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CUBA

2 - 21 AGOSTO 2014

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SABATO 2: Siamo regolarmente partiti dalla Malpensa dopo aver trascorso la notte presso l’Hotel TRE Leoni di Somma Lombardo (Viale Ugo Maspero,10 – 0331255520), soluzione molto conveniente per questi viaggi visto che la matrimoniale viene 48 € e per 4 € al giorno ti tengono l’auto. E’ compresa nel prezzo una navetta h. 24 sia per l’andata che per il ritorno. Scalo a Zurigo e a Toronto e arrivo a Varadero verso le 20 ora locale. Da segnalare che la “targheta” acquistata in agenzia a 30 € è perfettamente inutile perché Air Canada la distribuisce a tutti i viaggiatori gratuitamente.

 All’uscita dell’aeroporto è presente un cambio (aperto 24 ore) che ha permesso di acquistare la loro moneta “turistica”, il CUC che vale circa 0,74  €. Abbiamo anche cambiato 20 CUC in CUP, cioè in Pesos (1 CUC = 24 Pesos), la moneta usata dalla gente del posto, per un incasso di circa 600 Pesos. Di qui si arguisce che a Cuba ci sono due monete, una per i turisti e per i cubani ricchi (pochissimi), utile per ristoranti, alberghi e per beni di lusso, tipo un ventilatore, e l’altra per la gente comune che compra nei negozi “popolari”, dove un turista farebbe fatica ad entrare senza ricavarne un pesante senso di malessere. Il turista che supera il “senso di malessere” potrebbe vivere a Cuba per anni come un sultano arabo. Di fatto i pesos cambiati ci sono serviti per mangiare abbondantemente in qualche loro ambiente con 1 € a persona, per fare colazioni da 20 centesimi (di euro) per prendere panini con porchetta da 40 centesimi. Purtroppo i loro negozi sono sempre vuoti per cui non sai esattamente cosa comprare.

 Il taxi prenotato dall’Italia attraverso il sito www.amorcuba.it tramite il corrispondente Alejandro (ale.amorcuba@gmail.com), con 90 CUC ci ha portati in due orette (120 Km) a L’Avana, alla Casa Particular CASA COLONIAL 1717, Calle Amargura, 255, ove ci siamo sistemati. Il sito e i contatti con Alejandro per email sono stati estremamente utili per scegliere la collocazione giusta a L’Avana Vieja e per raggiungere così, in brevissimo tempo, i luoghi caratteristici e di interesse culturale della città. Le Case Particular sono un ottimo modo per soggiornare a Cuba. Essendo una delle pochissime attività private concesse dal regime, sono molto curate dai proprietari sia come dotazioni (aria condizionata, arredamento, bagno in camera) che come pulizia, disponendo a volte di personale di servizio. La struttura architettonica talvolta è un po’ strana con scale, cortili, terrazzini e magari la stanza senza finestre. Costano 30 CUC la doppia a L’Avana e 20-25 CUC nelle altre città. La prima colazione è facoltativa (4-5 CUC a persona). La cena va richiesta (8-10 CUC). Spesso forniscono un riparo sicuro per l’auto a 1-2 CUC per notte.

 L’impatto con L’Avana, in particolare con il quartiere vecchio, è stato terrificante, complice anche la notte, l’afa e la stanchezza. Strade strette e disastrate con buche a voragine, androni cupi, personaggi poco definiti, seduti a gruppi sulle soglie. L’ingresso nella casa particular è stato una liberazione. 

Domenica 3: Dopo una abbondante colazione (5 CUC a persona) ci siamo inoltrati per le viuzze de L’Avana Vieja che, a onor del vero, non sono risultate meglio di come erano apparse all’arrivo. Dopo poche centinaia di metri siamo stati contattati da un giovane di nome Gheorghe che, in discreto italiano, si è offerto di accompagnarci. Nonostante fossimo tutti al corrente che occorre stare alla larga da questi succhia soldi, siamo caduti nella trappola. In realtà ci ha dato poche informazioni sulla Santerìa, argomento di nostro interesse, ha tentato invano di venderci dei sigari e si è fatto pagare un mojito nel bar della scuola di danza ricavandone una piccola tangente dal gestore. Il mojito costa 2-3 CUC ma lo abbiamo pagato 5. Di nuovo soli, siamo arrivati di fronte al Campidoglio*, attualmente in restauro, e nei pressi di Piazza della Fraternità abbiamo visitato il museo delle Locomotive, all’aperto, proprio ai piedi del Campidoglio. In questa zona parcheggiano i taxi caratteristici di Cuba** per cui si possono fare foto discrete di veicoli risalenti agli anni ’50, rattoppati, riverniciati e lucidati. Sono le auto sequestrate dal regime ai ricchi americani fuggiti da L’Avana dopo la rivoluzione del ’59.

Vale la pena passeggiare sotto questi portici perché ci si imbatte in personaggi e luoghi strani. Tra questi un negozio della Santerìa, dove vengono venduti vari tipi di amuleti, collane, bracciali di significato religioso. Ancora una volta una passante si è prodigata in spiegazioni su questa realtà religiosa tipicamente cubana che costituisce un elemento di fusione tra i numerosi culti animisti di origine africana e la religione cattolica. Poi ci ha voluto accompagnare in un bar all’aperto non meglio definito, spacciato per il locale del Buenavista Social Club, famosissimo gruppo di orchestrali. In realtà non c’era nulla. Ha scroccato un mojito, ha tentato di venderci sigari cubani e poi, vista la malaparata, se ne è andata.

 A piedi abbiamo raggiunto Caje Hamel**, una discreta camminata. E' un brevissimo vicolo, stretto e chiuso al traffico, dove si concentra la comunità della Santeria della città. Alla domenica, dalle 12.00 alle 16.00, vengono realizzati concerti di musica afro-cubana**. I musicisti e i ballerini di rumba sono scatenati e il pubblico in delirio. Il tutto in pochi metri quadri di selciato. Intorno, i muri sono costellati di scritte, murales, simboli di significato religioso. Poi piccoli negozietti e scantinati stipati di statuette, maschere e tanti oggetti strani in una atmosfera tenebrosa e inquietante. Anche un bar, molto folkloristico. Immancabile la vendita di CD musicali a poco prezzo, di provenienza casereccia. E' una occasione unica per avvicinarsi a questa cultura che normalmente si sviluppa nelle case private, lontano dagli ambienti turistici. Per un forte acquazzone, siamo ritornati alla casa particular con un taxi, spendendo 7 CUC.

 Dopo un breve riposo, alle 16 siamo ritornati nei dintorni del Campidoglio e di qui abbiamo percorso Calle Obispo fino al Museo della Revolucion, purtroppo chiuso da pochi minuti. Nella piazza della Cattedrale (pure chiusa) ci siamo concessi un aperitivo nel bel bar sotto il portico, allietati da una orchestra di suonatori cubani. Calle Obispo** è un punto di riferimento per il turista. E' chiusa al traffico e attraversa da ovest a est L'Avana Veja, fino al mare. E' caratterizzata da molti edifici antichi in stile neoclassico ed è costellata da una miriade di negozi e piccoli ristoranti. Quotidianamente una folla di turisti la percorrono, continuamente bombardati da cubani a caccia di possibili clienti.

 Abbiamo cenato a base di aragosta nel ristorante Paladar "Don Pucho" *, situato in una laterale di Obispo, Aguacate n° 262. C'era una piccola orchestra ma ci è toccato di assistere alla esibizione di Fabio che, coinvolto dai suonatori, si è prodotto in un "a solo" di maracas. Il locale è piccolo ma molto familiare. Da tener presente.

 Lunedì 4: Dopo una abbondante colazione nella casa particular (costo variabile dagli 4 ai 5 CUC a testa - è facoltativa e occorre prenotare), abbiamo cominciato la visita raggiungendo piazza San Francesco gironzolando poi per le strade limitrofe. I negozi sono decisamente modesti ed espongono pochissima merce. Alcuni bar sono poco più che latterie. Abbiamo costeggiato il porto e raggiunto il Castillo de la Real Fuerza, una fortificazione non visitabile. I musei più importanti sono situati nei pressi della Cattedrale ma sono chiusi di lunedì. Poco distante Plaza de Armas, alberata e caratterizzata da numerosissime bancarelle di rivenditori di foto d'epoca, poster, libri usati e riviste del regime di Castro. Interessante l'interno della Antica Farmacia Taquechelz in Calle Obispo. Verso le 11 abbiamo intrapreso la visita del Museo de la Revolucion*, sicuramente interessante ma non straordinario. Era il palazzo presidenziale del dittatore Batista. Sono conservati i cimeli (divise, armi, attrezzature) degli eroi della rivoluzione, con foto, pannelli e qualche statua di cera a grandezza naturale di Fidel Castro e di Che Guevara. In altre sale sono rappresentati, mediante foto e tabelle, le conquiste e i progressi del periodo post rivoluzionario. Una sezione all'aperto conserva l'imbarcazione Granma che servì ai rivoluzionari come mezzo da sbarco nel 1956, assieme a resti di aerei e camion militari. Il bar all'interno del museo, con un'aria condizionata da sballo, mette a disposizione un fantastico mojito, poco alcoolico e a basso prezzo.  Ritornati in Obispo, abbiamo pranzato in uno dei pochissimi "fast food" organizzati, "La Bien Paga" situato in Aguacate, 259. Si mangia in piedi ma gli hamburger sofisticati che vengono proposti sono indimenticabili, con un prezzo estremamente contenuto.

 Le distanze a L'Avana Veja sono molto limitate ma per una escursione in altri quartieri ci siamo serviti dei Cocotaxi, specie di Ape car in grado di trasportare due persone. Sono diffusissimi ma il luogo di prenotazione più idoneo è Parque Central, nei pressi del Campidoglio. Il prezzo varia in base alla durata del tour. Abbiamo speso 20 CUC a veicolo per un giro di un paio d'ore con varie tappe. Con queste motorette rudimentali ma molto divertenti abbiamo raggiunto il quartiere Vedado, una zona residenziale un tempo molto elegante ma ora in stato di evidente degrado.

 Una prima tappa al Vedado è stata la visita delle sale dell'Hotel Nacional* in stile liberty, luogo di soggiorno di storici personaggi, attori, cantanti, uomini politici. Poi la famosa gelateria Copelia, ove i cubani fanno la fila per avere un gelato. Deludente. Percorrendo i vasti viali abbiamo adocchiato le facciate di importanti ambasciate, di ministeri e di ospedali, compresa l'università, fino alla Plaza de la Revolucion*, dominata da una grande torre (109 mt.) e dal monumento di José Martì, eroe cubano di fine '800. La piazza, molto estesa, viene utilizzata per adunate militari, parate e feste ufficiali e pare possa ospitare fino a un milione di persone. Un angolo da non perdere è il Parco John Lennon con la raffigurazione in bronzo del cantante seduto su una panchina. Altra attrazione è il cimitero monumentale, Necropolis de Colon, con tombe di famiglia molto caratteristiche.

Ritornati al Parque Central, poco distante abbiamo visitato il rinomato bar Floridita*, abitualmente frequentato da Hemingway. In un angolo si può fotografare una sua statua realista a grandezza naturale. Abbiamo cenato abbondantemente in Obispo alla Lluvia di Oro, spendendo 8 CUC a testa. Buona la cena ma di livello inferiore l'orchestra.

 Martedì 5: Il programma delle giornata prevedeva il recupero dell'auto prenotata dall'Italia presso l'Agenzia Rex. L'agenzia si trova presso l'Hotel Hiberostar in Parque Central e avevamo richiesto un taxi per raggiungere l'Hotel. Una vana attesa e diverse telefonate non hanno risolto il problema per cui ci siamo incamminati a piedi, sui marciapiedi sgangherati. Per fortuna non eravamo molto distanti. Dopo una lunga attesa allo sportello della agenzia, al nostro turno abbiamo scoperto che l'auto prenotata, di categoria D, quindi più grande, non era disponibile, per cui ci avrebbero fornito un mezzo di categoria C. Fatte le dovute rimostranze, abbiamo visionato l'auto verificando che le valige entravano ben stipate nel baule. Abbiamo naturalmente richiesto una copia del documento di noleggio per poter avere il necessario rimborso (che puntualmente ci è stato inviato dalla nostra agenzia italiana dopo il rientro). Tra le numerose agenzie prenotabili dall'Italia, la Rex è l'unica che fornisce l'assicurazione Kasco con un prezzo definito al momento della prenotazione. Le altre agenzie non lo forniscono per cui occorre contrattarlo in ufficio a Cuba e il prezzo può lievitare notevolmente, vanificando l'apparente risparmio iniziale. Prima di partire occorre verificare eventuali danni di carrozzeria (e fotografarli) e lo stato della ruota di scorta.

 La viabilità a Cuba è terrificante per le condizioni delle strade e la mancanza di segnaletica e di indicazioni. E' stato fondamentale aver scaricato sullo smartphone una applicazione gratuita denominata Osmand**. Operazione da effettuare in Italia prima della partenza visto che Internet a Cuba non è praticabile. Permette di attivare sul telefono un navigatore satellitare in lingua italiana. Avevo preventivamente scaricato la mappa di Cuba che si è dimostrata estremamente dettagliata, esauriente, completa di nomi di vie, Hotel, distributori di carburante, officine ecc. Un alter ego di Garmin o TomTom.

 Con l'aiuto prezioso di Osmand siamo usciti senza problemi da L'Avana diretti verso Trinidad, raggiungendo l'ampia e dissestata autostrada che attraversa Cuba longitudinalmente da est a ovest. Verso le 14.00 ci siamo fermati in un "autogrill" autostradale, al Km 56 Ocho Vias, una gradevole casa di campagna con gatti e galline, e abbiamo pranzato molto abbondantemente sotto un pergolato, spendendo 3 € a testa. Restaurante Guanà - San Nicolas de Baris di Maribel (doctora). La proprietaria, una dottoressa di un ipotetico reparto di rianimazione di un ospedale nei pressi, si è dimostrata estremamente ospitale. Strane storie da prendere così come sono. In realtà siamo stati veramente bene. Da L’Avana a Cienfuegos sono 256 Km. Di qui si esce dalla autostrada deviando verso Trinidad che è a sud, per altri 60 Km. Attenzione all'attraversamento dei granchi negli ultimi Km prima di Trinidad, quando la strada costeggia il mare. Sono numerosissimi, sconsiderati e facile preda dei Tinonas, gli avvoltoi dal collo rosso, tipici abitanti di Cuba, oltre che degli automobilisti.

 Siamo arrivati a Trinidad verso le 19 e grazie al navigatore, in questo caso un po’ impreciso, abbiamo trovato la casa particular prenotata che è risultata già occupata. I proprietari si sono giustificati dicendo che erano vanuti alla stazione delle corriere a prenderci ma non ci avevano trovato. Classica risposta ovviamente falsa. Fatto sta che in un attimo ci hanno trovato una sistemazione poco distante, presso la Casa Terry, in un ambiente altrettanto confortevole e allo stesso prezzo: 25 CUC la matrimoniale e 5 CUC la prima colazione. Abbiamo lasciato l’auto in strada sotto la custodia di un ragazzino a 2 CUC per notte.

 In pochi minuti siamo arrivati nel piccolo ma graziosissimo centro storico di Trinidad e ci siamo fermati nella tipica Casa della Trova* per un aperitivo con orchestra. In tutte le cittadine esiste la Casa della Trova, luogo di incontro per cubani, di relax e di ascolto di musica dal vivo. I prezzi delle consumazioni sono sempre favorevoli e l’ambiente è molto caratteristico.

 Mercoledì 6: Sapevamo dell'esistenza di una fantastica laguna di acqua dolce**, nei pressi di Trinidad. Raccolte le opportune informazioni, servendoci dell’auto, abbiamo percorso la litoranea in direzione ovest, verso Cienfuegos e, a pochissimi Km dall’uscita della cittadina, abbiamo trovato un cartello pubblicitario del locale El Cubano. Seguendo l’indicazione, dopo alcuni Km di strada fortemente dissestata, abbiamo parcheggiato. L’ingresso alla laguna costa 9 CUC a testa e consente di raggiungere le cascate dopo 40 minuti di sentiero e di trascorrere poi l’intera giornata sul posto. Luogo veramente incantevole con la possibilità di fare il bagno nelle ampie vasche naturali sotto la cascata. Siamo rimasti fino verso le 11,30 e poi siamo rientrati visto che il luogo tende pian piano ad affollarsi.

 Ci siamo diretti verso la costa sud orientale seguendo le indicazioni di Playa Ancon** che dista da Trinidad circa 15 Km. La costa è ricca di belle insenature e, vista l’ora, abbiamo sostato in una di queste, parcheggiando in una piazzola a 2 CUC. Molto bello il mare e niente male la spiaggia dove sono dislocate alcune baracche che consentono di trovare qualcosa da mangiare e da bere. Nel pomeriggio abbiamo costeggiato tra Punta Maria Anguillar** e La Boca. Questa mi sembra la zona più strategica per fare il bagno. Per fare un ottimo snorkeling consiglio di seguire le indicazioni verso Playa Ancon poi, all’incrocio, andare dritto fino a Grill Caribe e qui girare a sinistra. Solo in questo modi si arriva sulla litoranea (esiste infatti una strada parallela più interna che non ha accessi al mare ma serve i villaggi turistici). La varie calette prima di Punta Maria Anguillar consentono un ottimo bagno con la possibilità di raggiungere dalla riva, con maschera e pinne, formazioni madreporiche ricchissime di fauna ittica coloratissima.

 La parte restante del pomeriggio è stata dedicata alla visita di Trinidad: la caratteristica piazza, circondata da edifici coloniali, la chiesa, con interno poco significativo e le tipiche vie con bassi edifici dai colori pastello. La cittadina ha una evidente impronta turistica, con numerosi locali e ritrovi caratteristici. Uno di questi è il famoso Canchanchara** che trae il nome da un aperitivo (3 CUC) a base di aguardiente, miele e limone, veramente squisito. Viene servito freschissimo in ciotole di terracotta. Immancabile l’orchestra. Abbiamo festeggiato il compleanno di Elena in un ristorante molto noto ed esclusivo, con terrazzo, La Ceiba**, nei pressi del centro. Necessaria la prenotazione. Una cena abbondante a base di pesce e aragosta è costata 16 euro a persona.

 Giovedì 7: Abbiamo trascorso la mattinata di nuovo in spiaggia e verso le 12 siamo ripartiti in direzione Camaguey, distante 186 Km. Ci siamo sistemati verso le 16 in Casa Carolina (calle Lugareno 740) spendendo 25 CUC a notte + 2 CUC per il parcheggio dell’auto. Il navigatore Osmand permette di identificare anche gli Hotel e gli alloggi per cui non è stato difficile trovare una sistemazione anche senza prenotazione. Nel pomeriggio abbiamo visitato la cittadina che presenta alcuni scorci molto caratteristici come Cinco Esquinas, un incrocio di varie strade, Plaza San Juan de Dios**, forse l'angolo più bello, circondata da case basse molto colorate, Plaza del Carmen*. Una cittadina tranquilla, peraltro non eccezionale. Abbiamo scelto di cenare in Casa Carolina, spendendo 12 CUC a testa. Una cena veramente ottima.

 Venerdì 8: Ci siamo alzati presto al mattino per affrontare uno spostamento rilevante. A metà mattinata abbiamo sostato nei presso di in un vasto distributore di benzina con annesse piccole baracche con funzione di ristorante. Abbiamo pagato in pesos e, visto il cambio molto favorevole, abbiamo speso 1 CUC a testa. Si è deciso di modificare il programma per raggiungere direttamente Baracoa in giornata (da Trinidad a Baracoa sono ben 732 Km.). La sosta pranzo è stata altrettanto economica. Sempre in pesos, pizza e porchetta con birra in una baracchina nei pressi di Palma Soriano ci è costata ben 4 CUC a testa. Un ambiente frequentato da locali e da camionisti, particolarmente pittoresco. Dal Palma Soriano la strada, sempre asfaltata, è piena di buche e voragini per una trentina di Km. e questo ha notevolmente rallentato la tabella di marcia. Guantanamo attualmente non è visitabile. In passato, da un Hotel sulla collina era possibile uno scorcio sul carcere americano ma attualmente la strada è sbarrata. Da qui ci si inerpica sulle colline per molti Km. Conviene assolutamente avere il pieno perché i rarissimi distributori non forniscono carburante adatto alla macchina del noleggio.

 Siamo arrivati a Baracoa verso le 17.30 e ci siamo sistemati presso la Casa Colonial Gustavo e Yalina, in Calle Flor Crombet, 125, molto vicino al centro storico. Una sistemazione ottima per 25 CUC a matrimoniale. Il centro di Baracoa**  è molto piccolo e si visita rapidamente. E’ un villaggio pochissimo frequentato dai turisti per la sua posizione geografica all’estremo est per cui appare incontaminato. Il paese è sul mare, circondato da una vegetazione tropicale lussureggiante che non si trova in altri luoghi a Cuba. Il mare purtroppo è poco fruibile, con fondale roccioso e aspetto cupo per cui anche i locali si spostano di qualche Km per trovare spiagge tropicali. Abbiamo sostato nella immancabile Casa della Trova, sorseggiando una bibita e ascoltando la musica locale. Abbiamo cenato nella casa particular, sul terrazzo, a base di gamberoni e aragosta a 10 CUC per persona.

Sabato 9: Ci siamo diretti a nord, percorrendo la Moa road, sterrata e molto dissestata, per raggiungere, dopo una ventina di Km. la spiaggia più rinomata della zona, Playa Maguana*, indicata da un enorme cartello. La spiaggia ha una sabbia bianchissima con palme e l'acqua è cristallina. Tra le palme una moltitudine di locali assiepati e alcune baracche per rifocillarsi. Ai turisti vengono applicati prezzi assurdi anche per un semplice caffè. Abbiamo fatto il bagno incuriositi dalla abitudine di molti cubani di portarsi la bottiglia di rum in acqua e di scolarsela in compagnia mentre sono a mollo.

In tarda mattinata siamo ritornati verso Baracoa, sostando nei pressi di una agglomerato di abitazioni ove era stata organizzata una rudimentale sagra con gare a cavallo. Nulla di interessante. Giusto per qualche foto. Abbiamo pranzato in una specie di latteria con bibita e hot-dog e nel pomeriggio siamo saliti al Castillo de Seboruco* che ospita un Hotel con un rinomato ristorante. Bella la veduta del paese e delle colline intorno. Nella cattedrale, non particolarmente significativa, è conservata la croce* portata a Cuba da Cristoforo Colombo il 1 dicembre 1492. Molto complicato capire gli orari di apertura della chiesa. Baracoa va visitata senza una particolare meta apprezzandone gli angoli, le piccole gallerie di quadri, le verande coloratissime. Siamo capitati per caso nel Museo La Rusa* che raccoglie una miriade di abiti e oggetti di questa eccentrica principessa di origine russa, fuggita dopo la rivoluzione di ottobre e rifugiatasi a Cuba. Ci ha fatto da cicerone del museo il cubano Renè, di 86 anni, custode del museo, grande amico della principessa. Con precisione ci ha esibito i vari album fotografici e raccontato la storia di ogni oggetto esposto. Poi è riuscito a venderci per pochi CUC un suo piccolo dipinto.

 Abbiamo cenato all'Hotel Habanera*, di aspetto liberty, decadente ma molto suggestivo, situato sulla via principale. Ottimi gli spaghetti con i gamberoni. Abbiamo speso 5 CUC a testa. Per un problema di prenotazione, nella seconda notte abbiamo avuto a disposizione una sola stanza, naturalmente con quattro letti. Ci è costata 25 CUC per tutti e quattro.

 Domenica 10: Dopo la colazione all'Hotel Habanera (2,5 CUC a testa), siamo partiti verso nord, sotto una pioggia torrenziale. Per circa 80 Km la strada è sterrata, molto ripida, con buche profondissime e piena di fango. Per fortuna non abbiamo avuto inconvenienti perchè nella foresta non sarebbe stato semplice trovare aiuto. E' l'unica strada disponibile per portasi sulla costa nord ma il tempo occorrente (circa 3 ore per fare 80  Km) ci ha fatto riflettere sulla alternativa di ritornare a Guantanamo utilizzando poi strade ben segnate e asfaltate. Nei pressi di Moa si trovano interessanti fabbriche per la lavorazione del nichel, in un ambiente all'insegna del massimo inquinamento. Dopo Moa la strada è buona per molti Km, ma dopo Sagua de Tanamo di nuovo un disastro. Per almeno 50 km la strada è asfaltata ma costellata di vere e proprie voragini che costringono l'autista ad una difficile gimkana. Appena decente l'ultimo tratto di circa 25 km. prima di Guardalavaca. Arrivati verso le 14.30 (in tutto sono 180  Km.), abbiamo deciso di optare per l'Hotel Club Amigo Atlantico**, una soluzione all inclusive con un costo abbordabile intorno ai 82 CUC a camera. Si è dimostrata una scelta ottima, per la bellezza della spiaggia, le piscine, i servizi e l'animazione. Abbiamo pranzato in uno dei tanti ristoranti, con pizza, hamburger, bibite e pina colada. Va da sé che il resto del pomeriggio lo abbiamo trascorso tra piscina e spiaggia.

 Lunedì 11: Nei pressi dell'Hotel si trova uno sportello bancario (cadeca) che consente di effettuare prelievi con la Master Card, non accettata alla reception. Molto rilassante il bagno anche se non vi sono pesci tropicali. In compenso abbiamo acquistato belle conchiglie. Nel primo pomeriggio siamo ripartiti in direzione Ciego D'Avila finalmente su una buona strada. Si tratta di 371  Km per cui siamo arrivati alle 20 e ci siamo sistemati in una casa particular trovata mediante il navigatore. In realtà abbiamo utilizzato due case contigue al prezzo di 20 CUC la matrimoniale. Villa Jabon Candado Chicho Valdez 51, con garage e Tania y Tiziano, al n° 58. Abbiamo poi cenato nel ristorante Don Avila. Un'ottima cena a 9,5 CUC a testa. Abbiamo visto il centro storico di notte. Niente male.

 Martedì 12: Siamo partiti verso le 7.30, dopo colazione (3 CUC) e abbiamo raggiunto Santa Clara** dopo 160 Km di strada discreta. E' utile ricordare che esistono vari tipi di benzina con prezzi diversi. La Speciale (da utilizzare) costa 1.18 CUC, ma a volte anche 1.40. La Regolare costa 1.02 ma è meglio evitarla.

 La prima tappa a Santa Clara è il Treno Blindado*, un piccolo museo all'aperto con alcuni vagoni del treno che fu fatto deragliare dai guerriglieri del Che, ponendo le condizioni per una vera e propria svolta delle guerra. All'interno dei vagoni alcuni oggetti e varie foto dell'avvenimento. Dall'altra parte della città si trova il Mausoleo di Che Guevara**. E' una struttura molto imponente che raccoglie oggetti, foto, cimeli, armi e naturalmente la tomba del Che e di altri rivoluzionari. Una visita molto suggestiva, da non perdere. Nel parcheggio ci siamo resi conto di aver bucato una gomma e abbiamo avuto la sgradita sorpresa di scoprire che la ruota di scorta era sgonfia e priva di valvola. Con l'aiuto di un promoter turistico trovato per caso, siamo riusciti a contattare telefonicamente l'agenzia Rex di Santa Clara e, senza perdite di tempo, ci hanno sostituito sia la gomma che la ruota di scorta a costo zero.

 Siamo poi ripartiti per Varadero** (210 km). La penisola è costellata di Hotel e le case particular sono decisamente rare. Abbiamo girato a lungo per trovare una soluzione e alla fine siamo sbarcati nell'Hotel Club Amigo Tropical, un all inclusive a 130 CUC per camera. Le spiagge di Varadero, come tipo di sabbia e colori dell’acqua, sono veramente di alto livello. Le camere dell’Hotel sono mal arredate e i vari buffet un po’ carenti ma tutto è stato compensato da una notevole comodità e dalla splendida animazione serale. E’ stato possibile far merenda con hamburger e bibite visto che i numerosi bar si alternano durante la giornata. Poi spiaggia, cena e partita a scacchi giganti.

 Mercoledì 13: Presso la reception abbiamo potuto cambiare gli euro e questo ci ha consentito di scorazzare tra i numerosi negozietti al di fuori dell’Hotel per acquistare ricordini vari. Elena e Fabio hanno fatto un giro in Kajak e nel pomeriggio, tutti insieme, un’oretta in catamarano. Ovviamente tutto compreso. La serata è stata allietata da un bellissimo balletto acquatico nella piscina con artisti molto bravi.

 Giovedì 14: Giornata di saluti. Elena e Fabio ritornano in Italia. Dopo colazione e un ultimo bagno, abbiamo lasciato l’Hotel e accompagnato i ragazzi all’aeroporto di Varadero (circa 15 Km dal centro) per il volo previsto alle 14.05. Nessuna difficoltà per il loro rientro. Verso le 12.40 siamo ripartiti in direzione Cojimar** (130 km da Varadero) un piccolo villaggio di pescatori reso famoso da Ernest Hemingway che qui visse per alcuni anni scrivendo, tra l’altro, il famoso romanzo Il vecchio e il mare. Inevitabile la sosta presso il ristorante La Terrazza**, abitualmente frequentato dallo scrittore. Nella sala con veranda una esposizione di foto durante le battute di pesca al marlin e altre assieme a Fidel Castro e Che Guevara. In un angolo lo scrittore viene rappresentato con una statua realista, seduto al suo tavolo preferito. La tappa al ristorante ci ha permesso di assaporare una grandiosa paella (9 CUC a testa). Il paese è modesto, qualche negozietto, un parco con il monumento allo scrittore e una piccola fortezza in ristrutturazione. Da non perdere La Taverna*, l’altro storico bar frequentato dallo scrittore per l’aperitivo. Ancora una volta foto e cimeli vari. 

 Da Cojimar a San Francisco de Paula la distanza è breve ma il navigatore è indispensabile per la totale mancanza di indicazioni. Siamo entrati nella tenuta Finca Vijia** verso le 16 e, pagando 5 CUC a testa, abbiamo potuto visitare la casa di Hemingway e il grande parco. La villa, bianca, in stile coloniale, si visita solo osservando le varie sale dalle finestre del piano terra. Le stanze sono perfettamente arredate e ricche di oggetti, cimeli, ricordi di viaggi, animali imbalsamati. Salendo su una torretta si arriva all’ufficio dello scrittore con scrivania e macchina da scrivere. Attenzione ai guardiani che si offrono di farvi delle foto per poi richiedere una mancia. Molto bello anche il vasto parco. Una breve passeggiata conduce all’hangar ove è conservata la barca Pilar, utilizzata dallo scrittore per la pesca d’altura. Nel complesso la visita si risolve in un’ora. Attenzione che alle 17 la villa chiude. All’uscita, nel parcheggio, con 3 CUC, conviene assaggiare il cocktail Vijia: limone, pinja e succo di canna da zucchero tritata al momento.  Verso le 17.30 ci siamo diretti a Pinar del Rio che dista 190 km in gran parte di autostrada. Abbiamo soggiornato da Rodrigo e Tania, in Calle Colon, casa particular bella e accogliente, trovata con il navigatore. 25 CUC la camera e 2 CUC per l’auto, sistemata in un vicino cortile. Il centro si raggiunge tranquillamente a piedi. Abbiamo cenato al ristorante El Meson, spendendo 8 CUC a testa, ottimo e abbondante.

 Venerdì 15: Pinar del Rio* è una cittadina molto animata e vivace, con alcune attrazioni. Tra queste la fabbrica di tabacco, ove vengono realizzato i famosi sigari cubani. La visita costa 5 CUC e si risolve in poco più di mezz’ora. Non si possono scattare foto agli operai, prevalentemente donne, al lavoro. Una guida spiega le modalità di produzione, dalla scelta delle foglie alla confezione del sigaro.

 Da Pinar del Rio a Vignales* sono circa 25 Km.di strada con buche. Prima del villaggio, sulla sinistra, ci siamo fermati nel parcheggio del ristorante Balcone della Valle. Dal mirador del ristorante è possibile una splendida veduta della valle sottostante con una visione d’insieme dei mogotes*, le caratteristiche formazioni collinari che costituiscono la principale attrattiva della zona. Create dalla lenta erosione, i mogotes sono colline di calcare, coperte di vegetazione lussureggiante, alte dai 200 ai 400 metri dalla forma a cono che si elevano, isolate l’una dall’altra, nella pianura coltivata a tabacco. Alcune ospitano delle grotte, scavate dall'erosione sotterranea. Superato il villaggio di Vignales, proseguendo per qualche km verso ovest, ci si imbatte in un mogote con il famoso murales della preistoria. Si tratta di un enorme murales che sembra più adatto ai bimbi che ad una visita seria. Ci siamo limitati a qualche foto a distanza, evitando i 5 CUC dell’ingresso.

 Seguendo la strada che da Vinales procede in direzione nord est, si raggiunge il mogotes de Robustiano con la grotta des los Cimarrones*. Dalla grotta si accede ad un cunicolo di 200 mt che attraversa la base del mogote e conduce ad un’altra grotta ove si può assistere ad una esibizione di mangiatori di fuoco. Il cunicolo è breve ma suggestivo, l’esibizione decisamente penosa. Vale la pena perché nella cifra di 3 CUC è compresa la consumazione di un magnifico cocktail denominato Ochun, la dea dell’amore, a base di arancia, miele, rum e fetta di limone. Pochi km più avanti, a destra, si può visitare la Cueva del Indio, una grotta percorsa da un fiume navigabile. Abbiamo evitato il giro in barca, limitandoci a qualche foto. Abbiamo continuato verso nord nella Valle Ancon, un inutile percorso di 8 km, privo di interesse.

 Sulla via principale di Vinales si trova il noto ristorante Casa de Don Tomas, un locale elegante ove abbiamo lasciato 11 CUC a testa per una paella di qualità modesta. Nel pomeriggio abbiamo visitato Vinales, un grazioso e colorato villaggio abbastanza turistico. Siamo rientrati verso sera e abbiamo cenato ottimamente al Ristorante El Galliardo, spendendo 10 CUC a testa.

 Sabato 16: Pinar del Rio é una cittadina poco turistica e pertanto permette di farsi un’idea del modo di vivere dei cubani di provincia. La Cattedrale ha una bella facciata ma l’interno è modesto. Il Museo di Storia, che costituisce una discreta attrattiva, era chiuso per restauro. Per la disperazione abbiamo visitato il Museo di scienze naturali (1 CUC), carino ma molto scontato. Nei pressi della cattedrale si visita la Casa di Gary, ove viene prodotto un particolare tipo di rum. L’ingresso è gratuito. Una guida spiega la lavorazione e poi è possibile una degustazione. Molte attività lavorative, dal barbiere, al meccanico, al riparatore di cellulari, si svolgono sul marciapiede e questa abitudine consente di cogliere tanti aspetti della vita di tutti i giorni.

 Nel primo pomeriggio siamo partiti verso ovest, diretti alla spiaggia di Cayo Jutias che dista 65 Km. Si attraversano le colline per una strada molto tortuosa, piena di buche e senza distributori di benzina. L’isola è collegata alla terraferma mediante un ponte. La strada termina nei pressi di un grande bar con musica a tutto volume. Essendo sabato, abbiamo trovato bar, spiaggia e mare superaffollati di cubani. L’acqua è bianca e lattiginosa e il luogo non ci ha certo sconvolto per la bellezza. Siamo rientrati verso sera nella casa particular, ove ci attendeva una gigantesca aragosta (11 CUC a testa con il bere).

 Domenica 17: La costa est di questa regione di Cuba sembra non rivestire alcun interesse turistico. Alla ricerca di un mare veramente tropicale ci siamo diretti verso sud per raggiungere Maria la Gorda**, luogo favoloso stando alla descrizione dei locali. I 138 Km sono in buone condizioni: strada asfaltata, brevi tratti con buche. Li abbiamo percorsi in poco più di due ore. Occorre avere il pieno perché non si trovano distributori. Si attraversano piantagioni di tabacco con i caratteristici essicatoi. In estate i campi appaiono incolti perché il tabacco viene raccolto in primavera. Negli ultimo 50 Km il paesaggio diventa decisamente interessante perché la strada attraversa il Parque Nacional Peninsula de Gunanahacabibes*, un immenso bosco apparentemente incontaminato. L’ultimo tratto di strada (15 Km) costeggia il mare con splendide insenature, sabbia bianchissima e fantastici colori dell’acqua. Nonostante il giorno festivo abbiamo incontrato pochissimi cubani, probabilmente per la notevole distanza dai centri abitati.

 La strada termina con la sbarra di un residence, il Centro Internacional de Buceo Maria la Gorda, con tanto di guardiano. Superata la sbarra, abbiamo sistemato l’auto nel vasto parcheggio e ci siamo rivolti alla reception con l’intenzione di usufruire dei servizi per una giornata. Le soluzioni sono due: 5 CUC per persona per utilizzare spiaggia, poltrona e doccia fino alle 18, con 2 bibite o 2 sandwich, oppure 10 CUC per pranzo a buffet e spiaggia. Abbiamo scelto la seconda opzione. Il posto è veramente caraibico, spiaggia bianchissima, palme piegate dal vento, formazioni coralline con pesci tropicali vicino alla riva e intorno ai moli di attracco. Il pranzo in realtà non è stato granché ma il posto vale veramente la pena. Siamo rientrati a metà pomeriggio per poi cenare in camera con panini. Dopo cena abbiamo raggiunto a piedi la Casa della Musica ove era prevista una serata con alcuni cantanti locali. Abbastanza noioso. Lungo la strada del rientro abbiamo sostato in un’altra Casa della Musica, denominata La Sitera, in Calle Gerardo Medina, frequentata solo da cubani in età. Abbiamo pagato l’ingresso 3 pesos cubani, l’equivalente di 10 centesimi di euro, usufruendo anche di una Tu Cola a 9 pesos, 30 centesimi di euro. Ci siamo sistemati nella sala da ballo per assistere alla performance di una orchestra con tanto di coppie cubane al ritmo della salsa. Lo spettacolo termina alle 22,30 quando i vecchietti vanno a letto.

 Lunedì 18: Dopo colazione siamo ripartiti da Pinar del Rio per L’Avana, che dista 168 Km di buona strada. Abbiamo scaricato le valige alla casa David y Electra, in calle Aguacate n° 13 (prenotata dall’Italia) e restituito senza problemi l’auto alla Rex. Nella mattinata abbiamo visitato la Cattedrale* e il Palacio de Lombillo* nella piazza stessa, con arredi d’epoca. Molto simpatico l’incontro con una ragazzina in costume che si preparava al festeggiamento dei suoi 15 anni.

 Abbiamo pranzato ancora una volta al La Bien Pagà e nel pomeriggio abbiamo gironzolato per le strade del centro, sorseggiato un mojito e ascoltando i ritmi cubani. Si è poi scatenato un diluvio ma ci siamo riparati nei pressi del Campidoglio, sotto i portici. In breve tempo si è rasserenato per cui ci siamo diretti a piedi verso il Malecon**, il lungomare. Siamo stati premiati da un indimenticabile tramonto sulla baia, frequentata da pescatori, coppiette e turisti. Abbiamo cenato nella pizzeria Prado Y Neptuno, rinomata ma abbastanza modesta. La pasta della pizza sembra fritta (10 CUC).

 Martedì 19: In mattinata abbiamo passeggiato nel centro storico, completando la visita ai vari palazzi. Discreto il Museo Colonial*, ben arredato e con vetrate colorate e porte antiche. 2 cuc l’ingresso. Ancor meglio il Palacio de los Capitanes Generales**, poco distante. Molte sale sono arredate e altre sono allestite a museo con esposizione di armi, arredi e oggetti d’epoca. In poche centinaia di metri da Plaza de Armas* si raggiungono numerosi palazzi antichi, ora musei di discreto interesse. Molto interessante il Museo de Obra Pia** e il prospiciente Museo de Africas* con maschere, oggetti e piccole ambientazioni che fanno riferimento alla Santeria. Abbiamo pranzato con un buon panino e l'immancabile orchestra. Altra piazza da non perdere, soprattutto per la notevole animazione è Plaza Vieja**, restaurata di recente e costeggiata da bei negozi (anche Benetton, con prezzi proibitivi). Un bar rinomato propone una birra artigianale servita in vasi da 3 litri. Verso il molo, in Avendida del Puerto (San Pedro), si raggiunge il Museo del Ron (ingresso 7 cuc) ma abbiamo preferito evitare la lunga attesa della visita guidata.

Finalmente abbiamo trovato la Cattedrale di San Francisco* aperta. E' ora adibita a museo (2 Cuc) ma ne vale la pena. Sulla Mercaderes si può visitare la Fabbrica del cioccolato (lunga fila per entrare). Abbiamo assaggiato il cioccolato freddo, una specie di bibita molto dissetante. Sempre sulla Mercaderes, a pochi metri da Plaza Vieja, finalmente abbiamo trovato il ristorante ove viene proposto lo spettacolo del famoso Buenavista Social Club**, tutte le sera alle 21,30. Il gruppo musicale storico è ancora composto da alcuni orchestrali della sua prima fondazione, ora naturalmente molto anziani. Abbiamo prenotato lo spettacolo abbinato a 3 cocktail a 30 CUC a testa. Lo spettacolo con cena viene 50 CUC ma francamente non conviene. Necessario definire i posti a sedere. Abbiamo scelto il loggiato in prima fila che consente una visione della sala dall'alto, ottimo per fotografare. Abbiamo cenato al Caffè Europa in Calle Obispo con gamberetti e riso (8 CUC a testa).

 Mercoledì 20: Abbiamo trascorso parte della mattina nei parchi intorno al Campidoglio e in seguito, con un bicitaxi (6 cuc andata e ritorno) siamo ritornati nel quartiere Hamel per rivedere la via della Santeria al di fuori del caos domenicale e per un aperitivo. Al ritorno abbiamo percorso Calle San Rafael, un'area pedonale denominata Boulevar. Non abbiamo trovato elementi di interesse.

Abbiamo pranzato in Obispo con un panino caldo e frittata, acquistati da un negozio "finestra" sulla strada. Pagando in pesos cubani, è costato 8 centesimi di euro. Poi in giro per negozi ed una visita all'Hotel Ambos Mundos, ove Hemingway aveva soggiornato per 7 anni. Abbiamo cenato in Calle Obispo (7 cuc a testa) e dopo cena abbiamo assistito allo spettacolo del Buenavista, veramente splendido con ottima musica e salsa cubana, rientrando a mezzanotte.

 Giovedì 21: Pagato il conto della casa particular (30 cuc per notte + 5 cuc a testa per prima colazione) siamo stati accompagnati all'aeroporto mediante una vecchia e scalcinata Lada prenotata dal proprietario della casa. Una evidente fregatura perchè ci ha imposto lo stesso prezzo (90 cuc) di un vero taxi con aria condizionata. Notare che l'incredibile fumo di scarico di molte vecchie auto è dovuto all'impiego di benzina addizionata a gasolio per poter risparmiare. Non abbiamo avuto alcun problema nel rientro in Italia. Dopo uno scalo prolungato a Francoforte, siamo arrivati alla Malpensa verso le 18.00. Un semplice telefonata alla reception dell'Hotel Tre Leoni ed una navetta ci ha portato direttamente alla nostra auto parcheggiata a Somma Lombardo.

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