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UNGHERIA in camper

APRILE 1997

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LAGO BALATON - BUDAPEST - SZENTENDRE - VISEGRAD - HOLLOKO - HORTOBAGY - BUGAC - KECSKEMET - ESZTERGOM - PANNONHALMA - GYOR - FERTOD - SOPRON

Chi può resistere al fascino dei paesi dell’EST? Dopo aver visitato la Repubblica Ceca è giunto il momento dell’Ungheria, in un percorso camperistico durante le feste Pasquali. Il viaggio è concordato con l’equipaggio Malavasi, che quando gli proponi nuovi itinerari è come invitare un’oca a bere.

Mercoledì 26 marzo  I mezzi ricreazionali si muovono da Mirandola alle ore 15,40. Sostiamo nell’area di servizio Sella est a pochi km da TARVISIO, dove ceniamo e ci armiamo di bollini per l’autostrada austriaca. Dopo 353 km arriviamo al CONFINE con l’AUSTRIA.  Dormiamo in un parcheggio a pochi km dall’uscita della A2, presso Wolsberg. 

Giovedì 27 marzo Ripartiamo da Wolsberg alle 8,00. La mattina non è certo entusiasmante, visto che il cielo è bigio e comincia a nevicare. Alle 9,30 arriviamo al CONFINE con l’UNGHERIA (RABAFUZES) dopo 610 km. La viabilità in Ungheria è complessivamente discreta ma occorre prestare attenzione ai limiti di velocità: pare che la polizia ungherese sia particolarmente spietata con gli stranieri, probabilmente per rimpinguare le casse dello stato. Il tempo è decisamente migliorato e alle 12,00 ecco il mitico LAGO BALATON, noto per essere “lungo, stretto e poco profondo” e aggiungerei sufficientemente brutto, almeno in questa stagione. A KESZTHELY visitiamo il palazzo settecentesco dei FESTETICS. Qui nel 1779 Gyorgy Festetics fondò la prima facoltà di Scienze Agrarie in Europa e nel 1997 Maria Rosa ricevette un trauma contusivo all’occhio destro da Elena. Ci destreggiamo tra i lavori in corso della piazza principale per trovare la farmacia del paese, alla ricerca di un collirio (ma come si dice collirio in Ungherese?). Costeggiamo il lato settentrionale del lago fino alla penisola di TIHANY. Al centro del villaggio sorge una famosa Abbazia benedettina ma la troviamo maledettamente chiusa. Per fortuna il tempo è ora buono e invita ad una bella passeggiata tra caratteristiche villette con il tetto di paglia. Alle 17,00 arriviamo a VESZPREM. Ci dirigiamo verso la città alta e posteggiamo a qualche centinaia di metri dal VAR (castello). Una bellissima via (Var Utca) arriva ad un belvedere con un panorama mozzafiato. Una sosta per la cena e, alle 22, ripartiamo alla volta di BUDAPEST. Andiamo a posteggiare sulla collina di Buda alla CITTADELLA, in un bel parcheggio panoramico a pagamento.

Venerdì 28 marzo. La giornata è uggiosa. Ci spostiamo col camper nei pressi della FORTEZZA di VARHEGY. L’area monumentale è particolarmente caratteristica, percorsa da viuzze medioevali che collegano i numerosi monumenti. Visitiamo la bellissima CHIESA di MATTIA e il BASTIONE DEI PESCATORI. Quindi VARPALOTA, il PALAZZO REALE (mastodontico ma non bello). Notevole il panorama della città di PEST, con il bellissimo PARLAMENTO sulle rive del Danubio. Con molta difficoltà, riusciamo a sostare i camper vicino al PONTE delle CATENE. Piove molto forte ma non dura molto. Dopo pranzo ci dirigiamo verso la VACI UTCA. La via, chiusa al traffico, è piena di bellissimi negozietti di bambole, ricami e vestiti tipici. Budapest è particolarmente rinomata per le strutture termali e tra queste di rilievo  sono le TERME GELLERT, in stile Liberty, veramente affascinanti. L’acqua termale è ad una temperatura ideale e  il bagno è straordinariamente rilassante. Peccato per Mirco & C. che non hanno portato i costumi da bagno! Verso le 18,45 usciamo da Budapest prendendo la strada verso SZENTENDRE. Ci fermiamo prima della cittadina in un ristorante sulla strada (Hotel Roz). Mangiamo una zuppa con dentro lo spezzatino non piccante (Goulyash) e un buon secondo ricoperto da pancetta grassa. Dormiamo in un tranquillissimo posteggio dietro al ristorante.

Sabato 29 marzo. La cittadina è molto bella e caratteristica e la visita veramente gradevole, nonostante le prolungate soste nei negozietti di bambole.  Mirco ha un problema al freno del camper. Si sente un gran rumore tutte le volte che tocca il freno. Nonostante sia la vigilia di Pasqua, riusciamo a trovare una officina in un grosso posteggio di corriere e qui conosciamo un medico radiologo dell’ospedale di Budapest, che sta aspettando la riparazione della sua auto. Questi si presta a fare da interprete, spiegando al meccanico il nostro problema. Bisogna cambiare le pastiglie dei freni, ma il pezzo di ricambio si trova a Budapest. Il professore ci porta in città con la sua utilitaria, percorrendo strade secondarie, e finalmente riusciamo a  trovare le pastiglie nuove pochi minuti prima della chiusura del magazzino. Invitiamo il professore a pranzo in camper e per riconoscenza lo riempiamo di prodotti italiani. Verso le 15,30 circa il meccanico ha cambiato le pastiglie e possiamo così ripartire. Visitiamo lo SZABADTERI NEPRJZI MUZEUM, un museo all’aperto fuori città, con ricostruzioni di antiche case che ricreano il tipico ambiente rurale ungherese.  Proseguiamo verso l’ansa del Danubio e arriviamo verso il tramonto a VISEGRAD, famosa per le rovine del castello reale. I minuti che precedono il tramonto creano una luce bellissima sul Danubio. Decidiamo di proseguire a est, per Holloko. Passiamo il fiume a VAC mediante un traghetto e ci fermiamo a dormire a RETSAG. La serata è limpida e avvistiamo la stella cometa di cui tutti parlano da diverse settimane.

Domenica 30 marzo (Pasqua): Seguendo un itinerario tra le colline arriviamo a HOLLOKO, villaggio molto caratteristico, che fa parte del Patrimonio dell’UNESCO. La domenica di Pasqua viene festeggiata con la Messa ed una solenne processione per le viuzze del paese e, nel pomeriggio, con canti e balli in costume tradizionale. Pranziamo in un piccolo ristorante caratteristico. Inaspettatamente comincia a nevicare ma dopo breve torna il sole. Sono arrivate anche le giostre: cosa c’è di meglio per concludere la giornata? Verso le 16 ripartiamo e ci dirigiamo verso est, diretti al parco di  HORTOBAGY, nella PUSTZA UNGHERESE. Arriviamo nel paesino verso sera e ci fermiamo a dormire.

Lunedì 31 marzo: La Pustza è una immensa steppa, punteggiata di piccole fattorie bianche, con il tetto di paglia ove vengono allevate migliaia di oche. Ci sbalziamo su di un carro trainato da due cavalli partecipando ad una escursione turistica che comprende la visita ad un allevamento ed uno spettacolo di cavalieri in costume tradizionale. I bimbi fanno un giretto sul cavallo. Troviamo un ottimo ristorante vicino a Egyek. Particolarmente gradito il fegato d’oca e, per me, come dessert, un abbondante porzione di TAGLIATELLE! Dopo pranzo, girovagando per i poveri villaggi, conosciamo un contadino ungherese che ci accompagna a  casa sua e ci presenta la moglie PIRUSKA. La casa è di una sporcizia indicibile. Due stanze comunicanti, riscaldate da un’unica grossa stufa e, dietro la porta, nel suo lettone, il NONNO DELLA PIRUSKA, col suo faccione bianco e rosso e i piedi che spuntano dalle coperte. Ci fanno accomodare (io su una sedia che ha perso la paglia della seduta) e ci offrono uno spuntino pomeridiano a base di avanzi di mezzodì: pollo freddo e torta gelatinosa, il tutto bagnato da birra, offerta in bicchieri di dubbia igiene. Per fare bella figura Mirco mette in tavola un Verdicchio d’annata, ma il contadino, dopo averlo assaggiato, fa smorfie di disgusto. Meglio la sua birra! Purtroppo i nostri amici devono rientrare in Italia, mentre noi abbiamo a disposizione ancora qualche giorno di vacanza. Siamo diretti a sud-ovest per visitare una seconda area stepposa, la PUSTZA DI BUGAC

Martedì 1 Aprile  Il paesaggio è stepposo e ricorda il territorio già visitato. Piccoli agglomerati di case con grandi pozzi a pertica nel cortile. Questa area risulta però meno organizzata dal punto di vista turistico: poche indicazioni e niente cartine. E’ comunque d’obbligo la gita sul carro e uno spettacolo di cavalieri con la frusta nel cortile della fattoria. Ritornando verso nord facciamo tappa a KECSKEMET, una graziosa cittadina, famosa per la “CIFRA PALOTA” (casa sfarzosa), con facciata di piastrelle policrome, e per una mitica gelateria. Seguendo le indicazioni di un articolo letto, vado a caccia del MUSEO DELLE STATUE DEL REGIME. Dopo la caduta del MURO DI BERLINO il nuovo governo ungherese ha raccolto i bronzi di stampo filosovietico in una spianata che può essere visitata come un piccolo museo. Ci aggiriamo tra gerarchi in divisa, atleti, eroine e bandiere con falce e martello, in una sorta di sinistro cimitero, illuminato dalla luce del tramonto. Arrivati a Budapest verso sera, girovaghiamo alla ricerca di un parcheggio in posizione favorevole, per sistemarci alla fine nei pressi della solita  Cittadella.

Mercoledì 2 aprile Disdegnando monumenti e musei di Budapest, la nostra meta è un nuovo bagno termale. I BAGNI SZECHNYI sono i più grandi e famosi della capitale. Un po’ complicato l’ingresso: rischiamo di essere dirottati a fare inalazioni a base di zolfo. Finalmente, in una bella giornata di sole, ci immergiamo nell’acqua calda. Le numerose vasche hanno diversa temperatura. Non c’è che l’imbarazzo della scelta. Mitica è la piscina con i giocatori di scacchi, che fanno partite immersi nell’acqua. Poco distante, nel parco, è il castello VAJDAHUNYAD, un complesso molto caratteristico, all’interno del quale visitiamo la MOSTRA DEGLI OVETTI KINDER, per la gioia di Elena. Lasciamo la capitale nel pomeriggio, diretti a ESZTERGOM, una cittadina sul Danubio nota per la BASILICA, in stile neoclassico. All’interno sono notevoli la cappella BAKOCZ e il TESORO. Tappa successiva è TATA, località turistica sul Lago Vecchio (OREG-TO’). Il lungolago è  caratterizzato da antichi mulini a pale ed è immerso nel verde. Elena si diverte molto a correre tra le aiuole. Il paese è tranquillo e possiamo trascorrere la notte in un parcheggio.

Giovedì 3 aprile Dopo una piccola escursione in camper sull’altro lato del lago, è la volta della ABBAZIA BENEDETTINA DI PANNONHALMA, situata su di una collina, il più importante centro religioso dell’Ungheria. E’ obbligatoria la visita guidata ma capiamo poco delle spiegazioni fornite e questo ritarda notevolmente il nostro itinerario. La chiesa non è particolarmente bella mentre interessante è la biblioteca. Penso che il punto di forza sia rappresentato dal mastodontico complesso degli edifici che compongono il monastero. Poco distante è la città di GYOR, la cui parte vecchia è dominata da un castello e dalla Cattedrale. Molto bello l’intrico di stradine, con facciate medioevali, che scende verso i quartieri bassi della città. Dopo un centinaio di chilometri, una deviazione conduce al CASTELLO DI FERTOD,  denominato “La Versaille Ungherese”, che di Versaille ha veramente poco da spartire. E’ una reggia barocca con un vasto parco, interessante ma non meravigliosa. L’aspetto buffo è la visita delle sale interne, da effettuare utilizzando pedanine di feltro salvapavimenti e divertiElena. Il pezzo forte della giornata è costituito dalla cittadina di SOPRON, a pochi Km dal confine austriaco, che conserva il centro storico decisamente più bello di tutti quelli visti fino ad ora. L’area da visitare è limitata a poche vie ma gli edifici medioevali, la chiesa (BENCES TEMPLOM), le torri e le piazzette sono di estremo interesse. Ci perdiamo ad ascoltare alcuni musicanti di strada seduti sui gradini di un pozzo nella piazza principale.  In serata, seguendo le indicazioni del Touring, capitiamo in un fantastico ristorante, ove assaggiamo la mitica TARTARA, preparata dal cameriere come dio comanda. La notte trascorre in un viale un po’ rumoroso. Lasciamo l’Ungheria al mattino, a malincuore. 

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