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Mirandola – Figueres – Cadaques –
Estartit – Lloret de Mar – Barcellona – Altea (Costa Blanca) –
Guadix – Granada – Ronda – Siviglia – Cordova – Consuegra –
Campo de Criptana – Belmonte – Cuenca – Madrid – Andorra –
Antibes – Mirandola
Volevo
andare in Scozia e mi sono ritrovato in Spagna. Cercavo il
fresco ma le “donne” di casa hanno avuto la meglio e mi hanno
trascinato al caldo. In realtà non abbiamo particolarmente
sofferto. I 39-40° all’ombra di certi momenti in Andalusia sono
molto più tollerabili del clima assurdo della bassa pianura
padana, il peggiore al mondo. La cappa di umidità delle nostre
zone in estate, quando non tira un alito di vento e gli abiti ti
si appiccicano addosso, non ha riscontro. |
L’ambiente molto ventilato e
secco della Spagna ci è stato di grande aiuto in tutto il
viaggio. Di notte abbiamo dormito talvolta anche ben coperti.
L’unico grande problema, già rilevato anche nei precedenti
viaggi in Spagna, è la confusione di notte, fino alle prime ore
del mattino. Per questo motivo abbiamo limitato il campeggio
libero optando per i camping. |
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Sabato
25:
Siamo partiti da
Mirandola alle 17:15 e, senza particolari intoppi abbiamo
raggiunto Ventimiglia (307 Km), parcheggiando per la notte
proprio accanto all’ingresso del Campeggio Roma (N 43°47’37” – E
07°36’08”). L’area si reperisce procedendo per un paio di Km dal
casello in direzione “centro”. Dopo un ponte sulla destra. |
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Domenica 26:
L’intera giornata è
stata dedicata allo spostamento autostradale (990 Km da
Ventimiglia) fino a FIGUERES, città di Salvator Dalì, la nostra
prima tappa. Siamo arrivati alle 17:15. Usciti a Figueres Nord,
poco prima della cittadina, sulla sinistra, si trova il
Campeggio Pous, segnalato anche dalla guida. Ci è apparso
abbastanza miserello e privo di qualsiasi comunicazione con la
città che da qui è raggiungibile solo a piedi: poco più di un Km
nell’occhio del sole. Abbiamo preferito ispezionare il centro in camper e, con un po’ di fortuna, abbiamo trovato un parcheggio
gratuito su di una strada secondaria, di fronte ad un bar. Un
dettaglio importante perchè, stando a numerose relazioni di
viaggio, risulta che Figueres è a rischio di furto per i
camperisti. Alla domenica il Teatro-Museo Salvator Dalì**
chiude alle 19:45 (nei giorni feriali l’orario è diverso).
L’ingresso costa 11 € (8 € studenti) e un paio d’ore sono
sufficienti per questo fantastico percorso nel mondo surreale di
un grande genio. |
Verso le
20:30 ci siamo mossi verso CADAQUES*, a 35 Km (circa 1 ora) per
accamparci proprio nel Campeggio Cadaques, l’unica
sistemazione possibile, visto che l’ingresso alla cittadina in
camper è punito con una multa di 150 €. Il campeggio è ben
indicato e si trova su una collina in una posizione estremamente
strategica: da un lato, in cinque minuti a piedi, si raggiunge
il centro della località balneare e, dall’altro, in due
minuti si raggiunge la casa estiva di Dalì, situata a PORT
LLIGAT**. E’ dotato di piscina, Internet point, scarichi e
brutti bagni. Abbiamo speso 36 € per notte. |
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Lunedì 27:
Scesi a piedi alla
casa di Dalì, ora trasformata in museo, abbiamo prenotato la
visita per il mattino successivo. Il resto della giornata lo
abbiamo trascorso tra passeggiate, lettura e piscina. Abbiamo
cenato a Cadaques, al ristorante Casa Pilar, con una
paella cara (16 €) e non speciale. |
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Martedì 28:
La visita alla Casa estiva di Dalì** (Adulti 10 €;
Studenti 8 €) è un’altra esperienza assolutamente da non
perdere. Richiede circa 1 ora. Siamo ripartiti dal campeggio
verso le 11:45 e abbiamo sostato a Estartit (a 60 Km – 1
ora e ½), località balneare di fronte alle Isole MEDAS**, note
per un Parco Naturale Acquatico tra i più ricchi del
Mediterraneo. Purtroppo lo scenario è alquanto cambiato rispetto
alla mia prima visita di 15 anni fa: la cittadina è cresciuta
fuori misura e con lei sono cresciuti i prezzi. La visita al
Parco in barca costa 25 € a persona e dura solo un’ora. Oltre a
questo, nessuna disponibilità di posti fino al pomeriggio del
giorno dopo. |
Avendo già
nuotato anni fa intorno alle Medas, ho preferito rinunciare e,
dopo pranzo, abbiamo raggiunto LLORET DE MAR, tra le più note
località balneari della costa (80 km – 1 ora e 20’ di ottima
strada a 4 corsie). |
Abbiamo scelto il Camping
Lloret perchè più vicino al centro e al mare, raggiungibile
a piedi in 10 minuti. E’ dotato di una piccola piscina ma i
bagni sono sporchi e gli scarichi scomodi (35 € per due notti).
Abbiamo approfittato della piscina e, dopo cena, abbiamo
passeggiato sul lungomare. |
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Mercoledì 29: Lloret de Mar è una vasta insenatura sabbiosa
situata tra due promontori rocciosi. La spiaggia é
superaffollata di giovani, a gruppi numerosi, in molti casi
provenienti dai paesi dell’Est europeo. L’acqua è molto bella ma
non si può dire lo stesso del lungomare, sul quale si affacciano
brutti palazzoni in stile anni ’60. Tantissimi negozi dozzinali,
molti Burger e molte discoteche proprio in centro. E’ un luogo
di relax rivolto prevalentemente a giovani che si vogliono
divertire e magari visitare la vicina Barcellona ma non
rispecchia certamente la bellezza estrema della Costa Brava,
fatta di baie, scogliere, calette che avevamo avuto modo di
visitare nel precedente viaggio. Sul lungomare numerosi chioschi
propongono favolose escursioni in motonave sulla costa. Ci siamo
limitati ad un bagno, una passeggiata non male lungo la
scogliera e, nel pomeriggio, una inevitabile visita ai negozi.
Cena in camper, cocktail sul lungomare. |
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Giovedì 30: Partiti al
mattino, seguendo le indicazioni del navigatore, abbiamo
percorso 93 km attraversando velocemente Barcellona sulla
superstrada del lungomare, fino al campeggio 3 Estrellas
(N 41°16’22”- E 02°02’37”). Si trova dopo l’aeroporto, sulla
superstrada C31, in direzione Castelldefels, e l’ingresso, un
po’ cervellotico, è proprio sulla superstrada, ma dal lato nord.
Per fortuna viene in soccorso uno svincolo che permette
l’inversione a U con passaggio sull’altra corsia per chi
proviene da Barcellona. E’ un buon campeggio, sul mare, con
piscina, decisamente caro (47 € per notte). Scarichi anche a
caduta. Un po’ fastidioso il rumore degli aerei alla sera e di
prima mattina. NB: il campeggio La Balena Alegre,
segnalato in altre relazioni, è chiuso. Per forza con questi
prezzi. A 300 mt. dall’ingresso una fermata dell’autobus (L94 e
L95): passa ogni 20’ e con 1,35 € porta a Plaça de Catalunya
in 40-50’. Un sistema più economico per spostarsi è acquistare
un blocchetto di 10 corse nei distributori della metropolitana
spendendo 7,70 €. Vale anche per il bus e ogni corsa verrà a
costare 0,77 € invece di 1,35. |
La nostra
visita di BARCELLONA** è cominciata proprio dalla vasta Plaça
de Catalunya, per proseguire nella Rambla*
superaffollata. Una deviazione a sinistra porta al Barrio
Gotico, la città vecchia, fino alla Cattedrale**
(visita solo dalle 13 alle 17 – 5 € l’ingresso). La facciata è
in restauro. Bello l’interno e di rilievo il chiostro**
con la visita al famoso ostensorio. Ci siamo persi nei vicoli
limitrofi fino alla Plaça del Rei*, sulla quale si
affaccia il Palau Reial Major che ospita un museo. Poco
distante la chiesa di Santa Maria del Pi. Abbiamo
pranzato al ristorante Taverna del Bisbe (Av. Del la
Catedral, 6). Il menù del giorno, a 12 €, è decisamente
abbondante. Servizio lento. |
Ritornati
alla Rambla, ci siamo ritrovati sul mare, ai piedi della statua
di Cristoforo Colombo. Un pedonale conduce al vasto centro
culturale e commerciale costruito da pochi anni sulla darsena,
denominato Port Vell*. Abbiamo visitato l’Acquario,
presentato come il più grande d’Europa, senza esserlo (17 € a
persona). L’area presenta una architettura moderna e
interessante. Proprio qui mi hanno rubato la macchina
fotografica ma in tutta la Spagna occorre prestare molta
attenzione ai borseggi e agli scippi. Siamo rientrati in
campeggio con l’autobus L95 per la cena e la notte. |
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Venerdì 31: L’ufficio
del turismo si trova nella parte centrale di Plaça de Catalunya,
underground, vicino alla fontana, ma c’è una lunga fila. A
piedi, scendendo lungo la Rambla, abbiamo raggiunto il Palau
Güell** che si trova sulla Carrer Nou de la Rambla, una
traversa a destra. E’ uno dei principali edifici del celebre
architetto Gaudì, dichiarato patrimonio UNESCO. Il palazzo
ospita il Museo dell’Arte e dello Spettacolo. Purtroppo abbiamo
visitato solo il piano terra e il sotterraneo, per motivi di
restauro. |
Proseguendo sulla stessa
Carrer Nou de la Rambla, abbiamo raggiunto la stazione della
funicolare, sulla Paral-lel (ingresso poco evidente situato
nella metropolitana) e siamo saliti sulla collina di Montjuïc*.
La visita alla Fondazione Joan Miro’** (ingresso 10 €)
richiede poco più di un’ora. Molto utile l’audioguida che
permette di approfondire la figura dell’artista e di comprendere
la sua opera. Alcune cose rimangono incomprensibili nonostante
l’audioguida. Di sicuro interesse una passeggiata per il parco
della collina, fino allo Stadio Olimpico. Un altro tratto
di funicolare porta al Castello di Montjuïc da cui si
gode un bel panorama. |
Un panino
al bar della fondazione Mirò e poi, in metropolitana, alla
Sagrada Familia**, il capolavoro di Gaudì, in eterna
costruzione. Rispetto alla visita di qualche anno fa, ora la
chiesa è dotata di tetto e l’interno è in massima parte occupato
dal cantiere edile con voluminosi ponteggi che impediscono la
visuale. Per questo motivo l’area visitabile è notevolmente
ridotta. Di un certo interesse il museo della cattedrale,
situato nei sotterranei, con i plastici originali di Gaudì e i
laboratori dei modellisti. La lunga fila all’ascensore ci ha
impedito di salire sulla torre (biglietto supplementare).
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Ancora una
volta ci siamo serviti della metropolitana per avvicinarci al
Parc Güell**. Si scende alla fermata Vallcarca ma poi il
percorso fino all’ingresso del parco, pur facilitato da numerose
scale mobile, è abbastanza faticoso se effettuato nelle ore
calde. Molto meglio servirsi dell’autobus che si prende a Plaça
de Catalunya e porta all’ingresso est, situato sulla Carretera
del Carmel. |
All’ingresso del parco (gratuito) siamo stati forniti di una
piccola mappa che ci ha consentito di raggiungere i punti più
significativi: il Viadotto superiore, il Viadotto
medio, il Ponte degli innamorati, la Casa-Museo
Gaudì (visita a pagamento). Poi l’area centrale, costituita
dalla Plaza de la Naturaleza, la Sala Ipostila, la
Salamandra, i Padiglioni di Storia nei pressi
dell’ingresso principale. Peccato la grande massa di turisti che
in certi momenti impedisce il passaggio. La visita richiede
circa 2 ore. Questa volta siamo ritornati a Catalunya con il bus
e poi in campeggio. |
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Sabato 1:
Mattina di riposo nella bella piscina del campeggio e, dopo
pranzo, di nuovo a Barcellona per proseguire la visita. Da Plaça
de Catalunya, a piedi abbiamo raggiunto la vicina Casa Batllò**,
situata sulla Passeig de Gràcia, al n° 13. L’ingresso di 16,50 €
comprende anche l’audioguida, indispensabile per capire il
significato dell’opera di Gaudì. E’ stupenda, assolutamente da
non perdere. La visita richiede circa 1 ora. |
A poche
centinaia di metri, al n° 92, Casa Milà, denominata La
Pedrera**. Una breve fila alla biglietteria (10 €), poi la
visita ad alcuni ambienti arredati, ma il pezzo forte è
rappresentato dal tetto, con i famosi camini di Gaudì. Non
abbiamo raggiunto le altre case realizzate dall’architetto (Vicens
e Bellsguard) perchè distanti e non visitabili
all’interno. Immancabile la sosta negli eleganti negozi di
Passeig de Gràcia. |
Abbiamo
cenato al Ristorante La Vaca Paca (Passeig de Gràcia,
21). E’ un indirizzo da tener presente perchè si tratta di un
buffet molto vario e abbondante a 10,50 €, compreso il bere
(vino, birra o bibita) e il dessert. La metropolitana ci ha
portato a Plaça de Espanya*, decisamente scenografica. La
Font Magica il sabato e la domenica, dopo le 22, è
illuminata e vengono creati giochi di luce e di acqua al ritmo
di musica. Abbiamo avuto la fortuna di assistere a questo
spettacolo prima di rientrare al campeggio. |
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Domenica 2: Giornata dedicata ad un
lungo spostamento da Barcellona ad Altea (Km. 489), sulla
COSTA BLANCA. Usciti dall’autostrada, abbiamo cercato un
campeggio sul mare, cosa alquanto difficoltosa perchè non
esistono indicazioni, le strade sono strette e intasate di auto
parcheggiate. Finalmente ci siamo rifugiati nel Camping
Cap-Blanch (Playa Cap-Blanch, 25 – N 38°34’42” W 00°03’54”),
modesto ma sul mare (27 €). La spiaggia è di ciottoli tondi e
ovviamente molto bianchi. La Costa Blanca è una gran delusione.
Gli insediamenti sono una striscia costiera continua di
palazzoni stile formicaio o vere e proprie colate di cemento che
rivestono le colline. Le cittadine più importanti, tipo
Benidorm, si vedono anche da molto lontano per la selva di
grattacieli. Pomeriggio in spiaggia per riposo e bagno. |
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Lunedì 3:
Altro spostamento di 410 Km verso Granada. Lungo la strada una
breve deviazione ci ha portato a GUADIX* (345 Km da Altea),
cittadina nota per le case rupestri. Abbiamo parcheggiato poco
distante dalla cattedrale (in restauro) per il pranzo.
Raggiungere l’area storica non è semplice, proprio per la
mancanza di indicazioni. Dalla rotonda, con il camper, salire
alla cattedrale e tenere la strada principale di destra.
Rimanere sulla strada più grande e sperare di intravedere
qualche indicazione verso Barrio de la Cueva oppure verso
Museo de la Cueva. Il punto strategico è in Plaza de
Padre Poveda, dove si trova un grande parcheggio. La chiesa
è chiusa. Il museo ad orari. Una donna invita i turisti a
visitare la sua casa rupestre accontentandosi di una mancia.
Forse le si potrebbe dare solo la mancia. A piedi si raggiunge
il Mirador che estende la visuale su altre abitazioni
scavate nel tufo. Anni luce di distanza da Matera. |
Altri 65 Km
ci hanno portati a Granada. Sulla tangenziale della città
sono ben evidenti le indicazioni per raggiungere l’Alhambra ed è
meglio seguire queste piuttosto che ascoltare il navigatore che
a me proponeva di attraversare il centro, cosa decisamente
demenziale, visto che le vie sono strettissime. |
Al
parcheggio della Alhambra, segnalato da tutti gli equipaggi come
area sosta per la notte, grande delusione perchè le tariffe sono
decisamente aumentate. Per i camper è stata riservato il
parcheggio P5, con il prezzo dei pullman, cioè 0,075 cent al
minuto fino ad un massimo di 46,60 € per 24 ore. Un prezzo
superiore a quello di un campeggio con piscina! Il parcheggio
per le auto invece costa 16,25 € al giorno. Il talloncino si ritira
all’ingresso e serve per il pagamento all’uscita, mediante cassa
automatica. Per questo motivo non va esposto per cui non è ben
chiaro se è possibile un controllo nel caso si tenti di
utilizzare la tariffa delle auto. |
Considerata
la totale e peraltro ovvia assenza di camper nel parcheggio,
vista il costo spietato, per non correre rischi sono ritornato
in città e ho trovato una sistemazione poco distante dal centro,
in Paseo de los Basilios, parcheggio a pagamento (1,40 €
x 2 ore, poi gratuito dopo le 20). |
GRANADA**
è divisa in 4 parti: l’Alhambra a est, sulla collina,
raggiungibile con gli autobus n° 13 e n° 34, la Cattedrale al
centro, circondata da piccole vie tortuose, la zona elegante e
moderna a sud della cattedrale, e la zona araba, denominata
Albaicin* a nord-est della cattedrale. Questo quartiere è
decisamente caratteristico, un dedalo di minuscole viuzze,
piazzette, scalinate, fiancheggiate da basse case in stile
moresco, fino alla Plaza de San Nicolàs che offre la più
bella e celebre veduta dell’Alhambra. |
La
Cattedrale è grandiosa per i volumi e gli spazi, ma non
meravigliosa. L’adiacente Capilla Real* accoglie le tombe
di Ferdinando e Isabella e, sull’altare, un Retablo di
legno dorato. Abbiamo cenato nei pressi della cattedrale, sulla
Plaza Bibarrambla. Ritornati al camper, abbiamo
cercato più a sud, nei pressi dello stadio, un posto poco
rumoroso per trascorrere la notte, impresa questa molto
difficile in Spagna. Il vicolo trovato, apparentemente
tranquillo, è stato prescelto dal camion dei netturbini per
vuotare i cassonetti delle immondizie naturalmente dalle 3
alle 4 del mattino. Notte infame! In Spagna si riesce
a riposare solo nei campeggi. Il campeggio libero è sempre a
rischio di rumori o schiamazzi. Segnalo che molti camperisti si
sono trovati benissimo nel Camping Sierra Nevada, dotato
di piscina e situato in prossimità di una fermata autobus che
porta in centro. Forse è la soluzione migliore. |
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Martedì 4:
Verso le 6:30 sono salito all’ALHAMBRA** e, per evitare il
pagamento del parcheggio, mi sono sistemato circa 300 mt. prima,
a destra, nella sterrata adiacente al Ristorante Mis-Gemelos.
C’è spazio per pochi camper. Alle 7:15, seguendo le indicazioni
trovate nelle altre relazioni di viaggio, ho fatto la fila alla
biglietteria che apre alle 8:00. In effetti su ogni biglietto
viene indicato l’orario di visita di una particolare area dell’Alhambra,
Los Palacios Nazaries (Palazzi Nasridi ovvero la Casa Reale
Vecchia) la parte più bella ma a numero chiuso. Normalmente
verso le 10 del mattino i posti riservati a questo padiglione
sono esauriti. |
Col senno
di poi si può evitare la levataccia andando alla biglietteria
alle 8 e facendo il biglietto alle casse automatiche mediante
carta di credito. Lì non c’è fila e un’impiegata dà una mano.
Occorre avere però il PIN della carta di credito. In mancanza di
questo, una delle casse automatiche accetta il bancomat. In ogni
caso è inutile arrivare molto prima delle 8 perchè la fila alle
casse è modesta. |
Abbiamo
visitato il Palacio de Carlos V*, con annesso museo,
interessante, e alle 9 abbiamo avuto l’accesso ai Palazzi
Nasridi**. Ogni sala, ogni angolo riescono a stupire e
incantare. Poi l’Alcazaba*, la cittadella fortificata che
ospitava la guarnigione e infine il Generalife**, area
composta da padiglioni e grande parco, utilizzato dai sultani
come residenza estiva. Meraviglioso e indimenticabile. |
Siamo
ritornati al camper verso le 12:30 e ci siamo diretti verso
Ronda, distante 190 km, sostando lungo la strada per il
pranzo e per un momento di relax. All’ingresso della città dal
lato nord-est, ci siamo fermati in un supermercato con ampio
parcheggio e abbiamo avuto indicazioni precise per rintracciare
il campeggio El Sur indicato nelle relazioni (www.elsur.com
- tel.952875939). Occorre seguire la A 397, in pratica la
tangenziale Est di Ronda, in direzione sud verso Algeciras. Alla
rotonda tirare dritto sulla A 369: ci si ritrova il campeggio
sulla destra (N 36°43’16”- W 05°10’18”). |
E’ un
campeggio ove l’ordine, il silenzio e la disciplina imperano,
come recitano i numerosi cartelli disposti qua e là (34 € a
notte + 5 € se si vuole partire dopo le ore 12, lasciando il
mezzo ricreazionale nel parcheggio). C’è una piccola e comoda
piscina che abbiamo subito sfruttato fino a sera. Per cena i
meritati spaghetti allo scoglio. |
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Mercoledì 5:
Il campeggio dista un paio di km dal centro storico che è
raggiungibile in tre modi: in camper, ma i parcheggi sono pochi
e piccoli, in taxi, al prezzo di 8,5 € e infine a piedi,
camminando per 1 km e mezzo. Abbiamo naturalmente optato per
quest’ultima soluzione e in 20 minuti ci siamo ritrovati alla
Porta di Almocabar. Superata la porta, sulla destra, si
trova un piccolo ufficio del turismo ove ci siamo riforniti di
cartine e informazioni. |
RONDA** è
un dedalo di piccole vie e piazzette fiancheggiate da splendidi
palazzi medioevali. E’ divisa in due parti da un canyon
superabile mediante il Puente Nuevo. A sud-est il
piccolo borgo medioevale, con i principali
luoghi di interesse, e, superato il ponte, la parte moderna con
bei negozi e un unico punto di interesse rappresentato dalla
Arena de Toros. |
Ronda va
goduta principalmente camminando qua e là, senza meta. Consiglio
di evitare alcuni musei proposti, veramente penosi. I luoghi più
interessanti sono: la Piazza della Duchessa di Parcent,
sulla quale si affacciano il Municipio e la Chiesa di
St. Maria Major (4 €), il Palazzo Mondragon, con
annesso piccolo museo storico (3 €), la Casa Don Bosco
(1,50 €), dal cui giardinetto si gode di una magnifica veduta
sul Puente Nuevo e sul Canyon, l’Arena des Toros (6 €),
molto bella, con annesso interessante museo. I Bagni Arabi
(3 €) sono nei pressi della Fontana degli 8
Zampilli, dopo il Ponte Vecchio. La Casa del Re
Moro consta di un piccolo giardinetto (Giardini di
Forestier) e di un accesso alla antica scala che porta in
fondo al Canyon (Scala della Miniera). Evitare
accuratamente questa visita inutile e faticosa. Esiste anche un
biglietto cumulativo da 8 € che abbiamo fatto, ma in realtà non
conviene perché si riferisce a poche visite secondarie. |
Tornato al
campeggio verso le 15:00 e recuperato il camper, ci siamo
incamminati verso Siviglia (130 km di autovia) e,
seguendo le relazioni di altri camperisti, ci siamo messi alla
caccia di un campeggio. Abbiamo scoperto che il Campeggio
Sevilla è chiuso, per cui abbiamo cercato gli altri campeggi
indicati mediante il navigatore, ritrovandoci malauguratamente
nella selva dei condomini della città. Solo con l’aiuto di un
poliziotto più sveglio di noi abbiamo capito che gli indirizzi
in nostro possesso non vanno riferiti a Siviglia ma a DOS
HERMANAS, una cittadina situata 15 km a sud-est di Siviglia,
sulla N-IV, in direzione Cadiz (maledette relazioni
approssimative). In alternativa si può seguire la E5-A4 in
direzione Cadiz e uscire a Dos Hermanas. Questa seconda
soluzione permette di trovare più facilmente l’accesso al
Campeggio Willsom (N 37°16’39” W 05°56’10”). In centro a Dos
Hermanas esiste un altro campeggio annesso ad un Motel, di
aspetto modesto. Finalmente siamo approdati, verso le 19:30, al
benedetto camping (24 € per notte) e ci siamo sistemati. E’
fornito di piscina, naturalmente chiusa, visto l’orario. Cena e
notte tranquilla. |
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Giovedì 6: Grazie al navigatore
abbiamo potuto avvicinarci al centro di SIVIGLIA** in circa 30
minuti e trovare una sistemazione abbastanza comoda e gratuita.
Avevamo tentato in due parcheggi a pagamento segnalati dal
navigatore ma uno di questi era sotterraneo (Park Arjona) e
l’altro munito di sbarra anti camper. Un lungo viale, Calle
Inca Garcilaso, permette una comoda sistemazione per
l’intera giornata (N 37°23’37” W 06°00’36”). Il posto ha l’aria
di essere tranquillo anche durante la notte, visto che l’area è
poco trafficata. Si attraversa a piedi il ponte sul fiume
Guadalquivir e in circa 10 minuti si raggiunge la Plaza de
Toros, che non abbiamo visitato per non fare il doppione con
Ronda e, più avanti, la Torre dell’Oro, una antica torre
sulla sponda del fiume. |
La
Cattedrale** è un vero capolavoro (visita a pagamento).
Edificata su una antica moschea, colpisce per le dimensioni (la
terza al mondo) e gli arredi ricchissimi. Notevole l’altare, il
coro e il tesoro. Ospita il mausoleo di Cristoforo Colombo, con
quattro personaggi che sorreggono la bara. Il campanile,
soprannominato Giralda, è il simbolo della città ed era
un antico minareto, ora sormontato da una statua della Madonna
che ruota col vento a mo’ di banderuola, da cui il nome Giralda.
Dall’alto si gode uno splendido panorama. |
Poco
distante è Plaza San Francisco, con il bel Municipio*.
Ci siamo persi poi nel quartiere limitrofo, denominato Barrio
de Sta Cruz*, un dedalo di viuzze che segue la struttura
della vecchia medina araba. Abbiamo prenotato lo spettacolo di
flamenco per la sera presso l’Auditorio Alvarez Quintero
(Calle Alvarez Quintero, 48) al prezzo di 16 €. Esistono altre
possibilità per spettacoli di Flamenco con annessa cena, ma i
costi sono molto più elevati (70 €). Depliant pubblicitari per
il flamenco sono comunque reperibili in molti negozi di souvenir
o all’ufficio del turismo. |
Abbiamo
visitato l’Alcazar** nel primo pomeriggio. L’ingresso è
in Plaza del Triunfo, di fronte alla Cattedrale. Le sale,
i chiostri, i corridoi sono stupendi, come pure i vasti
giardini** che abbiamo esplorato con una certa difficoltà
per il caldo notevole. Abbiamo evitato il Labirinto nel
timore di perderci, con chiaro rischio di morire di sete. |
Abbiamo
rischiato comunque di soccombere per il caldo cercando la
Casa de Pilatos* nelle viuzze del Barrio de Sta Cruz. E’
un’antica casa nobiliare del 1500 con belle sale, chiostro e
giardino. L’intento del proprietario, di ritorno dalla Terra
Santa, era di costruire una casa simile al Pretorio di Ponzio
Pilato. Non mi è sembrato che ci sia riuscito. |
Abbiamo
trascorso le ultime ore del pomeriggio tra le eleganti vie del
centro per poi cenare poco distante dalla Cattedrale a base di
coda di toro, una specialità andalusa, bagnata da sangria. Alle
20:30 ci attendeva lo spettacolo di flamenco. In un teatrino
senza tanti fronzoli si sono esibiti due ballerini, una cantante
e un chitarrista che ci hanno letteralmente coinvolto e
trascinato per 1 ora e ½. Ottimo. Col taxi abbiamo recuperato il
camper e siamo ritornati al campeggio prima della mezzanotte. |
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Venerdì 7:
Ancora una volta con l’aiuto del
navigatore siamo ritornati in centro, intenzionati a visitare
Piazza di Spagna. Questa volta abbiamo trovato una sistemazione
gratuita (1 € al parcheggiatore abusivo) in Calle Tarifa, su una
sterrata che potrebbe essere sfruttata anche per la notte (N
37°18’35” W 05°58’58”). |
Piazza di Spagna* ha una forma
semicircolare e risale alla Esposizione iberico-americana di
Siviglia del 1929. Gli edifici sono decorati con marmo e
ceramica e quarantotto azulejos rappresentano le regioni della
penisola iberica. La piazza è attraversata da un canale con
quattro ponti in stile veneziano. Intorno alla piazza un vasto
parco con laghetti e fontane. Tornati al camper, abbiamo
raggiunto l’isola dell’expo di Siviglia del 1992 (Isla Magica)
per una sommaria “occhiata” agli edifici. |
Tramite 140
km di autovia siamo arrivati a CORDOVA**, segnalando al
navigatore un vasto parcheggio nei pressi dello stadio, come
indicato in altre relazioni. Il parcheggio esiste ed è
sfruttabile ma, cercando qualcosa di più vicino al centro, sono
riuscito a localizzare una posizione molto più strategica in
Avenida de Cadiz (N 37°52’28” W 04°46’34”). Pochi posti ma ad un
centinaio di metri dal Ponte Romano, attraverso il quale si
arriva alla Cattedrale - Moschea, il monumento più significativo
della città. |
Il Ponte
Romano è stato restaurato di recente ed è veramente poco
appariscente. La Cattedrale, Mezquita Catedral** è
bellissima. Si visita dalla 10 alle 19 e l’ingresso costa 8 €.
L’edifico ha conservato pressoché intatta la struttura originale
della moschea, con un interno ad archi arabi e colonne bicolori.
Gli altari hanno mantenuto le iscrizioni arabe mescolate alle
immagini del culto cristiano. Molto bello anche il tesoro.
Purtroppo non è stato possibile visitare l’Alcazar de Los
Reyes che chiude alle 14:30. Da segnalare che molti edifici
storci di Cordova sono inspiegabilmente aperti solo al mattino. |
A pochi km
a ovest di Cordova una deviazione dalla autovia conduce al sito
archeologico di Medina Azahara (la Città dell’Amore). Si
tratta di rovine, in parte in restauro, di relativo interesse. |
Siamo
ripartiti in direzione est, verso la regione della MANCIA**,
intenzionati ad esplorare il mondo di Don Chisciotte. Siamo
arrivati verso sera a CONSUEGRA*, la prima tappa del percorso, a
280 Km da Cordova. Il paese, insignificante, è dominato da una
collina sulla quale troneggiano un castello (in restauro) e ben
sette mulini. Le chiare indicazioni conducono ad un piazzale in
cima alla collina, proprio accanto ai mulini (N 39°26’56” W
03°36’25”). Complice uno splendido tramonto, ci siamo concessi
una romantica cena in camper, dopo aver riempito di foto la
scheda SD. |
Siamo poi
ritornati al paese per la sistemazione notturna. La piazzetta da
noi scelta per la notte, inizialmente tranquilla, si è
progressivamente animata e verso l’una la musica è diventata
assordante. Pensavamo ad una discoteca ma, molto più
semplicemente, si trattava di qualche centinaio di giovani con
le loro bottiglie di birra e con le loro maledette automobili
munite di impianti stereo sovradimensionati e tirati a tutto
volume. Dopo un sopraluogo camperistico, abbiamo avuto la netta
impressione che la festa fosse solo alle prime battute per cui
abbiamo vagato per le vie alla ricerca di una diversa
sistemazione. La cosa si è dimostrata abbastanza complessa
perché la musica ad alto volume imperversava un po’ in tutti i
quartieri. Solo verso le 2:30 abbiamo trovato un po’ di pace. |
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Sabato 8:
Varie mappe descrivono il percorso
di Don Chisciotte da Puerto Lapice, il suo paese natale,
lungo la “Ruta de los Molinos Biancos”. Le cittadine
dell’itinerario non sono sempre interessanti. Il paesaggio
collinare è affascinante. Herencia, famoso per i nidi di
cicogne sul campanile e su altri edifici, si può tranquillamente
evitare. Tappa obbligatoria è CAMPO DE CRIPTANA*, dominato da 10
mulini, raggiungibili mediante una stradina ben indicata. Uno di
questi è visitabile al modico prezzo di 0,60 €. |
El
Toboso è il paese di Dulcinea, la dama
di cui Don Chisciotte era innamorato. Nella presunta casa di
Dulcinea è stato allestito un piccolo museo che abbiamo
accuratamente evitato. Pedro de Munoz viene citato per la
presenza di murales che non abbiamo trovato. Si può evitare. A
Mota del Cuervo si trovano altri 7 mulini, simili ai
precedenti ma non ancora restaurati. Non ci siamo fermati. |
BELMONTE* è
invece una tappa interessante. La città vecchia è fortificata e
sulla collina troneggia un castello (l’interno non è visitabile
per restauro). Abbiamo pranzato sul piazzale, dal quale si gode
un bel panorama. |
Da Belmonte
a Cuenca sono 94 Km ma, giunti in prossimità della città,
abbiamo deviato verso nord per raggiungere la Ciudad
Encantada che si trova dopo altri 24 Km. La CM 2105 si
inerpica tra le montagne e, lungo il percorso, è reperibile un
campeggio (Camping Caravaning Cuenca). Dopo pochi km è
inevitabile la sosta al belvedere sul Canyon Ventano del
Diabro. Proseguendo tra le montagne finalmente siamo
arrivati nel vasto parcheggio, utile anche per una eventuale
sosta notturna. |
La CIUDAD
ENCANTADA** (3 €) è uno splendido parco percorribile a piedi in
poco più di un’ora. L’acqua e il vento hanno modellato le rocce
creando forme straordinarie che talvolta ricordano gli animali.
E’ una sosta decisamente piacevole, da non perdere. |
Verso le
18:30 siamo ritornati a Cuenca, percorrendo questa volta la CM
2104 e, dopo una sosta al supermercato, abbiamo iniziato la
ricerca di un campeggio per la notte. Dalle informazioni che
abbiamo raccolto all’ufficio del Turismo, l’unico campeggio
disponibile è quello già citato poco sopra, distante otto Km da
Cuenca (Ctra Ciudad Encantada km.8), per cui siamo ritornati lì
e ci siamo sistemati (28 € la notte). Il camping è dotato di
piscina e discretamente comodo. Un punto di forza è costituito
dal carico e dallo scarico perché nel piazzale prospiciente al
campeggio (sulla destra) è situato un camper service molto
furbo, disponibile anche per chi è di passaggio. |
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Domenica 9:
Dal campeggio non sono disponibili
autobus per il centro per cui la visita di CUENCA** (Patrimonio
UNESCO) richiede la sistemazione del camper in una posizione
strategica. Cuenca è divisa in due parti: la nuova, poco
interessante, e la Ciudad Alta, situata tra il Rio Jùcar
e il Rio Huècar. I monumenti sono in questa seconda parte che,
come dice il nome, è situata su un alto dirupo. Per non fare
troppa fatica, il parcheggio migliore, denominato Park
Barrio del Castillo, si trova a nord della parte vecchia (N
40°04’56” - W 02°07’24”). |
Si può
raggiungere in due modi. C’è la possibilità di salire seguendo
le indicazioni “Catedral” e “Plaza Mayor”. Non ci
sono divieti per camper. La strada è stretta tra le case e un
semaforo regolamenta il punto a senso unico ma si passa bene
(passano anche i pullman). Si arriva alla piazza della
Cattedrale e poi si sale ancora fino ad un arco che è la porta
nord della città. Dopo 300 mt si trova il parcheggio nel quale
si potrebbe anche dormire. Da qui è molto bella la veduta della
città. Il parcheggio è altrimenti raggiungibile mediante una
strada di circa 9 Km che gira attorno alla Città Alta. Se
si sceglie questa soluzione si dovrà cercare l’indicazione
Parcheggio Auditorium, da qui prendere la strada per
Palomera, seguendo sempre la freccia Hotel Cueva Fraile.
Senza scoraggiarsi, arrivati all’Hotel, girare a sinistra
seguendo Camino di San Geronimo. Si arriva al parcheggio
da nord, evitando il centro storico. La rottura dei 9 Km è
compensata dai bei panorami. Ho fatto questo itinerario
nell’andata e l’altro nel ritorno. |
Il
parcheggio è a poche centinaia di metri dal centro che è
raggiungibile a piedi. In alternativa ci si può servire
dell’autobus che in pochi minuti conduce a Plaza Mayor*
al straordinario prezzo di 0,20 €. La struttura del borgo è
medioevale, con strette vie fiancheggiate da antichi edifici. La
Cattedrale** (2,80 €) è molto interessante e una
audioguida in italiano illustra in modo molto dettagliato
altari, dipinti e tesori. Molto belle le vie intorno. A piedi
abbiamo raggiunto il Puente de San Pablo, proprio dietro
alla Cattedrale e da qui abbiamo osservato le famose Casas
Colgadas, edifici in legno sporgenti dalla roccia e
apparentemente sospesi. |
Siamo
ripartiti in tarda mattinata diretti a MADRID**, distante 166 Km
di autovia ancora gratuita. Lungo il percorso una sosta per il
pranzo. Ci ha accolto l’unico campeggio della capitale –
Camping Osuna -, situato a nord est, nei pressi
dell’aeroporto. L’indirizzo è Jardines de Aranjuez, S/N ma penso
siano meglio le coordinate, perchè in quella zona vari lavori
stradali sugli svincoli stanno cambiando la viabilità: N
40°27’01” – W 03°36’07”. Si trova nei pressi di Avenida de
Logorño, in prossimità di un parcheggio libero nel quale si può
sostare fino alle 21. Di notte è “zona rimozione” e, dopo aver
visto la faccia truce della proprietaria del camping, mi sono
convinto che l’attivazione della Guardia Municipal debba
avvenire di frequente. |
Il
campeggio è brutto, tenuto male, rumoroso (traffico della
tangenziale) e privo di piscina. Molte piazzole non hanno
l’attacco per la luce elettrica. Del resto non ci sono
alternative. Le fermate della metropolitana più vicine sono
Canillejas (attraversare il ponte pedonale sulla tangenziale
e poi seguire la pista ciclabile) oppure El Capricho, un
po’ più complicato da raggiungere a piedi. Meglio con il camper,
seguendo le coordinate N 40°27’07” – W 03°35’38”. Questa seconda
soluzione può essere utile se, il giorno della partenza, si
voglia proseguire la visita di Madrid senza pagare la notte
supplementare al camping, richiesta per chi esce dopo le ore 12.
Una corsa di metro costa 1€. Meglio un blocco da 10 corse al
costo di 7,40 €. Abbiamo trascorso pomeriggio e sera in
campeggio. |
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Lunedì 10:
L’intera mattina è stata dedicata
alla visita del Museo d’arte moderna Rehina Sophia** che
oltre ad ospitare il famoso Guernica di Picasso, accoglie
opere di molti altri autori e mostre estemporanee decisamente
interessanti. Abbiamo pranzato nella vicina Stazione
Atocha, con il suo splendido orto botanico. |
Ci siamo
spostati, nel pomeriggio, nei pressi della famosa Plaza Mayor*,
girovagando nelle viuzze limitrofe per raggiungere poi
l’Opera e il Palazzo Reale* (visita guidata ad orari
fino alle ore 18). I negozi più sofisticati sono sulla animata
Gran Via che ci è apparsa molto meno elegante rispetto
alle strade di Siviglia o ai viali di Barcellona. |
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Martedì 11:
Lasciato il campeggio, abbiamo
parcheggiato il camper vicino alla stazione metro El Capricho.
Ancora una volta un museo, il PRADO**, ha occupato l’intera
mattinata. L’ingresso costa 8 € (gratuito sotto i 25 anni).
Esistono distributori automatici di biglietti sul viale ma
occorre la carta di credito con tanto di codice PIN, oppure il
bancomat. Una mappa illustrata del museo, unitamente ad un
piccolo manuale in italiano acquistato allo shop ci hanno
permesso di pianificare la visita, scegliendo le opere veramente
interessanti. Da non perdere El Greco, Goya, Tiziano, Beato
Angelico, El Bosco. |
La visita
di Madrid potrebbe essere completata con l’escursione all’ESCORIAL,
il famoso convento-fortezza che accoglie le spoglie dei grandi
di Spagna, a poche decine di km dalla città. Abbiamo scelto di
non ripetere questa visita, effettuata in un precedente viaggio,
per cui ci siamo diretti a nord-est, superando Saragozza
(307 da Madrid) e sostando a Bujaraloz, un paesino sulla
Nazionale per la cena (Ristorante Mesòn Aragonès – 13 €,
discreto ma non speciale) e per la notte. |
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Mercoledì 12:
Da Saragozza a Lleida (o Lerida) sono 141 km. Si
può tranquillamente evitare l’Autopista, a pagamento, e
percorrere la Nazionale che è molto scorrevole e, per certi
tratti, a 4 corsie. Da Lerida ad Andorra sono altri 164
Km di strada normale discretamente scorrevole. |
Due soli motivi giustificano una visita ad
ANDORRA: poter dire di esserci stati oppure voler effettuare
acquisti di costosi oggetti fotografici o di elettronica. Per il
resto la deviazione è puro masochismo. La VELLA (la capitale) è
una cittadina bruttissima, senza alcuna attrazione, in uno
scenario naturale di poco conto. E’ costituita da un paio di vie
brulicanti di negozi di profumi, occhiali, macchine
fotografiche, cellulari. Un specie di mega centro commerciale.
Il gasolio costa 0,850 € al litro (rispetto a 1,150 italiano).
Sugli acquisti si risparmia il 20% di IVA ma attenzione, vale la
pena solo per grossi acquisti. Il risparmio per oggetti di costo
medio-basso viene annullato dalla fatica per rientrare in
Francia attraverso i Pirenei e dal pedaggio di ben due tunnel
che, per una lunghezza totale di 4 km., richiedono ben 22,80 €
(10,80 + 12 €). |
Se comunque siete così ostinati da voler andare
ad Andorra ecco alcuni suggerimenti utili. Cinque km prima della
capitale, La Vella, adocchiate l’Ufficio Informazioni, in realtà
un chiosco sulla destra con un piccolo parcheggio. Vi verrà
consegnata la mappa della città e l’indicazione del parcheggio
destinato ai Camper. Proseguire dal parcheggio dell’Ufficio
seguendo la strada parallela alla nazionale situata sulla parte
destra della vallata. Viene indicato il Parcheggio 2000 ma è
sempre pieno e in realtà non accessibile ai camper (non sono
riuscito a trovare un ingresso senza sbarra). Poche centinaia di
metri prima si trova la rotonda di Pont de Tobira. Girare
a destra passando davanti ad un piccolo ristorante con
parcheggio. Di fianco a quest’ultimo la strada si biforca.
Tenere la destra e salire ad un vasto parcheggio seminascosto,
un po’ scosceso ma gratuito (N 42°30’06” E 01°31’08”).
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Abbiamo pranzato lì e a piedi abbiamo raggiunto
il vicinissimo centro storico con i negozi. Finalmente ho
trovato la macchina fotografica che cercavo ad un buon prezzo,
in sostituzione di quella - ahimè - rubata a Barcellona. |
Verso sera abbiamo affrontato la “traversata” dei
Pirenei. La prima bastonata sono le due gallerie nei pressi del
confine tra Andorra e la Francia. Pochi km ad un prezzo
inverosimile, quasi quanto il pedaggio autostradale annuale
della Svizzera. Poi i tornanti, le strettoie, i paesini, i
lavori in corso. Con tenacia abbiamo proseguito fino a Bézier,
trovando una sistemazione per la notte nel parcheggio di un
piccolo e tranquillo paese, Valrose. Fino a questa tappa
abbiamo seguito la strada normale, cosa possibile perchè la
Nazionale è a scorrimento veloce e il traffico è minimo. Da qui
in poi siamo rientrati nella costosa autostrada francese. |
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Giovedì 13:
La nostra meta era ANTIBES**, per motivi affettivi. Abbiamo
alquanto faticato per trovare un campeggio. La maggior parte dei
camping sono situati nel tratto di strada tra Antibes e Nizza.
Abbiamo optato per il campeggio Antipolis (N 43°36’40” E
07°06’58”) che si trova in direzione Nizza, nei pressi di un
grande parco acquatico. Dista circa 800 metri dal mare ed è
collegato alla città con un autobus o con il treno. Le fermate
sono sul lungomare, quindi non molto vicine al camping. E’
dotato di piscina ed è abbastanza confortevole (37 € per notte).
Dopo pranzo, col treno, abbiamo raggiunto Antibes e visitato il
centro storico, passeggiando fino a sera. |
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Venerdì 14:
Trascorsa la mattina in tutto riposo, dopo pranzo, abbiamo
visitato CANNES*, raggiunta con il veloce treno. Inevitabili la
sosta al Palazzo del Festival, la passeggiata sul
Boulevard de la Croisette e le soste nei numerosi negozi di
lusso. Sempre in treno, siamo ritornati ad Antibes per un’ottima
cena a base di pesce a conclusione della nostra vacanza (Rist.
La Daurade – 44 Blv D’Aguillon). |
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Sabato
15:
Regolare rientro a
Mirandola, avendo percorso in totale 5212 km. |
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