La gita a Mirabilandia è stata fatale: Franco e Teresa ci
hanno coinvolti in una vacanza all’insegna del completo relax,
della totale comodità e della non cultura, esattamente l’opposto
del tipo di vacanza che ho sempre ricercato. Ma si sa, passano gli
anni e la carne è sempre più debole. L’unico mio colpo di coda
è stato la fusione del viaggio a Santo Domingo con la successiva
vacanza in Bretagna, senza soluzione di continuo, cioè senza
ritorno a Mirandola. Nonostante la proposta abbia suscitato non
poche polemiche, alla fine è passata.
Domenica 7 luglio: Alle ore 16.00 circa ci siamo
avviati verso Busto Arsizio dove siamo arrivati alle ore 19.20.
Siamo stati accolti dai genitori di Paola che si sono resi molto
disponibili nei nostri confronti. Abbiamo parcheggiato il camper nel
loro grandissimo piazzale e visitato poi la casa nuova di Giorgio e
Paola che si è rivelata particolarmente bella.
Lunedì 8 luglio: Il babbo di Paola ci ha
accompagnati in auto a Malpensa 2 dove, dopo una breve ricerca,
abbiamo trovato Franco, Teresa e Francesca. Al desk della Agenzia
Teorema ci hanno consegnato i biglietti e un kit, con buffi
cappellini immediatamente adottati da Elena e Francesca. Alle 11.45
circa ci siamo imbarcati. Un po’ di emozione per Elena al suo
primo decollo ma in realtà il viaggio si è svolto con estrema
regolarità, tra un pasto e l’altro e alle prese con simpatici
film. E’ un volo diretto, della durata di circa 10 ore ma, causa
il fuso, al momento dell’atterraggio all’aeroporto La Romana
erano solo le 15,30. Un pullman ci ha accompagnati al villaggio VIVA
DOMINICUS, situato sulla costa sud orientale dell’isola. Uno dopo
l’altro siamo stati “punzonati”, cioè forniti di un
braccialetto colorato con funzione di lasciapassare. Questa è
l’arma vincente del villaggio: permette l’accesso a tutti i
servizi e la totale gratuità dei consumi. Il complesso è molto
esteso, circa 3000 posti letto, suddivisi tra bungalow immersi nel
verde e palazzine in muratura. Sei ristoranti, quattro piscine,
discoteca, bar, negozi e un anfiteatro per le serate d’animazione.
Sabbia bianchissima, fine e acqua cristallina con tutte le sfumature
necessarie, dal turchese al cobalto, completano il quadro. Abbiamo
immediatamente inaugurato il nostro bungalow, dotato di un
matrimoniale a tre piazze più un singolo destinato ad Elena che ha
però subito adocchiato le dimensioni del lettone, pregustando le
inevitabili escursioni notturne. Dopo la cena a buffet nel grande
ristorante sul mare, semistravolti dal sonno, ci siamo ritirati in
camera per le disavventure notturne. Poco dopo infatti è venuto un
forte temporale, con tuoni poco concilianti il sonno ed è
cominciato a piovere sul letto da una fessura del soffitto. Abbiamo
rimediato spostando il letto al centro della stanza ma verso le 2,
quando il temporale era terminato, è arrivata una famiglia nel
bungalow contiguo, con tutti i rumori del caso, compreso il pianto
isterico di un pargoletto. Macinando rabbia, sono ricorso alla
inevitabile benzodiazepina per arrivare al mattino.
Martedì 9 luglio: La prima mossa al risveglio è
stata quella di fiondarmi alla reception, per cambiare stanza. La
pioggia dal soffitto mi è sembrata una scusa più che plausibile e
in effetti non ci sono state difficoltà, ottenendo addirittura una
sistemazione contigua a Franco e Teresa. Alle 9:30 tutta la truppa
italiana era convocata nell’anfiteatro, per le istruzioni
generali: orari, pasti, sdraio, teli da bagno, servizi eccetera.
Riunione perfettamente inutile, visto che bastava dire “ fate
quello che vi pare, tanto è all included!”. In un attimo ci siamo
cacciati a mollo, cominciando quella noiosa alternanza bagno-palma
che ha scandito tanti momenti della vacanza. Uno dei punti forte del
villaggio è senz’altro il bar. Il bar rappresenta la “summa”
del piacere. Ogni tua voglia, anche la più sofisticata, ti viene
immediatamente soddisfatta, tranne nel caso di essere servito dalla
cameriera dominicana nuova, un po’ bruttina e irrimediabilmente
lenta. L’italiano medio, vittima delle frustrazioni dei nostri bar
dove, per fare un figurone, offre aperitivi cocktail
ad amici e clienti, ritrovandosi poi conti
da mal di stomaco, al bar del Viva Dominicus si rilassa. Le
prime ordinazioni sono la classica birra alla spina, magari con un
tramezzino o un hot dog, segue poi l’inevitabile Cuba Libre: il
nome si ricorda bene e fa molto caraibi. Ma poi pian piano si
rispolverano cocktail dai nomi elaborati, dal Negroni al Garibaldi,
facili da ricordare, fino ad altri impronunciabili. Si arriva ad
origliare le ordinazioni del vicino, adocchiando il colore del
beverone. Salta così fuori la Tachipirinja che sembra un
antifebbrile ma in realtà è limone, tequila, zucchero e ghiaccio,
molto dissetante. Un percorso tra i bungalow, sotto il sole cocente
delle 13:00, ci ha portato al Ristorante “Grill”, ove tutto è
alla brace (tranne i dolci). Un self-service di braciole e spiedini
ma soprattutto pesce, innaffiato da vino bianco o nero o birra o
coca etc. alla spina a volontà. Nel pomeriggio mi sono dedicato ad
una visita al villaggio. Ad ogni bar ritrovato lungo il percorso era
inevitabile una nuova ordinazione, per cui alla fine mi girava un
po’ la testa. Tra gli edifici del Dominicus Village è stato
allestito perfino un laghetto con i fenicotteri ed un’area per le
iguana. In serata di nuovo a cena: si ricomincia con l’abbuffata.
Nel teatro l’animatore ha illustrato le varie attività del
villaggio, presentando le equipe. Noioso.
Mercoledì 10 luglio: Dopo tanta fatica ci siamo
concessi una intera giornata di riposo. L’unico elemento di
disturbo (si fa per dire) è stato l’utilizzo (naturalmente
included) del kayak a due posti. La prima impresa è stata far
salire Elena ma molto peggio raggiungere il mio buco, perché
l’attrezzo si muoveva continuamente sull’acqua. Superata questa
fase, ho vogato alla disperata per superare le prime onde vicino
alla riva che ti spingono indietro e ti mettono di traverso. Dopo è
iniziata la vera e propria fatica. Vogare non è proprio il mio
mestiere. Si comincia con il male ai muscoli delle braccia, segue il
mal di schiena, per la posizione scomoda. Meno male che pian piano
anche Elena ha cominciato a capire il meccanismo della vogata, per
cui ha dato una mano. L’animazione serale ha presentato lo
spettacolo Mister Dominicus: una gara di destrezza tra alcuni ospiti
del villaggio che si cimentavano in esplorazioni nella jungla,
scoppi di palloncini, rotture di uova in fronte. Molto divertente.
Giovedì 10 luglio: E’ il giorno della gita,
denominata Dominibus. Scopo della gita è la visita dell’isola:
finalmente qualcosa di culturale! Ma come si può visitare S.
Domingo su di un autobus con il tetto di paglia? L’accompagnatore
ha iniziato l’itinerario offrendo rum e Coca Cola a tutti (solo
Coca ai bimbi). Poi musica a tutto volume e merenghe a volontà. Dai
finestrini ci segnalava il villaggi Haitiani,
chiese caratteristiche, ma guai a fermarsi. Una barca ci ha
fatto risalire, per breve tratto, il fiume Chavòn, tra rocce,
mangrovie e immensi alberi carichi di uccelli. Un iguana tra le
rocce. Poi il pranzo, in un ristorante gestito da un italiano, ormai
trapiantato sull’isola. Abbiamo anche visitato un orto botanico,
un confuso agglomerato di piante tropicali di proprietà di un
contadino del posto. Inevitabile la sosta nello spaccio
convenzionato, per acquistare, caffè, cacao e rhum. Dopo la cena e
l’immancabile digestivo al bar, l’animazione ci ha proposto uno
splendido spettacolo: la rivisitazione della favola di Aladino in
stile musical.
Venerdì 12 luglio: La mattina in spiaggia.
L’animazione proponeva giochi tra gli ospiti del villaggio e
l’immancabile Acqua Gym, o gluteo dance che dir si voglia, ma non
abbiamo partecipato. Ho invece scoperto, tra gli scogli prospicienti
alla spiaggia, una ricca fauna di pesci tropicali multicolori, per
cui Elena ed io ci siamo prodotti in una continua esplorazione del
fondale. Abbiamo persino convinto Maria Rosa a provare: dopo
numerosi tentativi di respirazione con il boccaglio, con ripetute
apnee e rischio di soffocamento, finalmente è riuscita a superare
il panico ed è stata dei nostri. Da una profonda analisi delle
dotazioni del villaggio, abbiamo dedotto che esistono due profonde
lacune che speriamo possano un giorno essere colmate: al bar mancano
le arachidi da abbinare agli aperitivi, ma soprattutto la Nutella.
Alle 14:30 siamo partiti verso la insenatura di Bayahibe per una
breve escursione sulla barriera corallina. L’area non è molto
estesa ma l’acqua è cristallina per cui consente una buona
visibilità del fondale. Lo spettacolo serale era una rivisitazione
di Greese: belle scenografie e costumi. La protagonista femminile
era però interpretata da un maschietto, bravissimo ballerino ma con
modi decisamente ambigui.
Sabato 13 luglio: Tutta la mattina se ne è andata
con la gita all’Isola Catalina, una delle due isole prospicienti
alla costa (l’altra è l’Isola Saona, pare molto spettacolare
come vegetazione). Un fuoribordo da 400 Hp ci ha portato ad alta
velocità, tra spruzzi e salti sull’acqua, su due diversi fondali,
veramente belli. Elena, Mari ed io ci siamo prodotti in una mega
escursione con maschera e pinne, tra variopinti branchi di pesci. Al
rientro l’accompagnatore ha effettuato alcune deviazioni sulla
costa per farci ammirare i porticcioli dei VIP con splendidi yacht e
le ville di Julio Iglesias e Madonna.
Nel primo pomeriggio mi sono iscritto alle lezioni di vela
e con un accompagnatore ho fatto un breve escursione con virate e
strambate. Il noioso pomeriggio sulla spiaggia è stato interrotto
da questi “fastidiosi” animatori che vestiti, non so perché, da
egiziani distribuivano bibite, birra e hot dog a volontà agli
ospiti sotto le palme. Abbiamo trascorso la serata al Ristorante
messicano. Alla sera l’animazione ha proposto uno spettacolo di
balli Latino Americani, con costumi variopinti.
Domenica 14 luglio: Dopo la mattinata in
spiaggia, tra bagni, snorkeling, kayak e letture di libri impegnati,
abbiamo scelto il pranzo al Ristorante Grill. Nel pomeriggio scuola
di vela per me e treccine per Elena e Francesca. Il tempo è poi
peggiorato e verso sera è venuto un temporale, durato peraltro
un’oretta. Dopo cena abbiamo assistito allo spettacolo più bello,
intitolato “La storia del mondo”, una rassegna di momenti della
storia dell’uomo, dalla preistoria al futuro. Al termine, tutti in
spiaggia, per un nuovo spettacolo “gitano” e, verso la
mezzanotte, grigliata per tutti.
Lunedì 15 luglio: E’ l’ultima mattina, dedicata
alla barca a vela e all’inevitabile bagno. Dopo il pranzo a buffet
ci siamo ritrovati alla reception per la partenza. Siamo atterrati
alla Malpensa il giorno 16/7 in mattinata. Ci attendeva il fedele
camper, con il muso già diretto verso la Bretagna.
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