,
attraversato BALDISSERO CANAVESE, abbiamo trovato sulla sinistra l’indicazione “FEDERAZIONE
DI DAMANHUR”. All’ufficio informazioni ci hanno dato la ferale
notizia: la visita “breve” al Tempio dell’Uomo richiedeva un salato
biglietto d’ingresso: ben 98 mila a cranio (49 mila i bimbi). La visita
era guidata e richiedeva circa 4 ore. Superato lo sconforto, abbiamo
deciso di prenotare per il pomeriggio, visto che ormai la frittata era
fatta. Abbiamo trascorriamo la mattinata a visitare alcuni modesti
negozietti situati di fianco alla reception: abiti di lino e cotone,
minerali, libri esoterici, prodotti omeopatici. Abbiamo anche fatto
acquisti: alcuni minerali per Elena e un disco per me, pagando il tutto in
CREDITI, la moneta di Damanhur (1 credito = 2000 lire = 1 Euro: ti fregano
i centesimi). Il cambio alla macchinetta. Al piano di sotto una mostra
esponeva grandi fotografie delle sale del tempio, un plastico del tempio
ed una collezione di oggetti di artigianato costruiti dai Damanhuriani.
Dovendo attendere il pomeriggio, ci siamo spostati con il camper a CASTELLAMONTE,
alla ricerca di un Bancomat per affrontare le spese impreviste. Il paese
è decisamente modesto. Siamo rimasti sorpresi da una chiesa relativamente
recente il cui piazzale, circondato da mura a ferro di cavallo, avrebbe
dovuto competere per dimensioni con Piazza S. Pietro ! ! ! Questi hanno scambiato il centimetro per il metro. Abbiamo
pranzato in un agriturismo damanhuriano, denominato IL TIGLIO DI PAN, situato sulle colline. Si raggiunge mediante una
strada asfaltata larga poco più di un sentiero. Meno male che non c’era
traffico. Il cortile dell’agriturismo è apparso il regno del disordine:
sedie, tavolini e oggetti agricoli un po’ dappertutto. Sulla destra le
serre per i prodotti “naturali” e in fondo un recinto con galline e
faraone, controllato da un grosso cane abbaiante che, come ci ha detto
FAUNO, il proprietario, di notte tiene lontane le volpi. Abbiamo pranzato
ottimamente e abbondantemente, spendendo 35 mila (Elena solo 15 mila, pur
avendo fatto, come al solito, la sua parte). Alle 15 puntualmente eravamo
pronti per la visita. Ci ha accompagnato GHEPARDO (a proposito, i
Damanhuriani si chiamano con nomi di animali e vegetali) che ci ha
racconta le origini della comunità, la storia del suo fondatore, Oberto
Airaudi e la intensa spiritualità che vivono gli abitanti della
Federazione. L’itinerario ha permesso di raggiungere alcune costruzioni
simboliche: la FONTANA rivestita di misteriosi ideogrammi colorati, il
TEMPIO APERTO preceduto da un lungo colonnato di terracotta. Qua e là
numerose statue di stile neoclassico, strani mascheroni, piccoli altari.
Un cancello delimita il BOSCHETTO DELLA COSCIENZA, a cui non si può
accedere per non turbare la quiete della natura di questo luogo. Qui sono
stati effettuati esperimenti di registrazione dei suoni e dei canti
prodotti dagli alberi (lo sapevate che le piante cantano ?). Più su
abbiamo visitato la parte residenziale: le abitazioni sono rivestite di
grandi murales raffiguranti
fiori e insetti giganti. Alcune sono adibite a laboratori di mosaico o di
vetreria stile Tiffany. Abbiamo visto da lontano la scuola ma non vi è
stato il tempo per visitarla. Terminata questa parte, abbiamo incontrato
la nostra nuova guida, VIPERA che ci ha caricato in auto e ci ha
accompagnato (rischiando ben due incidenti) alla visita del TEMPIO
DELL’UOMO, a circa 5 chilometri. L’esterno, in mezzo al bosco, non
prometteva niente di buono. L’ingresso, situato di fianco ad una
insignificante abitazione, si presenta come un cantiere edile
particolarmente disordinato. L’interno invece era tutt’altro. Dopo un
lungo cunicolo, siamo scesi, con un moderno ascensore, al livello più
basso e siamo entrati nella prima sala. Siamo rimasti stupefatti. Pareti
con enormi affreschi raffiguranti uomini in diverse epoche storiche,
animali, piante, facevano contorno ad un pavimento
a mosaico, in parte non terminato. Intorno si alternavano vetrate
colorate che una sapiente illuminazione faceva risaltare. Stretti
corridoi, piccole scale a chiocciola, passaggi segreti con pareti che si
spostavano con telecomandi o con la sola spinta della mano permettevano di
raggiungere le numerose sale situate su diversi livelli. Ogni sala una
sorpresa. VIPERA, accompagnata dalla amica FAVA AVENA, pazientemente, ci
ha spiegato il significato dei simboli e degli affreschi delle pareti: un
viaggio in un mondo misterioso ed esoterico, con riferimenti a civiltà
del passato, in particolare alla Civiltà Egizia, agli insediamenti Celti
e alla mitica Atlantide. Il TEMPIO DELL’UOMO è un articolato complesso
di ambienti ipogei che esprimono la visone esoterica secondo Damanhur. La
Terra, cui è intitolata la sala principale, sarebbe infatti attraversata
da correnti di energie dette LINEE SINCRONICHE in comunione con
l’universo. Nel cuore della terra, proprio a Damanhur, si intersecano
quattro linee (analogo incrocio sulla terra si ha solo in Tibet) e questo
spiega la grande carica di energia di cui è dotato il Tempio. Questa
energia può essere convogliata mediante STRUMENTI SELFICI. Trattasi di
metalli - oro, rame - a forma di bracciali, collane o di strani
agglomerati di fili e tubi, dalla forma bizzarra, che avvolgono ampolle di
vetro contenenti LIQUIDI ALCHEMICI, preparati dai Damanhuriani in
opportuni laboratori. Questi strumenti, concentratori di energia, sono in
grado di conferire, a chi li utilizza, straordinarie capacità, come
curare malattie, riportare equilibrio psichico e addirittura effettuare
viaggi nel tempo. Abbiamo visitato la SALA DELLA TERRA, la SALA
DELL’ACQUA, la SALA DEI METALLI, il TEMPIO AZZURRO con un piccolo trono
ed una sfera di cristallo azzurra, per la meditazione. Dalla SALA DELLE
SFERE è possibile mandare messaggi di armonia agli altri popoli (stanno
inviando continui messaggi in Afghanistan). La SALA DELLA CABINA, dotata
di 16 barre selfiche, è a disposizione dei TEMPONAUTI per i loro viaggi
nel tempo. Accanto a questa, un saletta per ESPERIMENTI SULLA SALUTE.
Quest’ultima è costituita da un letto scorrevole di metallo sormontato
da un intrico di fili, sfere e tubi minacciosamente puntati verso
l’incauto malato di turno. Vipera ci ha spiegato che questo strumento
permette di eseguire esperimenti sulle cellule tumorali, per modificarne
le proprietà nocive. Mi ha ricordato una sala delle torture o il
laboratorio di Frankestein. Notevole la SALA DEGLI SPECCHI, ricoperta da
una cupola Tiffany e arredata da alcuni altari. In questa sala Vipera ha
suonato il GONG, creando in pochi minuti un effetto di risonanza che ha
amplificato il suono modificandone il timbro fino a fargli raggiungere
tonalità simili alla voce umana. Veramente straordinario. In via di
costruzione il LABIRINTO, ove sono raccolte immagini simboliche delle
religioni della terra in vetro Tiffany. Siamo usciti dal tempio
all’imbrunire, ancora frastornati da questo fantastico mondo
sotterraneo. Dopo aver firmato il registro delle visite, siamo ritornati a
DAMJL, la capitale, ove ci hanno consegnato le tessere di socio.
Approfittando delle ultime luci, abbiamo raggiunto alcuni percorsi mistici
situati in un prato poco lontano: spirali e labirinti, segnati sul prato
da sassi colorati, permettono di curare la cattiva digestione, l’ansia,
il mal di testa e l’insonnia. Abbiamo fatto percorrere più volte ad
Elena il labirinto dell’insonnia. Lasciata alle spalle questo
straordinario villaggio, abbiamo diretto il camper verso Torino, dopo una
sosta in autostrada per la cena. Abbiamo trovato un’ottima collocazione
in un piccolo paese, BORGARETTO,
raggiungibile dal viale di accesso al palazzo di STUPINIGI (penultimo
semaforo a destra, poi ancora a destra – Via Don Minzoni). Notte
tranquilla.
Domenica
14 ottobre:
Abbiamo occupato la mattinata alla visita della PALAZZINA DI CACCIA DI STUPINIGI. E’ possibile parcheggiare il
camper poco prima dell’ingresso e raggiungere la biglietteria a piedi.
Il vasto palazzo, costruito nel settecento dai Savoia, era nato con la
funzione di accogliere la corte in occasione delle battute di caccia al
cervo. Le numerose sale sono tutt’ora riccamente arredate. Abbiamo
visitato gli appartamenti dei due figli di Carlo Emanuele III di Savoia e
ammirato il mobilio, gli arazzi e le gallerie di quadri raffiguranti per
lo più scene di caccia. Molto simpatica una collezione di ritratti di
bambini delle famiglie reali: i maschietti vestiti da femmina erano
veramente ridicoli. La visita, molto interessante ma di contenuti
decisamente più tradizionali rispetto a Damanhur, ha richiesto un paio
d’ore. Ci siamo poi immessi in autostrada e, dopo pranzo siamo
rientrati.
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