16/7
martedì:
Atterrati alle 12:00 alla Malpensa, reduci da una megavacanza a Santo
Domingo, all’insegna dell’ingrasso, abbiamo recuperato il “ mezzo
ricreazionale “ opportunamente collocato a Busto Arsizio, nel vasto
cortile dei genitori di Paola. Detto cortile è ormai trasformato in una
comoda area camper che presto verrà segnalata sul Portolano. Stanchi da
non dire, ci siamo piazzati nel parcheggio di un supermercato e ci siamo
abbioccati miseramente per almeno tre ore. Fatta la spesa, siamo partiti
da Busto Arsizio alle ore 19:00 in direzione Aosta. Cena alle 21 presso
St.Vincent (Km 150) e successiva notte
nel parcheggio dello stadio (comodo e silenzioso).
17/7
mercoledì: Siamo
partiti verso le 9:00 ma il viaggio è stato più volte interrotto dalle
mie problematiche intestinali secondarie ai lauti pasti caraibici, privi
di qualsiasi precauzione igienica. Abbiamo attraversato il tunnel del
monte Bianco, da poco riaperto, con un salasso di ben 33,80 €.
Il pranzo dopo Ginevra, la pennichella, la cena prima di Bourges e la
sosta notturna nella Loira a Selles sur Cher (Km. 734 da Busto) di fronte
alla scuola di Judo e tennis da tavolo.
18/7
giovedì: A
pochi Km (44) abbiamo visitato in mattinata il mitico castello di
Chenonceau, quello costruito a cavallo del Cher (spesa totale 21,30 €).
Dopo il pranzo nel parcheggio, siamo ripartiti verso la Bretagna,
attraversando Tours, Angers e seguendo la E60/A11 fino a Nantes e infine a
Vannes (Km. 339) che abbiamo raggiunto alle 19:00. Ci siamo sistemati nel
parcheggio presso il porto e dopo una doccia e una passeggiata, ci siamo
spostati verso l’estremità sud del porto, nei pressi dell’acquario.
C’è un ampio parcheggio libero con annessi bagni (sporchi) e dalle 10
del mattino alle 19 una navetta gratuita conduce in paese. Proprio qui
abbiamo conosciuto dei camperisti italiani che ci hanno segnalato alcune
località interessanti da visitare.
19/7
venerdì: Alle
8,30 sveglia e spostamento con il camper in centro. All’ufficio
turistico ci hanno dato alcune indicazioni per poter partecipare a feste
caratteristiche nella zona. Finalmente sono riuscito a cambiare una certa
quota di franchi francesi, residuo di altri viaggi, alla Banca di Francia.
Il centro storico merita decisamente una sosta. Molto interessanti le
mura, con un ampio parco in fiore e gli antichi lavatoi. Ci siamo poi
diretti a Locmariaquer (Km. 30 da Vannes) dove abbiamo visitiamo una prima
area megalitica denominata Tables des Merchands. E’ stata una vera
delusione perché il sito è
molto piccolo e decisamente poco interessante. Oltretutto il costo della
visita è elevato (4 € a testa per vedere 4 pietre). Ci siamo spostati
verso la punta più estrema della penisola raggiungendo il Dolmen Pierres
Plates (altra delusione). Si trova presso un’ampia insenatura con una
bella spiaggia. Ci siamo sistemati in una area camper decisamente
strategica tra i pini. Nei pressi è indicato uno scarico per camper.
Giunti finalmente alla famosa Carnac, ci siamo resi conto che ‘sti
francesi sarebbero disposti a esaltare anche dei paracarri. L’area
megalitica (Alignementes Le Megnec) si può benissimo visitare dalla
strada, facendo le foto attraverso la rete e non c’è motivo di fare la
visita a pagamento (guidata). Ci siamo così diretti verso la penisola del
Quiberon. Il litorale est denominato Spiaggia Bianca è basso e brutto.
Molto più bello il lato occidentale, la cosiddetta Cote Sauvage,
caratterizzato da scogliera e belle insenature, facilmente raggiungibili
dalla strada. Abbiamo avuto così la possibilità di fare il bagno, in un
acqua che dire fredda è poco. Io mi sono perso a fare le solite foto
mentre Elena e Mari hanno raccolto una gran quantità di cozze per la
spaghettata serale. Abbiamo seguito la costa fino a Quiberon (Km. 30 da
Locmariaquer). Il paese è molto animato e dopo cena abbiamo fatto una
bella passeggiata sul lungomare, fermandoci ad assaggiare sidro e crèpe
con l’ananas. Siamo poi usciti dal paese e abbiamo raggiungendo uno dei
tanti parcheggi sulla costa ovest popolato da camperisti.
20/7
sabato A St. Anna d’Auray (36 Km.) era segnalata una festa popolare ma in realtà
la festa (solo religiosa) era prevista per la settimana successiva per cui
ci siamo limitati a visitare la basilica (fine ottocento in stile gotico)
e, nel vasto parco, la Scala Santa che i pellegrini percorrono in
ginocchio. E’ indicata anche una fonte miracolosa: trattasi di una
fontana peraltro vuota. Seguendo la superstrada N 24, abbiamo raggiunto la
Foresta di Paimpont (90 Km). Per fortuna in paese abbiamo incontrato un
negoziante di origine modenese che ci ha spiegato il miglior itinerario
vendendoci una piccola guida in italiano. In questo modo abbiamo potuto
visitare alcuni luoghi caratteristici come la Tomba di Mago Merlino, la
Fonte della Giovinezza, il Castello di Comper con annesso lago (uno
stagno), dove Viviana aveva educato Lancillotto, la Fonte di Berenton,
luogo di incontro di Merlino e Viviana. In effetti tutti questi luoghi
sono di modesto interesse, giusto l’occasione per fare una passeggiata
nel bosco, rispolverando ricordi di antiche leggende. Abbiamo visitato la
Valle Senza Ritorno (da cui siamo comunque tornati) con annesso albero
d’oro. Poco più avanti il Castello di Trecesson, circondato da uno
stagno e non visitabile perché di proprietà privata. Il circuito è di
circa 40 Km. Una breve sosta in un market (il gasolio costa meno) poi ci
siamo diretti verso Vannes, sostando sulla N166 a Elven. Uscendo dalla
nazionale abbiamo trovato un piccolo campeggio comunale ove dopo le ore
17:00, non essendoci alcun controllo, è possibile far rifornimento di
acqua, scaricare e perfino fare la doccia. Verso le 21:00 siamo arrivati a
St. Avé (71 Km.) e ci siamo sistemati vicino al centro. Proprio qui era
prevista una festa folkloristica in costume bretone.
21/7
domenica: Abbiamo
partecipiamo alla S. Messa con cori bretoni che non sono altro che i noti
canti delle funzioni religiose cantate (male) in una lingua
incomprensibile. La funzione era celebrata da un sacerdote negro, che di
bretone aveva ben poco. Abbiamo poi seguito il gruppo di paesani in
costume bretone per le vie del paese. Una piccola orchestra con
fisarmonica e flauto ripeteva nenie celtiche e coppie di tutte le età in
costume danzava al ritmo della musica. Sul prato antistante la canonica
erano stati allestiti stand gastronomici e con poca spesa (Ad. 12 – Bn.
4,80 €) abbiamo gustato un vero pranzo bretone a base di Kir
(aperitivo), zuppa di verdura e pane, pot-au-feu (bollito di manzo e
verdure – sempre le stesse), ragout (spezzatino di manzo e verdure),
tarte, caffè e grappa. Il tutto innaffiato in abbondanza con sidro. Verso
le 16:30 ci siamo diretti verso Pont Aven, a 94 Km.
E’ il paese ove visse Gauguin e lungo i vicoli vi sono numerose
gallerie d’arte. La visita comprende una via denominata il “Bosco
dell’Amore” che segue il percorso del torrente. E’ caratteristica
per gli antichi lavatoi e per una bella ambientazione naturale. Abbiamo
percorso questo itinerario solo in parte e siamo arriviamo poi al porto.
La visita ha richiesto 1 ora e mezzo. Alle 19:30 siamo arrivati a
Concarneau (14 Km.), un porto turistico rinomato per l’originale
Castello situato su di un isola collegata con la terraferma da due ponti.
Il colpo d’occhio è notevole ma all’interno del castello i vicoli
sono invasi da una innumerevole quantità di negozietti che guastano
l’atmosfera. Abbiamo sostiamo sul lungomare e una bella passeggiata
sugli scogli ci ha dato la possibilità di ammirare uno splendido
tramonto. Dopo cena abbiamo raggiunto Quinper che dista solo 27 Km. ma la
sistemazione nei pressi della cattedrale si è rivelata scomoda e
rumorosa.
22/7
lunedì : Abbiamo
visitiamo la cattedrale del ‘300 e percorso le vie del centro, che hanno
caratteristiche facciate a graticcio. Per strada normale abbiamo raggiunto
alle 12:00 Locronan (Km 49129). Il centro storico si è rivelato
decisamente interessante. La chiesa gotica (in restauro) ha belle vetrate.
Le vie sono caratteristiche e ben conservate. Abbiamo pranziamo in una
creperie del centro, ben arredata, spendendo 23:30 € in tutto. Nel primo
pomeriggio ci siamo incamminati alla volta di Donamenez e qui abbiamo
visitato il Museo della Pesca (16,37 €). Una delusione perché conserva
poche imbarcazioni di piccolo cabotaggio relativamente recenti.
All’esterno si visitano due piccoli pescherecci di modesto interesse.
Usciti dal paese abbiamo percorso il tratto di costa verso Pointe de Raz
alla ricerca di alcuni scorci. La località più interessante si è
rivelata Pointe de Miller: lasciato il camper nel parcheggio si raggiunge
una villa abbandonata sull’alta scogliera mediante sentieri tra felci ed
erica in fiore. A Pointe de Luguenes siamo incappati in una stretta strada
sterrata che ha messo a dura prova le mie doti di autista. Pointe de
Brezellec è una insenatura che accoglie un piccolo porticciolo. Alle
19:00 siamo arrivati a Pointe de Van, dotato di ampio parcheggio gratuito.
Il panorama qui è molto bello ed è stata inevitabile una passeggiata sugli scogli. Pointe du Raz, poco distante e
molto più noto, è risultato sgradevolmente turisticizzato, pieno di
negozietti e ristoranti. Una navetta gratuita conduce al faro. La sosta
per i camper è abbastanza cara ( 5 € - 10 se è anche notturna). Per
questo motivo, visitata a piedi la punta, siamo ritornati a Pointe du Van
per la notte.
23/7
martedì: Ci
siamo avviati verso Pointe de Penhir al mattino, sostando lungo
l’itinerario per visitare la Chappelle de St. Marie du Menez-Hom,
piccola e poco conosciuta ma che è risultata molto bella. All’interno
vi era una musica di sottofondo che creava una atmosfera alquanto
tenebrosa. Poco distante vi è la collina di Menez-Hom (Km. 49252), alta
poco più di 300 metri. Dall’alto si dovrebbe godere di una superba
veduta fino al mare, tempo permettendo. Secondo la guida questa visita
vale il viaggio ma il signor Michelin deve aver girato ben poco per fare
affermazioni di questo genere. Dopo una breve sosta per il rifornimento
siamo arrivati a Pointe de Penhir (Km. 49290). Il luogo è risultato
veramente delizioso. Il promontorio a picco sul mare è formato da massi
di granito che rendono l’ambiente molto suggestivo. In lontananza si
scorgono scogli e piccole isolette. Purtroppo il tempo è cambiato ed
cominciata una fastidiosa pioggerellina. Dopo pranzo abbiamo visitato poco
distante alcuni bunker della seconda guerra mondiale, costruiti dai
tedeschi in difesa della costa. Un piccolo museo ricorda i tristi
avvenimenti dell’epoca. Durante i tragitto di ritorno, proprio al bordo
della strada, si intravede un altro sito preistorico che ci è sembrato di
scarso interesse (Allineamenti di Lagatjar). Siamo così arrivati al
Calvario di Pleyben (Km. 49350) di cui abbiamo visitato
l’esterno e la chiesa. Questi calvari sono strutture monumentali
in granito situate davanti a molte chiese della Bretagna. Sono decorati
con bassorilievi che ricordano la vita di Cristo con particolare riguardo
con il periodo della Passione. Elena si è molto più interessata alla
visita di un vicino negozio di cioccolatini con degustazione. L’annessa
fabbrica di cioccolatini era purtroppo chiusa. Abbiamo proseguito verso
Commana sostando al Dolmen di Mougau, in campagna, nei pressi di una casa
di contadini. Forse è poco noto ma ben conservato. Abbiamo poi visitato
la chiesa di Commana (di poco rilievo rispetto alle altre). Siamo arrivati
a Huelgoat (Km. 49402) alle 19:20 e abbiamo cenato sul lago. Dopo cena
abbiamo visitato la piazzetta e siamo entrati nella chiesa che era aperta
ma del tutto buia. Appena entrati abbiamo udito strani scricchiolii e
rumori sinistri cui è seguito il suono della campana delle 22:00.
Impressionati dalla atmosfera tenebrosa abbiamo optato per una fuga
precipitosa. Ci siamo sistemati in un comodo parcheggio presso il
municipio, indicato come area camper e dotato di acqua e bagni.
24/7
mercoledì Abbiamo
dedicato la mattina al percorso naturalistico di Huelgoat. Si segue il
sentiero lungo il torrente visitando vari ammassi di rocce ricoperte da
muschio di verde intenso cui sono stati assegnati nomi suggestivi: il Caos
del Mulino, la Grotta del Diavolo, la Roccia Tremolante. L’itinerario è
risultato molto gradevole. Verso le 11:30 siamo ripartiti verso il
Calvario di St. Thegonnec (Km. 49436), sicuramente uno dei più famosi
della Bretagna. Purtroppo è stato fortemente danneggiato da un incendio
nel 1998 e risulta in restauro. Il pezzo forte è contenuto in una cripta
dell’ossario ed è costituito da un complesso ligneo raffigurante Cristo
deposto dalla croce e circondato dagli apostoli. Dopo pochi Km eccoci al
Calvario di Guimilliau. La struttura è veramente bella e ben conservata.
La chiesa è circondata da giganteschi cespugli di ortensie e anche
l’interno ha un notevole fascino. Abbiamo pranzato con baguettes,
salsicce e patè. La guida indicava un camper service e ne pertanto
approfittato. Siamo poi partiti verso Plestin-les-Greves, seguendo la
Corniche D’Armonique, fino a Locquirec (43 Km.). Dopo una breve sosta in
spiaggia, abbiamo seguito la costa verso est e ci siamo fermati nella
spiaggia denominata Lieue de Greves, vicino a St. Michel en Greve. La
spiaggia è molto vasta, grazie alla bassa marea e i coraggiosi che
vogliono fare il bagno devono percorrere centinaia di metri per arrivare
all’acqua. Poco distante viene praticato il wind surf da sabbia: curiosi
veicoli a tre ruote sono sospinti da enormi vele colorate e corrono veloci
sulla sabbia compatta. Lo spettacolo è risultato decisamente insolito e
divertente per cui ho scattato numerose foto. Un altro insolito sport
praticato sulla sabbia è la corsa con lo skateboard tirato da un enorme
aquilone tipo parapendio. Presso Trebeurden (19 Km.) ha inizio la rinomata
costa di granito rosa. Siamo saliti
ad un belvedere con un ampio parcheggio, denominato Pointe di Bihit, da
cui si gode una splendida veduta della costa e di una sottostante penisola
ricca di vegetazione. Un privilegiato (il vicesindaco?) ha avuto la
possibilità di costruire la sua casetta (si fa per dire) in una posizione
invidiabile. Il resto del paese non è un gran che per cui abbiamo
proseguito verso Nord-Est fino a Landrellec. Con una breve deviazione
siamo arrivati su un bel tratto di costa segnalato da alcuni amici di
Ferrara. L’ambiente è risultato molto selvaggio e invitante, ma abbiamo
preferito proseguire fino a Tregastel-plage (ad appena 9 Km.)
parcheggiando vicino al mare verso le 18:30. Abbiamo percorso a piedi un
sentiero che, dalla spiaggia denominata Greve Blanche, porta al di là del
capo, a Plage de Coz-Port, attraverso enormi massi granito rosa. Il
percorso permette splendide vedute sulla costa e sulla laguna, punteggiata
da scogli arrotondati dal vento. Indimenticabile la cena al ristorante La
Greve Blanche, specializzato in crostacei. Elena e Mari sono state servite
con enormi piatti di cozze mentre io mi sono accontentato di un misto di
crostacei: gamberoni, ostriche, lumache di mare, gamberetti e per finire
il mitico granchio. Era enorme e non sapevo da dove cominciare. Ci ho
messo molto impegno ma gli effetti sono stati disastrosi: con lo
schiaccianoci sono riuscito perfino a sparare frammenti di chele addosso
al cameriere. La spesa è stata di 53 € in tutto.
25/7
giovedì Purtroppo
il tempo era cambiato e al risveglio abbiamo trovato una pioggerella
insistente. Ci siamo spostati a Ploumanach che dista pochi chilometri
(3,5) Km). Dal porticciolo inizia un percorso a piedi che in breve tempo
ci ha condotto ad un meraviglioso tratto di costa con massi di granito di
tutte le forme, alternati a piccole insenature. Da una parte una splendida
casa con torre circolare, che gia avevo visto in foto su riviste
specializzate, e dall’altra un faro, pur esso di granito rosa.
Successiva tappa a Treguier (distante 26 Km.), ove abbiamo visitato la
cattedrale con la tomba di St. Ivo, il chiostro e il Tesoro, con il cranio
(senza denti davanti) e le reliquie del santo. Al rientro al camper siamo
stati colti da un acquazzone. Dopo pranzo ci siamo diretti verso nord,
superando il villaggio di Plougrescant, fino al Pointe du Chateau e Le
Guoffre (circa 10 Km.). E’ proprio qui la famosa casa bretone tra le due
rocce vista su Meridiani, ma al di là della casa, bellissima, tutto il
paesaggio è veramente straordinario per le forme insolite dei massi di
granito rosa in parte affioranti dall’acqua e dalle secche della bassa
marea. L’atmosfera era resa cupa dalla nebbiolina in lontananza. Alle
18:30 siamo arrivati a Dinan (dopo 122 Km.) e abbiamo visitato la
splendida città medioevale percorrendo le vie tipiche del centro storico
con facciate a graticcio. Particolarmente bella la Rue de l’Horloge.
Siamo ripartiti dopo le 20:00, diretti a Cap Fréhel (45 Km) e abbiamo
cenato nel parcheggio dopo circa un’ora, dopo un occhiata preliminare al
faro e alla scogliera intorno.
26/7
venerdì La
giornata era decisamente uggiosa. Dopo la visita al faro, al capo e agli
immediati dintorni abbiamo proseguito, sostando in una fattoria
specializzata nella produzione di formaggi di capra. Dopo un cospicuo
assaggio, abbiamo acquistato cinque piccole formelle a diversa
stagionatura. Abbiamo evitato la visita al castello di Fort la Latte per
il maltempo. Procedendo verso St. Malò il tempo è progressivamente
migliorato ed è ritornato il sole. All’ingresso della città (45 Km.),
ancora sulla tangenziale, abbiamo trovato l’indicazione di un grande
parcheggio custodito, con navetta gratuita per il centro ogni 15 minuti.
La sistemazione è ottima, con costo molto contenuto (2 € per l’intera
giornata – non possibile la sosta notturna) e la navetta conduce
esattamente di fronte alla Porta St. Vincent, l’ingresso della città
storica. Abbiamo percorso i bastioni, ammirando il vasto panorama che
spazia fino a Cap Frehel e abbiamo attraversato poi i vicoli del centro
fino alla Cattedrale di St-Vincent con bellissime vetrate nell’apside.
Tramite la comoda navetta siamo rientrati per il pranzo nel camper verso
le 13:30. Poco distante da St. Malò, esattamente a Rotheneuf, abbiamo
visitato il curioso museo delle Rochers sculptes (2,5 €). Su di una
scogliera in posizione invidiabile, l’abate Fourè, alla fine
dell’ottocento ha scolpito circa 300 personaggi nel granito. E’ una
sosta breve e abbastanza divertente. Una tappa d’obbligo è costituita
da Pointe du Gruin (18,6 Km. da St.Malò), che richiede una breve
deviazione. Dall’alto della scogliera lo spettacolo è notevole, sia
verso est che verso ovest. All’orizzonte si delinea il profilo
inconfondibile di Mont St. Michel. Siamo scesi verso Cancale, a 5 Km.,
porticciolo rinomato per l’allevamento e la raccolta delle ostriche.
Purtroppo gli spazi di manovra sul porto sono molto ridotti e vi sono
ovunque divieti per i camper. Mi sono fermato giusto per fotografare la
vasta distesa di gabbie di legno disposte sulla riva del mare. L’area di
sosta prevista per i camper è distante dal centro. E’ munita di servizi
di scarico, ma per avere l’acqua occorre procurarsi un gettone da 2 €
tornando in paese, non è ben chiaro dove. Viva la comodità ! Finalmente
ci siamo avvicinati a Mont St. Michel (circa 45 Km. da Cancale). Il colpo
d’occhi è veramente grandioso. Ci siamo sistemati nell’ampio
parcheggio destinato ai camper verso le 17:30. Nel momento di bassa marea
la laguna è trasformata in una vasta distesa di fanghiglia. Superata la
cinta di mura abbiamo percorso la via principale, denominata Grand Rue,
tra antiche case in pietra e legno con facciata a graticcio. Purtroppo le
belle abitazioni sono invase da negozi di paccottiglie e da piccoli
ristoranti o gelaterie. Abbiamo acquistato per 15 € (gratuito per i
bimbi) un buono che consente la visita a 4 musei consigliati dalla guida.
Il primo è l’antica abitazione (del 1300) della moglie di un capitano
del Monte. La visita si rivela modesta e limitata. Segue la visita al
Museo Archeologico, decisamente più interessante (molto particolare il
periscopio di Leonardo). Dopo cena, verso le 21:00, abbiamo seguito, nei
pressi del parcheggio degli autobus, l’avanzata della marea. In 45
minuti tutto il parcheggio è risultato invaso dall’acqua e noi stessi
abbiamo dovuto salire sull’argine. Il fenomeno è davvero impressionante
! Siamo saliti all’Abbazia per la visita notturna “Son et Lumière”
(9 € - bimbi gratuito) e qui abbiamo seguito un itinerario di luci che
ci ha accompagnato di sala in sala. La sapiente illuminazione, la musica
di sottofondo, gli effetti sonori e visivi hanno saputo creare una
atmosfera veramente magica. Abbiamo visitato la sala dei pellegrini, il
refettorio, il chiostro (tisana rovesciata da Elena sui miei pantaloni),
le varie cappelle e la chiesa.
27/7
Sabato Siamo
ritornati nel monastero in una splendida giornata di sole per completare
la visita. Abbiamo fatto il giro dei bastioni interrompendo l’itinerario
per visitare l’Archeoscope. Si tratta di un sofisticato audiovisivo che
ci accompagna indietro nel tempo, fino alla nascita del Mont St. Michel.
Molto bello. Segue la visita al Museo Marittimo, l’ultimo acquistato nel
pacchetto di cui sopra. Una serie di proiezioni, illustrate in modo
simpatico, ci chiarisce l’origine delle maree e ci svela i segreti e i
pericoli della laguna. Siamo poi fuggiti dal monastero, ora letteralmente
preso di assalto dai turisti. Pochi chilometri dopo, una sosta al Mc
Donald mi è costata una strisciata al camper. Viva la globalizzazione.
Siamo arrivati a St. Mère Elise (119 Km.) verso le 15:30. Dal campanile
della chiesa pende il manichino di un paracadutista americano. Ricorda un
avvenimento del mitico D-day. Nei pressi un piccolo museo (5 € ad. – 2
€ bn.) presenta armi, divise e fotografie dello sbarco. Contiene anche
un aereo destinato al trasporto dei paracadutisti. Abbiamo seguito il
litorale dello sbarco verso ovest, facendo tappa a Utaha Beach (piccolo
museo con esposizione di un piccolo carro armato americano). Abbiamo
trovato bellissime conchiglie sulla spiaggia. Ci siamo sistemati in un
piccolo parcheggio della spiaggia di Colleville (65 Km.), in località
denominata Omaha Beach, ora rinomata per un mega residence.
28/7
Domenica Ho
visitato il Cimitero americano di Colleville da solo: 9387 bianche croci
perfettamente allineate a strapiombo sulla spiaggia di Omaha, una cappella
e un semplice memoriale per pensare. Dopo pochi Km. siamo arivati a
Longues-sur-Mer. L’area conserva alcuni bunker della artiglieria tedesca in discreto stato di conservazione: i cannoni sono
ancora presenti e puntati verso il mare. Il paese più strategico è però
Arromanches (16 Km. da Coleville). Abbiamo parcheggiato il camper ad est
del paese, nei pressi del Cinema Circulaire, pagando 2 € per la sosta.
Una navetta gratuita conduce in paese ogni mezz’ora. Il Museo dello
Sbarco espone, assieme alle armi e alle divise, una serie di plastici che
illustrano la realizzazione del porto artificiale che divenne il punto di
approdo delle navi e dei mezzi da sbarco degli alleati e consentì quindi
il continuo rifornimento dei militari. Abbiamo assistito a due proiezioni
di grande interesse e impatto emotivo riguardanti la dinamica dello sbarco
e l’allestimento del porto artificiale. Poco distante dalla riva
affiorano dall’acqua i resti affioranti di alcuni cassoni di cemento
utilizzati per il porto. Rientrati al parcheggio, ci siamo fermati al
cinema Circolare. La proiezione a 360° dura
18 minuti e ha solo un commento musicale ma risulta molto
emozionante. Verso le 15:30 siamo partiti per Bayeux, che dista solo 9 Km.
La cattedrale gotica ha una splendida facciata ma è in parte in restauro.
Presso il Museo della Regina Matilde (Ad. 6,40 – Bn. 2,60), indicato
come Tapisserie de Bayeux possiamo ammirare il famoso arazzo di Guglielmo
il Conquistatore. Un’audioguida in italiano illustra in modo rapido ed
efficace i vari pannelli ricamati. Siamo ripartiti verso le 17:30 diretti
a Deauville. Questa zona è punteggiata di lussuose ville con facciata a
graticcio, tetto di ardesia e talvolta di paglia e circondate da grandi
parchi. Dobbiamo deviare per strade secondarie per l’intenso traffico
dei vacanzieri che ha creato una lunga colonna. Troviamo un piccolo
campeggio (Camping de la Plage) più ad ovest, a Blonville (92 Km. da
Bayeux), e ci fermiamo per la notte. Il campeggio si dimostra totalmente
inadeguato. E’ sprovvisto di scarichi per camper e il carico d’acqua,
eseguito nei bagni, richiede una scomoda sistemazione. Risulterà inoltre
notevolmente caro (24 €) rispetto alla media. D’altra parte è
l’unico campeggio nel raggio di molti chilometri.
29/7
lunedì: Al
mattino ci ha sorpreso una fitta nebbia. Ci siamo diretti verso ovest
ricercando la località denominata La Falaise des Vaches Noires, una
falesia giurassica ricca di fossili. Purtroppo l’informazione non
risulta aggiornata, visto che da tempo il luogo è inagibile per frane.
E’ poi comparso di nuovo il sole per cui siamo tornati a Deauville,
parcheggiando sul lungomare senza difficoltà. La spiaggia è enorme e la
distanza delle cabine al mare è decisamente notevole. Gli ombrelloni sono
muniti di un largo telo colorato che arriva fino alla sabbia e crea una
specie di cabina. Passeggiamo per il centro per ritornare poi al camper.
Trouville è al di là del canale e si presenta molto più vivace, con
negozi e ristoranti sul lungomare e un fitto passeggio. Seguendo le
indicazioni verso Honfleur (a 15 Km. da Deauville) abbiamo trovato
un’area camper con acqua e scarichi in un vasto parcheggio vicino al
centro. Il porticciolo è risultato veramente al di sopra delle
aspettative: le case hanno la facciata di ardesia e legno e sono
ricoperte di fiori. Passeggiando per il borgo si arriva alla chiesa
di Santa Caterina, interamente costruita in legno, in una piazza da sogno.
Siamo stati d’accordo nel dare al paese il massimo punteggio del
viaggio. Attraversato il Ponte di Normandia (molto bello – 5 €), per
strade secondarie, aiutati dalla carta Michelin al 200.000 siamo saliti
verso nord, fino a Etretat (circa 65 Km da Honfleur), il paese di Arsenio
Lupin. Il vasto parcheggio all’ingresso del paese è consentito ai
camper solo fino alle 17:00. Sono di poco superate, ma tentiamo il colpo.
Il paese, con belle case d’epoca, è un intrico di viuzze, con auto
parcheggiate malamente ed è un rischio per il camper. La lunga spiaggia
è di grandi ciottoli ed è rinchiusa ai lati da alte falesie bianche.
Abbiamo percorso il lungomare verso ovest, salendo poi tramite scalette e
sentieri, sulle rocce. Man mano si sale, il panorama diviene più ampio ed
emozionante. La costa presenta strapiombi da vertigine, alternati ad archi
naturali e lunghe spiagge solitarie. Il vento e l’urlo dei gabbiani
completano il quadro. Il sentiero costeggia un campo da golf e per
l’occasione si cimentavano nella gara personaggi di dubbia capacità.
Siamo stati presi di mira da uno di questi che, dopo numerosi tentativi
infruttuosi, ha sparato un tiro di estrema potenza tanto che la palla,
superata la recinzione, è rimbalzata sul terreno a un passo da noi per
poi cadere dalla falesia. Il ritorno è stato allietato da numerosi
coniglietti nel prato, una piccola famigliola che ha ricordato ad Elena il
nostro Clementino. Al camper abbiamo trovato un avviso della gendarmeria
ci ricordava il divieto di parcheggio dopo le 17:00. Per fortuna non è
scattata la multa. Ci siamo avviati verso sud-est vero le 20:00,
proseguendo sulla D940, sulla D139 e sulla N15. Ci siamo fermati a
Valliquerville (Km 53), in un tranquillo parcheggio di fronte al municipio
per la cena e la sosta notturna.
30/7
martedì: Pioggerellina
al risveglio. Poi verso Rouen senza fretta (41 Km.). Siamo entrati in città
verso le 12:00 senza difficoltà, trovando un parcheggio a pagamento lungo
la Senna. Abbiamo visitato la cattedrale gotica di Notre Dame, la chiesa
di St. Maclou, il Palazzo di Giustizia, ma siamo stati colpiti soprattutto
dai piccoli vicoli del centro con case antiche in legno, sasso e ardesia
ancora ben conservate. Al contrario le chiese, notevolmente danneggiate
durante il periodo bellico, sono ancora in restauro. Molto bella la torre
dell’orologio (Gross Horologe), con relativa via chiusa al traffico e la
rue Eau-de-Robec, antica via di tintori fiancheggiata da un piccolo
canale. Verso le 16:00 ci siamo diretti verso Parigi. Siamo entrati in
città senza particolari difficoltà (124 Km), grazie alle chiare
indicazioni e ci siamo diretti al Parco della Villette, area di Parigi mai
visitata. I parcheggi consigliati sono tutti inaccessibili per i camper
(sbarra) ma fortunatamente abbiamo trovato uno spazio lungo la strada a
breve distanza. L’impressione iniziale della Citè des Sciences è
risultata modesta ma la struttura architettonica con il famoso Geode è
invece notevole. I programmi di visita terminano alle 18:00 per cui ci
siamo limitati ad una occhiata generale rimandando la vista al giorno
successivo. Abbiamo così raggiunto Eurodisney (47 Km) per trascorrere la
notte. Come tanti altri camperisti abbiamo trascorso la notte appena fuori
dall’entrata del parco per evitare di pagare un doppio biglietto (17
€).
31/7
mercoledì: Siamo
partiti in treno da Eurodisney raggiungendo in circa 1 ora la Villette. La
visita è risultata molto interessante anche se faticosa. I padiglioni più
belli riguardano gli effetti ottici e gli esperimenti di fisica. Alcune
arre, come quella della medicina, sono decisamente scarse. Abbiamo
trascorso la sera ad Eurodisney, di cui abbiamo visitato il Disney
Village, aperto fino a tardi e pieno di negozi e ristoranti a tema.
1/8
giovedì: Tutta
la giornata è stata dedicata al parco attrazioni. Finalmente Elena ha
potuto salire sulle Space Mountain e sulla giostra di Indiana Jones,
particolarmente agghiaccianti. Abbiamo trascorso di nuovo la notte ad
Eurodisney.
2/8
venerdì: Sono
partito presto da Parigi e, seguendo l’itinerario preparato con
Autoroute Express, sono riuscito a raggiungere il confine italiano senza
percorrere nessuna autostrada, quindi con costi zero. Ho attraversato il
confine mediante il Passo del Moncenisio, evitando quindi costose gallerie
e sono entrato in Italia a Susa, facendo tappa in autostrada per la notte.
3/8
sabato: Senza
grandi difficoltà siamo arrivati a Mirandola in mattinata. Partenza
da Mirandola: Km.47000. Arrivo:
Km. 51728. Chilometri
percorsi: 4728
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