La Svizzera non
è mai stato per me un paese particolarmente attraente per vari
motivi. Per prima cosa gli svizzeri sono noti per la loro precisione
tipicamente svizzera, sottolineata dalla loro particolare vocazione
a fare orologi, e io sono un italiano. Non sono particolarmente
simpatici tanto che non vengono mai citati nelle barzellette: sul
famoso aereo con un unico paracadute c’è sempre un francese, un
inglese e un italiano (talvolta un tedesco), ma non c’è mai uno
svizzero. La cucina svizzera non è per niente rinomata tanto
che da loro è pieno di ristoranti italiani mentre in Italia
troverete ristoranti cinesi, messicani, thailandesi ma mai
ristoranti svizzeri. La stessa Hunziker, per fare carriera, è venuta
in Italia.
E allora
direte: perchè ci sei andato? In realtà il vero motivo è che a
Pasqua avevo attraversato la Svizzera per andare a Parigi e avevo
dovuto acquistare il bollino autostradale che, come è noto, dura una
anno. Ho voluto così ammortizzare i 40 CHF (franchi svizzeri) spesi,
circa 27 euro.
Tra parentesi mi chiedo ancora perchè i Franchi
Svizzeri si chiamino Franchi pur non essendo francesi ma per
l’appunto Svizzeri ?!
Scherzi a
parte, ho voluto fare una breve vacanza nel paese degli orologi a
cucù e in effetti non mi sono trovato male per cui dico: se avete
una settimana e non sapete dove andare, andate in Svizzera. Se
possibile portatevi le biciclette perchè la visita alle città
diventa estremamente agevole.
Sabato 13:
Siamo partiti da Mirandola alle 17:15 e con estrema comodità, senza
traffico, siamo arrivati a Tirano, via Brescia e Lago di Iseo, verso
le 20:30, parcheggiando poi il mezzo ricreazionale nella comoda area
camper situata in Via Polveriera. E’ un’area a pagamento (8 euro 12
ore e 10 euro 24 ore), dotata di attacchi per la luce elettrica, di
carico di acqua potabile e di scarico delle acque nere.
Dopo cena, a piedi, seguendo la via S. Giuseppe, in
circa 15 minuti siamo arrivati alla stazione, prospiciente il centro
storico. Naturalmente tutto chiuso, visto l’orario. Nella piazza ci
sono in realtà due distinte stazioni: quella svizzera, manco a dire,
rigorosamente chiusa e quella di Trenitalia, pure chiusa, ma con
qualche impiegato ancora presente, e proprio uno di questi ci ha
dato tutte le informazioni sul treno svizzero e ci ha consegnato il
prospetto con gli orari. Siamo poi rientrati deviando verso la
Basilica della Madonna di Tirano, l’unico monumento veramente
importante, meta di pellegrinaggi, con una suggestiva illuminazione
notturna.
Domenica 14:
Esistono due
possibilità per effettuare l’escursione da Tirano a St. Moritz
mediante il famoso
TRENO DEL BERNINA**. Si può utilizzare il Bernina
Express, con carrozze di lusso dotate di aria condizionata e di
vetrate panoramiche oppure utilizzare la normale Ferrovia Retica,
dotata di prima e seconda classe. Nel primo caso occorre la
prenotazione, con un costo aggiuntivo di 6 euro all’andata e 6 euro
al ritorno, in aggiunta al costo del normale viaggio A/R di 40 euro.
I viaggi con il Bernina Express sono due di andata al mattino e 1
per il ritorno al pomeriggio. I viaggi normali sono molto più
numerosi e si trova sempre il posto. Telefono: 0342-701353
Naturalmente il Bernina Express delle 8:50 era tutto
pieno per cui abbiamo effettuato un giretto per il centro di Tirano
(modesto) e abbiamo ripiegato sul percorso normale delle 9:40.
Questa scelta non è stata per nulla un ripiego per vari motivi.
Occorre ricordare innanzitutto che il percorso ferroviario è sempre
lo stesso. Sul treno normale ci si può sedere dove si vuole e di
domenica c’è pochissima gente per cui ci si può spostare sul lato
destro e sul lato sinistro per fare le foto, mentre sul Bernina
Express i posti sono prenotati e il vagone è pieno, da cui segue che
per fare foto decenti, devi avere la fortuna di capitare sul
finestrino. Sul Bernina Express i finestrini sono ermeticamente
chiusi per cui si può fotografare solo attraverso il vetro (doppi
vetri !! ) con antipatici riflessi che guastano la foto.
Naturalmente non ci si può sporgere e si perdono belle occasioni
fotografiche.
Noi abbiamo fatto l’andata sul treno normale (40 €
A/R) e il ritorno sul Bernina Express (6 € di supplemento) e la
differenza è tutta a favore del treno normale. Consiglio di stare
sul lato sinistro (direzione St. Moritz) perchè i punti più belli
sono da questa parte, e di scegliere la prima carrozza perchè dal
finestrino si può fotografare tutto il treno che si snoda nelle
curve. E’ possibile anche scendere durante il percorso (fermata a
richiesta spingendo il pulsante situato vicino alle porte) e
risalire sul treno successivo (altro pulsante di richiesta in un
pannello sul muro della stazione).
Tutto il percorso è molto bello (Patrimonio
dell’UNESCO) ma i punti più interessanti sono il viadotto elicoidale
di Brusio, Alp Grüm (il treno sta fermo per 15 minuti e si può
scendere), l’Ospizio Bernina, il Lago Bianco* e il Lago Nero e
Morteratsch. In questa località siamo scesi e abbiamo effettuato un
percorso di 40 minuti a piedi per raggiungere il ghiacciaio
omonimo** (Vadret di Morteratsch). Il sentiero è agevole e per
niente faticoso e lo spettacolo è davvero stupendo. Lo consiglio
vivamente. Fornitevi di crema solare !!! Altri 40 minuti per
ritornare alla stazione, in tempo per il treno successivo.
Arrivati a St. Moritz, dopo un panino al bar, ci
siamo coricati in riva al lago ustionandoci definitivamente il viso
al sole dei 1775 mt. Siamo rientrati, come dicevo, con il Bernina
Express delle 15:45 e, dopo 2 ore e 20 di percorso senza storia, con
foto tutte da buttare per via dei riflessi, siamo approdati alla
stazione.
Verso le 19:00 siamo ripartiti con il camper seguendo
questa volta la nazionale alla volta di St. Moritz. Sono 59 Km. di
strada decisamente comoda con larghi tornanti. Il tracciato è
leggermente diverso da quello ferroviario ma ugualmente suggestivo.
Una breve sosta presso il rifugio Bernina*, con la luce del tramonto
che si specchia nel laghetto in parte ghiacciato, e a St. Moritz
verso le 21:00. Abbiamo sostato nel piazzale della funivia (seguire
il lungolago verso sud, fino al Casinò). E’ denominato Ski House ed
è gratuito d’estate (N 46°28’58,0”; E 09°49’53,7”).
Lunedì 15:
Ci siamo diretti
verso nord, percorrendo la rinomata valle Engadina, molto simile a
tante valli del Trentino, e abbiamo sostato ad ARDEZ* (51 Km da St.
Moritz), un minuscolo villaggio noto per le case affrescate. Tra
questi affreschi una bella raffigurazione di Adamo ed Eva. Non è
chiaro il nesso con le mucche, i pascoli e l’alta montagna. Forse
perchè anche qui coltivano le mele? Il paese è un’unica strada
stretta, e alla fine c’è un piccolo parcheggio. La visita richiede
circa ½ ora. Poco distante c’è un analogo villaggio, GUARDA, ma non
lo abbiamo visitato.
Ritornati sui nostri passi, abbiamo deviato verso
Davos, seguendo la Nazionale 28, salendo con molti tornanti fino al
passo FLÜELAPASS**, 2283 mt. Scenario incantevole, nonostante il
cielo coperto. Vaste aree di terreno brullo ricoperte da chiazze di
ghiaccio in disgelo. Piccoli laghetti in parte ancora ghiacciati. Ci
siamo concessi una lunga sosta fotografica.
Siamo arrivati a MAIENFELD verso le 13 (da Ardez 84
Km – 3 ore circa con le soste) e abbiamo pranzato nel parcheggio
della stazione. La prima parte del pomeriggio è stata dedicata alla
visita della CASA DI HEIDI. Dal centro di Maienfeld seguire le
indicazioni Heididorf oppure Heidihof, in auto. Non fare l’errore di
salire a piedi come hanno fatto certi giapponesi. Una faticata
inutile perchè su il parcheggio è ampio e tranquillo. L’ingresso
alla casa costa 5 euro: si visitano le stanze arredate con i vari
oggetti appartenuti ad Heidi e ai suoi parenti. Non mi ha
particolarmente emozionato. Un itinerario di 1 ora a piedi, in
salita, conduce alla casa dell’amico Peter e più in alto alla casa
del nonno, ma non ci siamo andati. Andateci se avete bambini. Nel
recinto ci sono le caprette ma non è vero che ti fanno “ciao”.
A pochi Km da Maienfeld si trova la nota stazione
termale di BAD RAGAZ, una sosta piacevole effettuata da molti
camperisti.
Dopo appena 22 Km di autostrada A 13 si raggiunge
VADUZ*, capitale del Liechtenstein, un minuscolo principato di 38
mila abitanti situato tra Austria e Svizzera. La guida Mondadori
recita testualmente: “Si tratta di uno dei paesi più
industrializzati del mondo”. Sinceramente non mi è sembrato e
dubito che lo potremo vedere presto nel G8. Abbiamo parcheggiato in
prossimità del centro e abbiamo percorso l’isola pedonale, un’unica
larga via di taglio estremamente moderno, circondata da edifici di
vetro e acciaio e impreziosita, si fa per dire, da statue in bronzo
di varie dimensioni di autori contemporanei. La via è dominata dal
castello della famiglia reale, non vistabile.
Da Vaduz ci siamo spostati di 45 Km, ad APPENZELL*,
alla ricerca delle mucche con la testa adornata di ghirlande di
fiori che avevamo visto sulla foto della guida Mondadori. In realtà
non abbiamo trovato nemmeno le mucche. Il paese comunque è molto
carino. Facile il parcheggio all’ingresso. Molte case hanno la
facciata in legno e mattone e grandi affreschi. Numerose le insegne
in ferro battuto, con fogge strane. La visita richiede circa 1 ora.
Da Appenzell a SAN GALLO* sono solo 18 Km. Purtroppo
il tempo è peggiorato e, sotto la pioggia, abbiamo cercato una
sistemazione per la notte. Abbiamo per caso identificato un’area
camper, situata in Grütlistrasse, 27 ma si tratta di un parcheggio
molto scosceso con soli 4 posti per camper e la possibilità di
caricare l’acqua da una colonnina a pagamento. Abbiamo escluso
questa soluzione e vagando alla cieca ci siamo sistemati in
Oberzilstrasse, una via tranquilla in un quartiere residenziale (N
47°26’32,0” E 09°24’23,8”), molto lontana dal centro ma veramente
silenziosa. E’ piovuto per tutta la notte.
Martedì 16:
Ci siamo avvicinati al centro in camper e lo abbiamo sistemato in un
parcheggio situato in Bogenstrasse (N 47°25’14,2” E 09°21’46,0”),
certo non adatto per la notte, ma vicino al quartiere storico della
città, raggiungibile da qui a piedi. Il monumento più importante a
San Gallo è la Cattedrale barocca*, con doppio campanile e interno
riccamente decorato. Notevoli gli affreschi e gli stucchi del
soffitto, gli stalli e i confessionali. Il pezzo forte però è la
Biblioteca** alla quale si accede dal retro. Assolutamente da non
perdere. E’ un capolavoro barocco interamente in legno con
decorazioni rococò. Contiene 150.000 volumi antichi, ancora oggi
utilizzati da esperti e ricercatori. Nel sotterraneo si visita, con
lo stesso biglietto, il Lapidarium, di scarso interesse.
Il quartiere che ruota attorno alla cattedrale è
costituito da edifici in legno a graticcio e muratura e le facciate
sono impreziosite da affreschi e decorazioni. I bovindi non
sono mammiferi ma verande in legno appiccicate sulla facciata delle
case. Una caratteristica del centro storico di San Gallo che
ritroviamo anche in altre città.
Ci siamo spostati verso ovest, di 70 km. raggiungendo
STEIN-AM-RHEIN**, un piccolo villaggio sul fiume Reno. Abbiamo
pranzato nel comodo parcheggio sul fiume. Il paese è veramente
stupendo e merita assolutamente una tappa. E’ circondato dalle mura
e vi si accede attraverso una porta sormontata da un torrione con
grande orologio. Gli edifici sono riccamente decorati con affreschi
perfettamente conservati. L’insieme è incantevole. Bellissima la
piazza del Municipio, risalente al cinquecento e interamente
affrescato.
Poco distante, mal segnalato, vi è l’ingresso al
Kloster St. Georgen**, il monastero benedettino ora trasformato in
un museo. E’ poco conosciuto dai turisti ma va assolutamente
visitato. Le numerose stanze, i ballatoi, il refettorio, i corridoi
sono ben conservati e arredati e gli affreschi delle pareti sono
veramente notevoli. Vale ben di più dei pochi franchi richiesti per
il biglietto.
Da Stein-am-Rhein a Sciaffusa* sono 14 Km. E’
possibile sistemare il camper vicino al centro, in un parcheggio che
dopo le 18 è gratuito (N 47°42’00” E 08°38’07,2”). Il centro
storico, al quale si accede mediante una porta, è facilmente
visitabile. La piazza principale è ornata da due fontane sormontate
da statue raffiguranti un mercenario e un sovrano moresco. Numerose
facciate sono affrescate ma si distingue per la sua bellezza la
facciata della Casa del cavaliere. Interessanti gli interni delle
numerose chiese.
Prima di cena ci siamo spostati verso sud,
costeggiando il Reno e seguendo le precise indicazioni “RHEINFALL”.
Dopo 5 Km. si raggiungono le cascate* con il fronte d’acqua più
grande d’Europa. Sono cioè molto basse (27 metri) ma assai larghe.
Nei pressi, ben indicata, vi è un’area camper, utile per la notte (7
euro). Lo spettacolo è notevole. Dopo le foto d’obbligo, abbiamo
preferito trascorrere la notte dall’altra parte del fiume, in un
vasto parcheggio gratuito ( N 47°40’28,9” E 08°36’52,9”). Occorre
tornare a Sciaffusa e prendere l’autostrada A4 fino alla prima
uscita. La località si chiama Laufen am Rheinfall. C’è un piccolo
castello ma attualmente in restauro. Notte molto tranquilla.
Mercoledì 17:
Un percorso tutto
autostradale di 171 K. fino a BERNA**, la capitale. Trovare un
parcheggio per il camper vicino al centro è improponibile per cui è
consigliabile pernottare nell’unico campeggio della città denominato
Eicholz e situato in località WABERN, via Strandweg, 49. Trovarlo è
facilissimo: basta seguire le indicazioni “Camping” presenti sulle
principali strade di accesso. Il cartello ogni tanto scompare e
allora bisogna tirar dritto, poi ricompare fedelmente ad ogni
incrocio un po’ dubbio. Occorre fidarsi perchè sono svizzeri.
Il campeggio si trova sul fiume AARE ed è comodo e
ombreggiato, con bei bagni. Il centro si raggiunge a piedi (20
minuti circa) mediante il pedonale ombreggiato che costeggia il
fiume. Molti ragazzi si tuffano dai ponticelli nell’acqua e si
lasciano trascinare dalla corrente che è velocissima per risalire
poi più a valle. Sicuramente molto divertente anche se la
temperatura dell’acqua era di 16 gradi. Una alternativa per andare
in centro è l’autobus n° 9. La fermata è però lontana, con percorso
in salita.
Berna ha un centro storico** molto piccolo ma
estremamente grazioso. Tra l’altro è Patrimonio UNESCO, anche se il
motivo non è chiaro. Vi si accede mediante grandi porte situate in
torrioni sormontati da complicati orologi antichi. Uno di questi
pare che suoni 4 minuti prima dello scoccare dell’ora. Anche di
questo non mi è chiaro il motivo. Molti antichi edifici sono
affrescati e le strade principali sono interrotte da splendide
fontane sormontate da figure fiabesche tipo l’orco mangiatore di
bambini, l’alfiere, il soldato, o allegoriche tipo la fortuna, la
giustizia.
Abbiamo iniziato la visita dal Parlamento, restaurato
di recente, percorrendo poi vie e piazze, fino al municipio
cantonale (Rathaus) e al Duomo di Berna, denominato Münster, con
stupendo portale. Molto eleganti i negozi, spesso ricavati da
antichi edifici. Abbiamo cenato al ristorante Schmiedstube, un
locale molto rinomato e segnalato dalla guida, assaggiando un misto
di carni (piatto Bernese) con crauti e il rösti, in pratica uno
sfornato di patate che pare sia tipico. Non è chiaro perchè al
ristorante servano solo carne di maiale (wuster, stinco, salciccia)
mentre la Svizzera è nota per le mucche. In effetti nei campi non
abbiamo visto traccia di maiali e certamente i maiali svizzeri non
sono noti. Ho anche assaggiato la bevanda tipica della Svizzera, la
Rivella, una specie di gazzosa. Meglio la birra. Spesi 22 euro a
testa. Siamo rientrati a piedi.
Giovedì 18:
Da Berna a THUN* sono 18 Km. di autostrada. Vi avverto che non è il
paese dei soprammobili famosi denominati per l’appunto Thun che
invece sono fatti a Bolzano. All’ingresso del paese si trova un
vasto parcheggio destinato ai bus e alle roulotte e a piedi si
raggiunge il centro storico, sul lago. Bella la piazza del
municipio, mentre molto caratteristica è la via principale che ai
lati si sviluppa su due piani, quello stradale e un piano superiore
percorso da un marciapiede e raggiungibile con brevi scalinate.
Siamo poi saliti alla chiesa, carina ma non
particolarmente interessante, e al castello* che contiene varie
mostre permanenti di costumi d’epoca, giocattoli antichi e
ricostruzioni ambientali di vecchi negozi del villaggio. Bello il
panorama sul lago dalle torri del castello. A pochi chilometri si
trova il castello di OBERHOFEN**, molto caratteristico, con un
torrione proteso nel lago. Merita sicuramente una breve sosta in uno
dei piccoli parcheggi prospicienti per la “foto cartolina”. Nel
castello una mostra archeologica di scarsa importanza.
Dopo pranzo abbiamo proseguito verso Lucerna,
costeggiando il lago e poi seguendo una tortuosa strada
dell’interno. In totale 87 Km, percorrendo tra l’altro una
straordinaria galleria elicoidale. A LUCERNA* è possibile sistemarsi
nel campeggio LIDO LUZERN ( N 47°3’ 1,4” E 8°20’22”) sul lago. Non è
un gran chè. Seguendo a piedi o in bici il lungolago oppure mediante
autobus si raggiunge il centro. La Città Vecchia* si affaccia in
parte sul lago e in parte sul fiume Reuss, attraversato da due
magnifici ponti coperti in legno** che costituiscono una delle
principali attrattive della città. I vicoli e le piazze del centro
hanno edifici affrescati e angoli molto caratteristici. Interessante
il museo Picasso. Presso il campeggio, il Museo Svizzero dei
Trasporti. Verso sera siamo stati colti da un acquazzone e siamo
rapidamente rientrati.
Venerdì 19: Lasciata
Lucerna, ci siamo diretti a sud, in autostrada, attraversando la
galleria del Gottardo, fino a BELLINZONA** (Km 147), anch’essa
Patrimonio dell’UNESCO dal 2000. La città infatti è un esempio di
clamorose fortificazioni realizzate nel 12° e 13° secolo allo scopo
di difendere l’intera vallata. Le imponenti mura** collegano i due
castelli situati ai lati della valle chiudendo così l’intera
vallata. Si tratta del castello denominato Castelgrande e del
Castello di Montebello. Un terzo castello fu costruito poi nel 14°
secolo, a completamento del sistema di difesa.
Nella vallata sorge la Città Vecchia*, con edifici di
stile rinascimentale di grande pregio, tra i quali spicca il
Municipio** con il bellissimo chiostro. Abbiamo visitato l’esterno
di Castelvecchio al quale si accede tramite un ascensore. Poi a
piedi siamo saliti fino al Castello di Montebello, dal quale si gode
un bel panorama. Abbiamo evitato il Castello di Sasso Corbaro,
situato molto più in alto sulla montagna. Verso sera siamo rientrati
in Italia.
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