Esasperato da una moltitudine di problemi di ordine
squisitamente edilizio mi sono rifugiato nella mia casetta mobile
per una transitoria “fuga dalla realtà”, dirigendo il mezzo
ricreazionale verso ovest, come i pionieri del vecchio West. La
proposta di Giorgio era allettante: dalla pianura padana una
traversata lungo il percorso del 45° parallelo fino all’oceano
atlantico, ai piedi della duna di Pilat. Allettante quanto
ambiziosa: in effetti non siamo riusciti a completare l’impresa e
ci siamo limitati alla porzione orientale dell’Aquitania, la
regione del Perigord.
Mercoledì 23 marzo: Siamo partiti con un po’
di ritardo alle 15:15 e, nonostante l’intenso traffico sulla
tangenziale di Torino, siamo riusciti a superare il passo di
Monginevro arrivando alle ore 21:00 circa a Briançon.
Giorgio e famiglia ci aspettavano in un vasto parcheggio all’
ingresso del paese. Cena e notte tranquilla.
Giovedì 24: Il primo tratto di strada
nazionale ci ha notevolmente caricato: dopo una notte di pioggia,
era tornato il sereno e il percorso attraverso il passo di
Lauteret si stava dimostrando particolarmente gradevole, con
splendidi panorami sulle montagne ancora innevate. Ed ecco
l’imprevisto: proprio davanti a noi, si è staccato un pezzo di
montagna bloccando completamente la strada. Un minuto d’anticipo e
sotto quella frana c’eravamo noi !!! Mancavano 50 Km a Grenoble ma
siamo stati costretti al ritorno a Briançon. Da qui seguendo la
strada verso sud, per Gap, siamo finalmente arrivati a Grenoble e da
qui a Lione. Il percorso scelto si è dimostrato particolarmente
infame: strade strette, tortuose tra montagne e piccoli paesi hanno
accentuato notevolmente il ritardo, per cui siamo arrivati a
Clermont-Ferrand verso le 20:30. Col famoso senno di poi avremmo
dovuto ritornare in Italia da Briançon e servirci del tunnel del
Frejus ma come fai a tornare in Italia dopo che sei appena entrato
in Francia? E dove metti il costo del tunnel (39 € - ladri !!!)
quando hai appena comprato una casa e non hai i soldi per pagarla?
Per fortuna abbiamo trovato un’ ottima sistemazione per la
notte nella piazzetta di Ceyrat, salutati da un gruppo di ubriachi.
Venerdì 25: Partiti alle 8:00, dopo un tratto
di strada tortuosa, a Rochefort-Montagne siamo entrati nella nuova
autostrada, non ancora presente nella mia carta del 1999. E’
straordinario come questi francesi continuino a costruire strade
mentre noi facciamo solo chiacchiere.
L’autostrada termina a Brive. Dopo un breve passaggio
camperistico con relativo ingorgo nel centro di Terrasson, un
bel paese medioevale, alle 11:30 siamo arrivati a MONTIGNAC
la prima tappa del nostro itinerario. Siamo andati subito alla
biglietteria delle grotte di Lascaux, a 2 km. dal paese,
perché dalle relazioni di turismoitinerante.it, il nostro vangelo,
risultava necessaria la prenotazione. In una
splendida giornata abbiamo visitato Montignac, tranquillo
villaggio medioevale sulle rive del fiume Vézère.
Nel pomeriggio, in bicicletta, abbiamo seguito il fiume Vézère,
sulla riva sinistra. Dopo un primo tratto pianeggiante sono comparse
rampe mostruose che mi hanno impegnato fino allo spasimo. In realtà
si trattava di brevi salite ma ugualmente faticose per chi come me
non ha alcun allenamento. Abbiamo raggiunto THONAC, un
minuscolo villaggio con una chiesa caratteristica. Poco più avanti,
per riprender fiato, abbiamo sostato nelle vicinanze di una fattoria
e il fattore ha invitato le bimbe a vedere gli animali. Tra questi
un pony chiamato Pilù di cui Elena si è perdutamente innamorata.
Del tutto stravolto dall’immensa fatica ciclistica mi sono
rifiutato di proseguire e, assieme a Giorgio, più arzillo che mai,
mi sono adeguato a ritornare sui miei passi, o meglio sulle mie
pedalate, per recuperare i camper e raggiungere gli altri a ST. LEON SUR VEZERE. Come
tutti i villaggi della zona, è dotato di una splendida area camper.
Il paesino è minuscolo ma magnifico: vie caratteristiche,
una bella chiesa e un castello (non visitabile). Alcuni chiassosi
suonatori di fisarmonica ci hanno fatto supporre una serata poco
tranquilla per cui abbiamo deciso di proseguire. Diretti verso sud,
siamo passati nei pressi di La Roque, villaggio troglodita,
raggiungendo così Les Eyzies, altro paese sul fiume Vézère.
Qui lo sport nazionale è costruire case in bilico sul fianco della
montagna. Approfittando di grotte e anfratti naturali, gli
architetti medioevali del posto hanno pensato di ricavare abitazioni
tanto suggestive quanto scomode. Gli edifici sono in parte scavati
nella roccia, mentre la facciata è in materiale tufaceo. Non è
chiaro il motivo: fatti estetici? costruire su per coltivare giù?
evitare le piene del fiume? difficile accesso a ladri, zingari e
tossico? Non sono stati però risolti problemi vitali tipo: dove
parcheggio l’auto? come ci arrivo con le sportine della spesa? se
il pallone vola giù? come fa ad arrivare il lava-spurgo? Bella
passeggiata tra queste strutture. Cena e notte nella vasta area
camper sul fiume.
Sabato 26:Giornata di sole. Alle
10:30 abbiamo iniziato la visita alle grotte di LASCAUX.
In realtà si
visita una perfetta riproduzione delle grotte, costruita per evitare
il deterioramento delle pitture da cambiamento del microclima
causato da vapori e gas naturali emessi dai visitatori. Le grotte
sono state scoperte nel 1940 da quattro bimbi e un cane, per caso.
La visita è guidata, a gruppi di 20-30 persone. La ricostruzione è
perfetta e molto suggestiva. Nonostante il divieto e la poca luce
sono riuscito a rubare qualche foto senza flash. Sto pittore di
Cromagnon, 15 mila anni fa, era sicuramente ossessionato da tori e
cavalli. A SARLAT LA CANEDA (26 Km.), come a Mirandola, c’è
il mercato al sabato per cui parcheggiare è alquanto problematico.
Alla fine siamo riusciti a sistemarci nell’area camper, non senza
qualche difficoltà. E’ questo il paese più rinomato dell’area.
Dopo pranzo siamo scesi nel centro storico, ancora in parte occupato
dalle bancarelle del mercato settimanale. E’ qui che Giorgio,
perfettamente indifferente agli evidenti toni di disapprovazione
generale, ha acquistato un discutibile baschetto tipicamente
francese. Di tutto pur di nascondere la calvizie incipiente. Gli
edifici medioevali che costeggiano le vie del centro storico sono
ben conservati e perfettamente restaurati. Vi sono angoli e
piazzette molto suggestive. Ormai al termine della visita siamo
stati colti da un violento acquazzone per cui ci siamo riparati
nell’androne di un albergo. Dopo 12 Km. abbiamo raggiunto un altro
splendido villaggio LA ROQUE GAGEAC, dotato di una vasta area
camper attrezzata sulla riva della Dordogna. Anche qui abitazioni
medioevali scavate sul fianco della montagna. Per la
forte pioggia solo Giorgio ed io ci siamo inerpicati in
esplorazione tra le viuzze. Poco distante, percorrendo una lunga
deviazione agibile ai camper, ecco DOMME, piccolo paese tra
le colline circondato dalle mura. La bella area camper è un po’
periferica ma con un trenino siamo arrivati al borgo medioevale.
Il trenino costa 2 € a cranio ma in realtà è
perfettamente inutile vista la minima distanza. La chiesa è
suggestiva e dal belvedere lo sguardo si perde sulla vallata. Altri
2 € me li ha fregati il camper service senza darmi il carico di
acqua. Siamo rientrati a piedi ai camper. Cena e notte.
Domenica
27: Volevamo assistere alla Messa Pasquale nel suggestivo paese
di POMPON ma non ci siamo ricordati del fuso orario per cui abbiamo
ripiegato su CENAC. In effetti le funzioni religiose nella
zona sono rarissime, anche nel giorno di Pasqua. Abbiamo pranzato a BEYNAC,
paese medioevale sulla Dordogna, dominato da un bel castello.
Dall’alto, il paesaggio sul fiume è magnifico. Abbiamo evitato la
visita all’interno del castello per i prezzi proibitivi. Pioggia a
tratti. Abbiamo seguito la strada lungo la riva sinistra della
Dordogna, facendo una deviazione fino a MONTFORT. Questa zona
è famosa per l’allevamento delle oche e delle anatre, per
ricavare il famoso “foie gras” spesso “de canard”, cioè di
anatra. In effetti qua e là abbiamo incontrato questi allevamenti
che naturalmente ho fotografato. Questa volta la mia curiosità è
stata punita dalla recinzione del pascolo, fatta con filo elettrico
(avessero messo un cartello i maledetti !!). Il percorso lungo la
Dordoga è terminato a Souillac (carino ma non ci siamo fermati).
Siamo poi entrati in autostrada, direzione nord, uscendo nei pressi
di TURENNE. Dopo la sistemazione in un parcheggio di
difficile accesso, siamo andati a caccia di un ristorante senza
successo: il bel paese medioevale sembrava del tutto disabitato.
Lunedì 28: COLLONGES LA ROUGES è stato il pezzo forte del
nostro viaggio. Un minuscolo villaggio tutto di pietra rossa come
dice il nome stesso. Strette vie, fontane, lavatoi, piccoli
castelletti ed una bella chiesa. Per una strana concessione
medioevale qui gli abitanti non pagavano le tasse per cui molti
ricchi dell’epoca si erano rifugiati in questa oasi felice. Una
Montecarlo del passato. Una breve sosta a BEAULIEU SUR DORDOGNE.
Abbiamo lasciato Elena nel camper parcheggiato nella piazzetta e ci
siamo inoltrati nel centro storico fino a raggiungere ancora una
volta il fiume. Qui regnano incontrastati la pace e la tranquillità.
Giorgio si è perso nelle sue divagazioni sull’acquisto di una
canoa. Io, come al solito, mi sono perso a fare foto. Tappa ad ARGENTAT
solo per qualche scatto, anche se il lungofiume merita, perché
circondato da case medioevali. Abbiamo pranzato ad Aurillac in
piccolo parcheggio nei pressi del fiume. E’ una città grande ma
non attraente. Abbiamo proseguito verso nord est in zona montagnosa
attraverso il tunnel du Lioran. A Massiac ci siamo salutati e siamo
entrati in autostrada in direzione casa. A St. Etienne, verso sera
abbiamo trovato un traffico molto intenso con lunghe code
autostradali in direzione Lione. A tratti ho utilizzato le statali.
Nei pressi di Vienne ho preso definitivamente la D 75, una nazionale
drittissima che passa a sud di Lione e permette di tagliare fuori la
città. Abbiamo trovato un area di sosta a Chamagneu nei
pressi di L’Isle Dabeau. Purtroppo il sonno è stato funestato
dalle campane che scandivano le ore inspiegabilmente per DUE volte,
a distanza di 5 minuti. Mi sono arrovellato per tutta la notte a
cercare una spiegazione plausibile: campanaro con singhiozzo?
campanaro sordo? campanaro bilingue?
Martedì 28:
Da qui a Modane è tutta autostrada (cara). Attraversato il
Frejus (39 € andata, 49 € A/R se entro 1 settimana) siamo
entriamo in Italia. Pranzo in autostrada e arrivo a Mirandola alle
17:00.
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