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     CALABRIA - EOLIE in tenda

Luglio 1999 

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Dopo aver disastrato il camper in un tragico tamponamento abbiamo ripiegato per una vacanza con la vecchia Dedra, con il motore rigenerato, in tenda a igloo, scegliendo, come meta, la Calabria, regione attraversata molte volte ma mai visitata. Siamo partiti un lunedì, con la raccomandazione del meccanico di alternare brevi tratti di autostrada (150-200 chilometri) a soste nei grill, per far riposare il motore. Altra raccomandazione era di mantenere una velocità moderata (110-120 Km/h) e in effetti questo sistema aveva ridotto a tal punto i consumi da non riuscire più a capire se c’era ancora gasolio nel serbatoio, complice una lancetta difettosa. Angosciati dal dubbio di rimanere a secco, dopo circa 500 chilometri, con la lancetta che segnava ancora metà serbatoio, siamo usciti dalla autostrada nei pressi di Canosa per trovare un distributore e, fatto il pieno, siamo incappati nel più strategico negozio di mozzarelle di bufala della A1, a 200 metri dal casello. Con la scusa di far riposare il motore ci siamo naturalmente abbuffati e riforniti opportunamente delle preziose leccornie. Essendo un viaggio decisamente lungo, verso sera ci siamo fermati in un campeggio nei pressi di Paestum: era la nostra prima notte in igloo in tre.

Siamo ripartiti il mattino presto, raggiungendo rapidamente la Calabria. Usciti dalla autostrada e raggiunta la costa, dopo una breve sosta per il bagno e per un frugale pranzo a sacco e ci siamo diretti a CAPO VATICANO, al CAMPEGGIO QUATTRO SCOGLI. L’impatto con il campeggio è stato veramente deprimente. I posti più tranquilli e all’ombra erano già occupati da tende e rulottes. Rimaneva posto nel piazzale al centro, con poca ombra, via di passaggio di tutti i campeggiatori. I servizi poi da non credere: pochi gabinetti microscopici con turca, lavatoi in cemento, muri scrostati. Maria Rosa voleva girare la Dedra e andarsene alla ricerca di una sistemazione più decente ma io ero troppo stanco per cui abbiamo deciso di rimanere in prova per qualche giorno. In effetti è stata una buona scelta perché la vista della spiaggia ci ha allargato il cuore: avevamo di fronte una splendida insenatura con sabbia bianca e scogli ai bordi, bagnata da un’acqua a dir poco meravigliosa. La spesa era poi abbastanza contenuta, un po’ perché non eravamo in alta stagione, un po’ perché eravamo dotati di un igloo che ha una tariffa bassa. Piazzata la tendina abbiamo timidamente montato l’enorme gazebo, occupando così lo spazio di una grande tenda. La sistemazione sul piazzale sulle prime ci era sembrata un ripiego ma in effetti ci ha dato la possibilità di fare amicizia con altre famiglie simpatiche, anche loro con bambini. Il campeggio era dotato di una animazione abbastanza vivace: durante il giorno Elena frequentava il miniclub e alla sera si scatenava nella baby-dance, dalle 21 alle 21,30. Seguivano poi vari tipi di intrattenimenti per gli ospiti: balli di gruppo, Karaoke, gare di barzellette e veri e propri brevi spettacoli. In effetti il gruppo di animazione si dava parecchi da fare. Una nota di colore era costituita dalla vecchia madre del gestore che assisteva a queste serate semisdraiata su una poltrona al bordo dell’arena.

Obbligatoria una gita a TROPEA distante pochi chilometri di strada tortuosa. Il  paese è arroccato su uno scoglio e ha un centro storico antico, molto interessante. Piccole piazze caratteristiche sono collegate da minuscole vie, costellate di negozi, bar e ristoranti. Prodotto tipico sono le cipolle di Tropea, vendute nei negozi di alimentari che le espongono in grande quantità ai lati della porta di entrata. Da un terrazzo si può ammirare il SANTUARIO DI S. MARIA DELL’ISOLA, situato su uno scoglio isolato, proprio di fronte al paese. 

Un’altra gita molto interessante è stata la visita alla chiesa di PIEDIGROTTA, nei pressi di Pizzo Calabro. All’interno di una grotta scavata nel tufo, si trovano nicchie con statue raffiguranti la vita di Cristo e altre figure del Vecchio Testamento. Nella parte centrale della grotta vi è l’altare. L’insieme è molto suggestivo. A pochi chilometri abbiamo visita anche il centro di PIZZO CALABRO, paese circondato in parte dalle mura e caratteristico per un grande castello, nel quale fu imprigionato e poi giustiziato Gioacchino Murat. Interessanti le sale del castello e le prigioni. Bella è la grande piazza, circondata da chiese e da antichi palazzi.

Le giornate trascorrevano pigramente nel campeggio Quattro Scogli, tra bagni di sole, nuotate e animazione, ma la nostra tipica irrequietezza non ci dava tregua, per cui abbiamo programmato una doverosa visita ai BRONZI DI RIACE. Siamo partiti al mattino presto, attraversando, non senza difficoltà per le scarse indicazioni, Capo Vaticano. La nostra prima tappa è stata il paesino di SCILLA, sullo stretto di Messina. La parte più interessante del paese è situata sul porto, nel cosiddetto QUARTIERE CHIANALEA. Le vecchie case di pescatori si affacciano direttamente sull’acqua, mentre all’interno si alternano piccole vie e piazzette con fontane. Elena era molto spaventata dal racconto mitologico di Scilla e Cariddi e si aspettava, da un momento all’altro, di veder spuntare dall’acqua questi orridi mostri. Dopo il solito pranzo a sacco, consumato sul porto, tra una moltitudine di gatti, in breve tempo abbiamo raggiunto REGGIO CALABRIA per visitare il Museo Archeologico. Il pezzo forte del Museo è senz’altro costituito dai BRONZI DI RIACE che troneggiano in una apposita sala. La visita risulta molto emozionante. Particolarmente interessanti anche le altre sale del museo, con vari reperti di archeologia sottomarina. Abbiamo passeggiato sul famoso lungomare di Reggio Calabria, degustando un ottimo gelato. Ci siamo poi diretti verso l’interno, inerpicandoci con la Dedra tra le montagne dell’ASPROMONTE. Il nome è veramente azzeccato: i crinali sono cupi, divisi da valli strette e profonde. Si sale rapidamente oltre i mille metri, attraversando piccoli paesi di scarso interesse architettonico. Una deviazione conduce CIPPO GARIBALDI ove Giuseppe Garibaldi fu ferito ad una gamba. E’ stato eretto una specie di mausoleo, in ricordo di quell’avvenimento storico, per cui ci siamo fermati per rendere omaggio, cantando ovviamente il noto motivetto con i classici cambiamenti di vocale.

Uno dei principali programmi della nostra vacanza calabra era l’escursione alle ISOLE EOLIE. Mi ero informato in campeggio e in effetti avevo scoperto che una agenzia di Tropea organizzava le gite alle isole in giornata. La nostra idea era però più ambiziosa: rimanere nell’arcipelago più giorni, dormendo in tenda e spostandoci con i traghetti da un’isola all’altra. I responsabili della Agenzia non hanno sollevato particolari difficoltà: la motonave ci avrebbe portato a Stromboli, lasciandoci sull’isola e, dopo alcuni giorni, un’altra motonave di avrebbe raccolto a Lipari. Abbiamo pertanto smontato il nostro accampamento e sistemato il grosso del materiale nella Dedra, che rimaneva parcheggiata nel campeggio. Riempiti gli zaini con l’igloo, pochi ricambi di biancheria e le immancabili pinne e maschera, al mattino presto un pulmino della agenzia ci è venuto a prelevare al campeggio e, dopo aver raccolto in un lungo giro numerosi altri turisti, ci ha portato al porto di Tropea, dove ci siamo imbarcati. Lo zaino, il pulmino scassato in cui eravamo ammassati e il programma un po’ campato in aria e ricco di incognite mi ricordavano certi nostri viaggi avventurosi dei vecchi tempi.

Siamo arrivati a STROMBOLI verso le 11 del mattino e, seguendo le indicazioni  del capitano della motonave, ci siamo rivolti al gestore del bar situato sul porto che era suo fratello. Un breve giro di telefonate e costui ci ha trovato una camera per il breve soggiorno. In effetti a Stromboli non ci sono campeggi. La stanza era semplice ma accogliente e si affacciava su di una veranda coperta da arelle con vista sul mare. Il tutto con un  vago sapore coloniale. Un po’ caro l’affitto (120 mila senza colazione). La sabbia a Stromboli è nera per cui i fondali sono scuri e poco appariscenti. Anche qui, come in Calabria, siamo stati infastiditi dalle numerose meduse. Di fronte al porto c’è uno scoglio, denominato STROMBOLICCHIO che in realtà è un agglomerato di lava che nei millenni, per azione del mare, ha perso la terra del vulcano che lo conteneva. Abbiamo pranzato al bar, a base di arancini e altre ghiottonerie, assaggiando alla fine indimenticabili granite al cocomero e al melone. Nel pomeriggio ci siamo concessi una circumnavigazione dell’isola in barca e l’escursione ci ha permesso di visitare il piccolo centro abitato di GINOSTRA situato nella zona sud dell’isola, di vedere da vicina la famosa SCIARA DI FUOCO, cioè la zona ove continuamente scende la lava, e di fare un bel bagno proprio ai piedi di Strombolicchio. Verso sera, dopo una visita al piccolo museo di vulcanologia e al centro storico, veramente grazioso e con bei negozietti di artigianato, ci siamo incamminati verso la località BELVEDERE. La strada, asfaltata nel primo tratto, passa tra splendide ville sul mare e poi si inerpica sulla collina fino ad arrivare al piazzale dal quale è possibile vedere le eruzioni del vulcano. Abbiamo cenato in una vasta pizzeria, con vetrate rivolte verso la cima del vulcano, interrompendo di continuo il pasto per ammirare le esplosioni di lapilli e le colate di lava che si succedono ogni 15-20 minuti. Poi dopo cena ho sistemato la macchina fotografica su un ripiano, ricavando splendide immagini delle eruzioni. Il ritorno alla nostra pensione è stato un po’ burrascoso visto che Elena non ce la faceva proprio a camminare per la stanchezza e a turno la tenevamo in braccio.

In tarda mattinata avevamo un appuntamento con la motonave di Tropea che ci portava a LIPARI. Costeggiando ancora una volta la Sciara di Fuoco, abbiamo potuto vedere alcune esplosioni e colate di lava, ma di notte è tutta un’altra cosa. Sbarcati a Lipari, mentre cercavamo un mezzo pubblico diretto al campeggio, situato ad alcuni chilometri dal paese, in località CANNETO, abbiamo trovato un automobilista che gentilmente ci ha accompagnato. Il campeggio è vasto e vicino al mare. Era popolato prevalentemente da giovani particolarmente rumorosi, specie di notte. Sul terreno abbiamo trovato una grandissima quantità di piccoli frammenti di ossidiana (un minerale di origine vulcanica: in sostanza lava vetrificata) che abbiamo raccolto per arricchire la nostra collezione di minerali. Sulla spiaggia abbiamo conosciuto una coppia di giovani in vacanza a Lipari, in un appartamento in affitto. Siamo andati a cena assieme a loro e abbiamo così visitato il centro storico di Lipari, molto caratteristico, e raccolto informazioni per altri possibili itinerari.

Il giorno dopo, da Lipari, mediante un aliscafo, abbiamo raggiunto l’ISOLA VULCANO, nota per il Vulcano e per le zone di fanghi e sorgenti sulfuree. In una piccola pozza di fango bollente e acqua si riversano decine e decine di turisti, cercando di resistere al calore dell’acqua che, soprattutto nei primi minuti, sembra insopportabile. Anche per noi è stato inevitabile coricarsi  nella melma. Sulla spiaggia poi si notano piccoli soffioni di fumo solforoso mentre l’acqua in certi punti ribolle per le esalazioni di gas che proviene dal fondale. Nel pomeriggio, vincendo a fatica le resistenze di Elena, ci siamo incamminati verso il sentiero che conduce sulla cima del vulcano. C’era molto caldo e la salita è stata ripida e molto faticosa. Lo sforzo però è stato abbondantemente ripagato dal paesaggio e dalla veduta del cratere del vulcano. Il terreno era caldo e in parte ricoperto da blocchi di zolfo. Dappertutto fumo denso e fastidioso. Abbiamo raccogliamo numerosi frammenti di zolfo per la nostra collezione e poi alla svelta abbiamo preso la strada del ritorno, per non perdere il traghetto per Lipari. Più che una discesa è stata una scivolata a mo’ di frana lungo i canaloni di Vulcano.

L’isola di Lipari è caratteristica per la estrazione e la lavorazione della POMICE, altro minerale di origine vulcanica. Per arrivare alla spiaggia della pomice però occorreva una mezzo di trasporto: cosa c’è di meglio che uno scooter a nolo? Elena davanti, io alla guida e Maria Rosa dietro. Abbiamo percorso un discreto tratto di costa, visitando belle insenature e raggiungendo le cave, dove un tecnico ci ha regalato un bel blocco di minerale. L’avventura delle Eolie era ormai vicina alla conclusione: puntuale è ripassata la motonave che ci ha condotto a Tropea e di qui, col solito pulmino, al campeggio Quattro Scogli.    

Trascorsa la notte  al campeggio, di buon ora siamo ripartiti per visitare anche la costa ionica della Calabria. Il primo paese a cui ci siamo diretti è stato GERACE, situato in cima ad una collina a pochi chilometri dalla costa ionica. Abbiamo visitato alcune delle numerose chiese erette nei secoli: tra le più belle la Cattedrale e S. Francesco. La costa ionica è alquanto piatta e poco attraente in questo tratto. Riacquista interesse nel promontorio di ISOLA CAPO RIZZUTO, che è caratterizzato da belle insenature e scogliere. Ci siamo sistemati nel CAMPEGGIO OASI, semivuoto ma ben attrezzato, dotato di piscina, di ristorante e di animazione. I servizi igienici però, come al solito, alquanto modesti. Per scendere alla spiaggia era necessario utilizzare una lunga gradinata, piuttosto faticosa al ritorno. Purtroppo il tempo era cambiato: nuvoloni e temporali notturni. Siamo stati costretti a rinforzare il binomio igloo-gazebo, acquistando un telo di plastica. In queste condizioni anche il mare risultava meno attraente. In compenso siamo rimasti strabiliati dai prezzi: abbiamo ripetutamente mangiato pesce nel ristorante del campeggio spendendo dalle 10 alle 15 mila lire in tre. A pochi chilometri dal nostro campeggio siamo andati a visitare CAPO COLONNA, e il  SANTUARIO DI HERA LACINIA, un interessante complesso di origine romana. In effetti si tratta sostanzialmente di una colonna su di un capo.  

CROTONE presenta un centro storico caratterizzato da piccole vie che scendono dal castello formando una specie di labirinto, con panni stesi e donne vocianti. Abbiamo pranzato in un piccolo bar, consumando tartine e panzarotti ed è memorabile lo scontrino fiscale con 18 caffè. Il pezzo forte della giornata è stato però la visita a S. SEVERINA, un borgo medioevale situato su di un colle nell’interno. Parcheggiata l’auto, siamo saliti a piedi nella vasta piazza, delimitata da un lato dal CASTELLO NORMANNO e dall’altro dalla CATTEDRALE. l castello è stato ristrutturato di recente è la visita guidata è risultata interessante. Di fianco alla Cattedrale ci ha particolarmente colpito il BATTISTERO BIZANTINO, con una cupola tonda e un colonnato interno. Il soggiorno a Isola Capo Rizzato è stato allietato da una serata veramente fantastica: nientemeno che una meravigliosa sfilata di abiti da sposa organizzata nell’anfiteatro del paese. La serata ha creato una valida alternativa alla scarsa animazione del campeggio. Per fortuna sono arrivati in camper gli amici Ciccarelli, di ritorno dalla Sicilia e, con loro, abbiamo trascorso alcuni giorni, visitando la località LE CASTELLA. Il castello è costruito su un isolotto, collegato alla terraferma da un ponte ed è sicuramente in una posizione incantevole.

Un altro appuntamento della nostra vacanza era con gli amici Cardamone, anche loro in vacanza in Calabria, essendo originari di Corigliano Calabro. Siamo stati ospiti a casa della sorella di Franco e con loro abbiamo visitato la parte antica del paese e il Castello medioevale, anche questo ristrutturato di recente. Siamo poi saliti alla CHIESA DI S. MARIA DEL PATIRE (accento sulla A), che risale al 1100 ed è situata in uno splendido bosco sui monti della Sila. Il bosco è attrezzato con tavoloni e panche per cui ne abbiamo approfittato per fare un pic-nic. Abbiamo trascorso l’ultima piacevole serata della vacanza in pizzeria, insieme a loro e poi, non senza aver preso una SUPERMULTA con l’AUTOVELOX, siamo ripartiti verso il nord, diretti alla nostra casetta. 

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