SABATO 2: Siamo
regolarmente partiti dalla Malpensa dopo aver trascorso la notte
presso l’Hotel TRE Leoni di Somma Lombardo (Viale Ugo Maspero,10 –
0331255520), soluzione molto conveniente per questi viaggi visto che
la matrimoniale viene 48 € e per 4 € al giorno ti tengono l’auto. E’
compresa nel prezzo una navetta h. 24 sia per l’andata che per il
ritorno. Scalo a Zurigo e a Toronto e arrivo a Varadero verso le 20
ora locale. Da segnalare che la “targheta” acquistata in agenzia a
30 € è perfettamente inutile perché Air Canada la distribuisce a
tutti i viaggiatori gratuitamente.
All’uscita dell’aeroporto è presente un cambio (aperto 24 ore) che
ha permesso di acquistare la loro moneta “turistica”, il CUC che
vale circa 0,74 €. Abbiamo anche cambiato 20 CUC in CUP, cioè in
Pesos (1 CUC = 24 Pesos), la moneta usata dalla gente del posto, per
un incasso di circa 600 Pesos. Di qui si arguisce che a Cuba ci sono
due monete, una per i turisti e per i cubani ricchi (pochissimi),
utile per ristoranti, alberghi e per beni di lusso, tipo un
ventilatore, e l’altra per la gente comune che compra nei negozi
“popolari”, dove un turista farebbe fatica ad entrare senza
ricavarne un pesante senso di malessere. Il turista che supera il
“senso di malessere” potrebbe vivere a Cuba per anni come un sultano
arabo. Di fatto i pesos cambiati ci sono serviti per mangiare
abbondantemente in qualche loro ambiente con 1 € a persona, per fare
colazioni da 20 centesimi (di euro) per prendere panini con
porchetta da 40 centesimi. Purtroppo i loro negozi sono sempre vuoti
per cui non sai esattamente cosa comprare.
Il
taxi prenotato dall’Italia attraverso il sito
www.amorcuba.it tramite il corrispondente Alejandro (ale.amorcuba@gmail.com),
con 90 CUC ci ha portati in due
orette (120 Km) a L’Avana, alla Casa Particular CASA COLONIAL 1717,
Calle Amargura, 255, ove ci siamo sistemati. Il sito e i contatti
con Alejandro per email sono stati estremamente utili per scegliere
la collocazione giusta a L’Avana Vieja e per raggiungere così, in
brevissimo tempo, i luoghi caratteristici e di interesse culturale
della città. Le Case Particular sono un ottimo modo per soggiornare
a Cuba. Essendo una delle pochissime attività private concesse dal
regime, sono molto curate dai proprietari sia come dotazioni (aria
condizionata, arredamento, bagno in camera) che come pulizia,
disponendo a volte di personale di servizio. La struttura
architettonica talvolta è un po’ strana con scale, cortili,
terrazzini e magari la stanza senza finestre. Costano 30 CUC la
doppia a L’Avana e 20-25 CUC nelle altre città. La prima colazione è
facoltativa (4-5 CUC a persona). La cena va richiesta (8-10 CUC).
Spesso forniscono un riparo sicuro per l’auto a 1-2 CUC per notte.
L’impatto con L’Avana, in particolare con il quartiere vecchio, è
stato terrificante, complice anche la notte, l’afa e la stanchezza.
Strade strette e disastrate con buche a voragine, androni cupi,
personaggi poco definiti, seduti a gruppi sulle soglie. L’ingresso
nella casa particular è stato una liberazione.
Domenica 3: Dopo una
abbondante colazione (5 CUC a persona) ci siamo inoltrati per le
viuzze de L’Avana Vieja che, a onor del vero, non sono risultate
meglio di come erano apparse all’arrivo. Dopo poche centinaia di
metri siamo stati contattati da un giovane di nome Gheorghe che, in
discreto italiano, si è offerto di accompagnarci. Nonostante fossimo
tutti al corrente che occorre stare alla larga da questi succhia
soldi, siamo caduti nella trappola. In realtà ci ha dato poche
informazioni sulla Santerìa, argomento di nostro interesse,
ha tentato invano di venderci dei sigari e si è fatto pagare un
mojito nel bar della scuola di danza ricavandone una
piccola tangente dal gestore. Il mojito costa 2-3 CUC ma lo abbiamo
pagato 5. Di nuovo soli, siamo arrivati di fronte al Campidoglio*,
attualmente in restauro, e nei pressi di Piazza della Fraternità
abbiamo visitato il museo delle Locomotive, all’aperto,
proprio ai piedi del Campidoglio. In questa zona parcheggiano i
taxi caratteristici di Cuba** per cui si possono fare foto
discrete di veicoli risalenti agli anni ’50, rattoppati,
riverniciati e lucidati. Sono le auto sequestrate dal regime ai
ricchi americani fuggiti da L’Avana dopo la rivoluzione del ’59.
Vale la
pena passeggiare sotto questi portici perché ci si imbatte in
personaggi e luoghi strani. Tra questi un negozio della Santerìa,
dove vengono venduti vari tipi di amuleti, collane, bracciali di
significato religioso. Ancora una volta una passante si è prodigata
in spiegazioni su questa realtà religiosa tipicamente cubana che
costituisce un elemento di fusione tra i numerosi culti animisti di
origine africana e la religione cattolica. Poi ci ha voluto
accompagnare in un bar all’aperto non meglio definito, spacciato per
il locale del Buenavista Social Club, famosissimo gruppo di
orchestrali. In realtà non c’era nulla. Ha scroccato un mojito, ha
tentato di venderci sigari cubani e poi, vista la malaparata, se ne
è andata.
A
piedi abbiamo raggiunto Caje Hamel**, una discreta camminata.
E' un brevissimo vicolo, stretto e chiuso al traffico, dove si
concentra la comunità della Santeria della città. Alla domenica,
dalle 12.00 alle 16.00, vengono realizzati concerti di musica
afro-cubana**. I musicisti e i ballerini di rumba sono scatenati e
il pubblico in delirio. Il tutto in pochi metri quadri di selciato.
Intorno, i muri sono costellati di scritte, murales, simboli di
significato religioso. Poi piccoli negozietti e scantinati stipati
di statuette, maschere e tanti oggetti strani in una atmosfera
tenebrosa e inquietante. Anche un bar, molto folkloristico.
Immancabile la vendita di CD musicali a poco prezzo, di provenienza
casereccia. E' una occasione unica per avvicinarsi a questa cultura
che normalmente si sviluppa nelle case private, lontano dagli
ambienti turistici. Per un forte acquazzone, siamo ritornati alla
casa particular con un taxi, spendendo 7 CUC.
Dopo
un breve riposo, alle 16 siamo ritornati nei dintorni del
Campidoglio e di qui abbiamo percorso Calle Obispo fino al Museo
della Revolucion, purtroppo chiuso da pochi minuti. Nella piazza
della Cattedrale (pure chiusa) ci siamo concessi un aperitivo nel
bel bar sotto il portico, allietati da una orchestra di suonatori
cubani. Calle Obispo** è un punto di riferimento per il
turista. E' chiusa al traffico e attraversa da ovest a est L'Avana
Veja, fino al mare. E' caratterizzata da molti edifici antichi in
stile neoclassico ed è costellata da una miriade di negozi e piccoli
ristoranti. Quotidianamente una folla di turisti la percorrono,
continuamente bombardati da cubani a caccia di possibili clienti.
Abbiamo cenato a base di aragosta nel ristorante Paladar "Don
Pucho" *, situato in una laterale di Obispo, Aguacate n° 262.
C'era una piccola orchestra ma ci è toccato di assistere alla
esibizione di Fabio che, coinvolto dai suonatori, si è prodotto in
un "a solo" di maracas. Il locale è piccolo ma molto familiare. Da
tener presente.
Lunedì
4: Dopo una abbondante
colazione nella casa particular (costo variabile dagli 4 ai 5 CUC a
testa - è facoltativa e occorre prenotare), abbiamo cominciato la
visita raggiungendo piazza San Francesco gironzolando poi per
le strade limitrofe. I negozi sono decisamente modesti ed espongono
pochissima merce. Alcuni bar sono poco più che latterie. Abbiamo
costeggiato il porto e raggiunto il Castillo de la Real Fuerza,
una fortificazione non visitabile. I musei più importanti sono
situati nei pressi della Cattedrale ma sono chiusi di lunedì. Poco
distante Plaza de Armas, alberata e caratterizzata da
numerosissime bancarelle di rivenditori di foto d'epoca, poster,
libri usati e riviste del regime di Castro. Interessante l'interno
della Antica Farmacia Taquechelz in Calle Obispo. Verso le 11
abbiamo intrapreso la visita del Museo de la Revolucion*,
sicuramente interessante ma non straordinario. Era il palazzo
presidenziale del dittatore Batista. Sono conservati i cimeli
(divise, armi, attrezzature) degli eroi della rivoluzione, con foto,
pannelli e qualche statua di cera a grandezza naturale di Fidel
Castro e di Che Guevara. In altre sale sono rappresentati, mediante
foto e tabelle, le conquiste e i progressi del periodo post
rivoluzionario. Una sezione all'aperto conserva l'imbarcazione
Granma che servì ai rivoluzionari come mezzo da sbarco nel 1956,
assieme a resti di aerei e camion militari. Il bar all'interno del
museo, con un'aria condizionata da sballo, mette a disposizione un
fantastico mojito, poco alcoolico e a basso prezzo. Ritornati in
Obispo, abbiamo pranzato in uno dei pochissimi "fast food"
organizzati, "La Bien Paga" situato in Aguacate, 259. Si
mangia in piedi ma gli hamburger sofisticati che vengono proposti
sono indimenticabili, con un prezzo estremamente contenuto.
Le
distanze a L'Avana Veja sono molto limitate ma per una escursione in
altri quartieri ci siamo serviti dei Cocotaxi, specie di
Ape car in grado di trasportare due persone. Sono diffusissimi
ma il luogo di prenotazione più idoneo è Parque Central, nei
pressi del Campidoglio. Il prezzo varia in base alla durata del
tour. Abbiamo speso 20 CUC a veicolo per un giro di un paio d'ore
con varie tappe. Con queste motorette rudimentali ma molto
divertenti abbiamo raggiunto il quartiere Vedado, una zona
residenziale un tempo molto elegante ma ora in stato di evidente
degrado.
Una
prima tappa al Vedado è stata la visita delle sale dell'Hotel
Nacional* in stile liberty, luogo di soggiorno di storici
personaggi, attori, cantanti, uomini politici. Poi la famosa
gelateria Copelia, ove i cubani fanno la fila per avere un
gelato. Deludente. Percorrendo i vasti viali abbiamo adocchiato le
facciate di importanti ambasciate, di ministeri e di ospedali,
compresa l'università, fino alla Plaza de la Revolucion*,
dominata da una grande torre (109 mt.) e dal monumento di José Martì,
eroe cubano di fine '800. La piazza, molto estesa, viene utilizzata
per adunate militari, parate e feste ufficiali e pare possa ospitare
fino a un milione di persone. Un angolo da non perdere è il Parco
John Lennon con la raffigurazione in bronzo del cantante seduto
su una panchina. Altra attrazione è il cimitero monumentale,
Necropolis de Colon, con tombe di famiglia molto
caratteristiche.
Ritornati al Parque Central, poco distante abbiamo visitato il
rinomato bar Floridita*, abitualmente frequentato da
Hemingway. In un angolo si può fotografare una sua statua realista a
grandezza naturale. Abbiamo cenato abbondantemente in Obispo alla
Lluvia di Oro, spendendo 8 CUC a testa. Buona la cena ma di
livello inferiore l'orchestra.
Martedì
5: Il programma delle
giornata prevedeva il recupero dell'auto prenotata dall'Italia
presso l'Agenzia Rex. L'agenzia si trova presso l'Hotel
Hiberostar in Parque Central e avevamo richiesto un taxi
per raggiungere l'Hotel. Una vana attesa e diverse telefonate non
hanno risolto il problema per cui ci siamo incamminati a piedi, sui
marciapiedi sgangherati. Per fortuna non eravamo molto distanti.
Dopo una lunga attesa allo sportello della agenzia, al nostro turno
abbiamo scoperto che l'auto prenotata, di categoria D, quindi più
grande, non era disponibile, per cui ci avrebbero fornito un mezzo
di categoria C. Fatte le dovute rimostranze, abbiamo visionato
l'auto verificando che le valige entravano ben stipate nel baule.
Abbiamo naturalmente richiesto una copia del documento di noleggio
per poter avere il necessario rimborso (che puntualmente ci è stato
inviato dalla nostra agenzia italiana dopo il rientro). Tra le
numerose agenzie prenotabili dall'Italia, la Rex è l'unica che
fornisce l'assicurazione Kasco con un prezzo definito al momento
della prenotazione. Le altre agenzie non lo forniscono per cui
occorre contrattarlo in ufficio a Cuba e il prezzo può lievitare
notevolmente, vanificando l'apparente risparmio iniziale. Prima di
partire occorre verificare eventuali danni di carrozzeria (e
fotografarli) e lo stato della ruota di scorta.
La
viabilità a Cuba è terrificante per le condizioni delle strade e la
mancanza di segnaletica e di indicazioni. E' stato fondamentale aver
scaricato sullo smartphone una applicazione gratuita denominata
Osmand**. Operazione da effettuare in Italia prima della
partenza visto che Internet a Cuba non è praticabile. Permette di
attivare sul telefono un navigatore satellitare in lingua italiana.
Avevo preventivamente scaricato la mappa di Cuba che si è dimostrata
estremamente dettagliata, esauriente, completa di nomi di vie,
Hotel, distributori di carburante, officine ecc. Un alter ego di
Garmin o TomTom.
Con
l'aiuto prezioso di Osmand siamo usciti senza problemi da L'Avana
diretti verso Trinidad, raggiungendo l'ampia e dissestata autostrada
che attraversa Cuba longitudinalmente da est a ovest. Verso le 14.00
ci siamo fermati in un "autogrill" autostradale, al Km 56 Ocho Vias,
una gradevole casa di campagna con gatti e galline, e abbiamo
pranzato molto abbondantemente sotto un pergolato, spendendo 3 € a
testa. Restaurante Guanà - San Nicolas de Baris di Maribel (doctora).
La proprietaria, una dottoressa di un ipotetico reparto di
rianimazione di un ospedale nei pressi, si è dimostrata estremamente
ospitale. Strane storie da prendere così come sono. In realtà siamo
stati veramente bene. Da L’Avana a Cienfuegos sono 256 Km. Di qui si
esce dalla autostrada deviando verso Trinidad che è a sud, per altri
60 Km. Attenzione all'attraversamento dei granchi negli ultimi Km
prima di Trinidad, quando la strada costeggia il mare. Sono
numerosissimi, sconsiderati e facile preda dei Tinonas, gli
avvoltoi dal collo rosso, tipici abitanti di Cuba, oltre che
degli automobilisti.
Siamo
arrivati a Trinidad verso le 19 e grazie al navigatore, in questo
caso un po’ impreciso, abbiamo trovato la casa particular prenotata
che è risultata già occupata. I proprietari si sono giustificati
dicendo che erano vanuti alla stazione delle corriere a prenderci ma
non ci avevano trovato. Classica risposta ovviamente falsa. Fatto
sta che in un attimo ci hanno trovato una sistemazione poco
distante, presso la Casa Terry, in un ambiente altrettanto
confortevole e allo stesso prezzo: 25 CUC la matrimoniale e 5 CUC la
prima colazione. Abbiamo lasciato l’auto in strada sotto la custodia
di un ragazzino a 2 CUC per notte.
In
pochi minuti siamo arrivati nel piccolo ma graziosissimo centro
storico di Trinidad e ci siamo fermati nella tipica Casa della
Trova* per un aperitivo con orchestra. In tutte le cittadine
esiste la Casa della Trova, luogo di incontro per cubani, di relax e
di ascolto di musica dal vivo. I prezzi delle consumazioni sono
sempre favorevoli e l’ambiente è molto caratteristico.
Mercoledì
6: Sapevamo
dell'esistenza di una fantastica laguna di acqua dolce**, nei pressi
di Trinidad. Raccolte le opportune informazioni, servendoci
dell’auto, abbiamo percorso la litoranea in direzione ovest, verso
Cienfuegos e, a pochissimi Km dall’uscita della cittadina, abbiamo
trovato un cartello pubblicitario del locale El Cubano. Seguendo
l’indicazione, dopo alcuni Km di strada fortemente dissestata,
abbiamo parcheggiato. L’ingresso alla laguna costa 9 CUC a testa e
consente di raggiungere le cascate dopo 40 minuti di sentiero e di
trascorrere poi l’intera giornata sul posto. Luogo veramente
incantevole con la possibilità di fare il bagno nelle ampie vasche
naturali sotto la cascata. Siamo rimasti fino verso le 11,30 e poi
siamo rientrati visto che il luogo tende pian piano ad affollarsi.
Ci
siamo diretti verso la costa sud orientale seguendo le indicazioni
di Playa Ancon** che dista da Trinidad circa 15 Km. La costa
è ricca di belle insenature e, vista l’ora, abbiamo sostato in una
di queste, parcheggiando in una piazzola a 2 CUC. Molto bello il
mare e niente male la spiaggia dove sono dislocate alcune baracche
che consentono di trovare qualcosa da mangiare e da bere. Nel
pomeriggio abbiamo costeggiato tra Punta Maria Anguillar** e
La Boca. Questa mi sembra la zona più strategica per fare il bagno.
Per fare un ottimo snorkeling consiglio di seguire le indicazioni
verso Playa Ancon poi, all’incrocio, andare dritto fino a Grill
Caribe e qui girare a sinistra. Solo in questo modi si arriva sulla
litoranea (esiste infatti una strada parallela più interna che non
ha accessi al mare ma serve i villaggi turistici). La varie calette
prima di Punta Maria Anguillar consentono un ottimo bagno con la
possibilità di raggiungere dalla riva, con maschera e pinne,
formazioni madreporiche ricchissime di fauna ittica coloratissima.
La
parte restante del pomeriggio è stata dedicata alla visita di
Trinidad: la caratteristica piazza, circondata da edifici coloniali,
la chiesa, con interno poco significativo e le tipiche vie con bassi
edifici dai colori pastello. La cittadina ha una evidente impronta
turistica, con numerosi locali e ritrovi caratteristici. Uno di
questi è il famoso Canchanchara** che trae il nome da un
aperitivo (3 CUC) a base di aguardiente, miele e limone, veramente
squisito. Viene servito freschissimo in ciotole di terracotta.
Immancabile l’orchestra. Abbiamo festeggiato il compleanno di Elena
in un ristorante molto noto ed esclusivo, con terrazzo, La Ceiba**,
nei pressi del centro. Necessaria la prenotazione. Una cena
abbondante a base di pesce e aragosta è costata 16 euro a persona.
Giovedì
7: Abbiamo trascorso la mattinata di nuovo in spiaggia e verso
le 12 siamo ripartiti in direzione Camaguey, distante 186 Km.
Ci siamo sistemati verso le 16 in Casa Carolina (calle Lugareno 740)
spendendo 25 CUC a notte + 2 CUC per il parcheggio dell’auto. Il
navigatore Osmand permette di identificare anche gli Hotel e gli
alloggi per cui non è stato difficile trovare una sistemazione anche
senza prenotazione. Nel pomeriggio abbiamo visitato la cittadina che
presenta alcuni scorci molto caratteristici come Cinco Esquinas,
un incrocio di varie strade, Plaza San Juan de Dios**, forse
l'angolo più bello, circondata da case basse molto colorate,
Plaza del Carmen*. Una cittadina tranquilla, peraltro non
eccezionale. Abbiamo scelto di cenare in Casa Carolina, spendendo 12
CUC a testa. Una cena veramente ottima.
Venerdì
8: Ci siamo alzati presto
al mattino per affrontare uno spostamento rilevante. A metà
mattinata abbiamo sostato nei presso di in un vasto distributore di
benzina con annesse piccole baracche con funzione di ristorante.
Abbiamo pagato in pesos e, visto il cambio molto favorevole, abbiamo
speso 1 CUC a testa. Si è deciso di modificare il programma per
raggiungere direttamente Baracoa in giornata (da Trinidad a Baracoa
sono ben 732 Km.). La sosta pranzo è stata altrettanto economica.
Sempre in pesos, pizza e porchetta con birra in una baracchina nei
pressi di Palma Soriano ci è costata ben 4 CUC a testa. Un ambiente
frequentato da locali e da camionisti, particolarmente pittoresco.
Dal Palma Soriano la strada, sempre asfaltata, è piena di buche e
voragini per una trentina di Km. e questo ha notevolmente rallentato
la tabella di marcia. Guantanamo attualmente non è
visitabile. In passato, da un Hotel sulla collina era possibile uno
scorcio sul carcere americano ma attualmente la strada è sbarrata.
Da qui ci si inerpica sulle colline per molti Km. Conviene
assolutamente avere il pieno perché i rarissimi distributori non
forniscono carburante adatto alla macchina del noleggio.
Siamo
arrivati a Baracoa verso le 17.30 e ci siamo sistemati presso la
Casa Colonial Gustavo e Yalina, in Calle Flor Crombet, 125, molto
vicino al centro storico. Una sistemazione ottima per 25 CUC a
matrimoniale. Il centro di Baracoa** è molto piccolo e si
visita rapidamente. E’ un villaggio pochissimo frequentato dai
turisti per la sua posizione geografica all’estremo est per cui
appare incontaminato. Il paese è sul mare, circondato da una
vegetazione tropicale lussureggiante che non si trova in altri
luoghi a Cuba. Il mare purtroppo è poco fruibile, con fondale
roccioso e aspetto cupo per cui anche i locali si spostano di
qualche Km per trovare spiagge tropicali. Abbiamo sostato nella
immancabile Casa della Trova, sorseggiando una bibita e
ascoltando la musica locale. Abbiamo cenato nella casa particular,
sul terrazzo, a base di gamberoni e aragosta a 10 CUC per persona.
Sabato 9: Ci siamo
diretti a nord, percorrendo la Moa road, sterrata e molto
dissestata, per raggiungere, dopo una ventina di Km. la spiaggia più
rinomata della zona, Playa Maguana*, indicata da un enorme
cartello. La spiaggia ha una sabbia bianchissima con palme e l'acqua
è cristallina. Tra le palme una moltitudine di locali assiepati e
alcune baracche per rifocillarsi. Ai turisti vengono applicati
prezzi assurdi anche per un semplice caffè. Abbiamo fatto il bagno
incuriositi dalla abitudine di molti cubani di portarsi la bottiglia
di rum in acqua e di scolarsela in compagnia mentre sono a mollo.
In
tarda mattinata siamo ritornati verso Baracoa, sostando nei pressi
di una agglomerato di abitazioni ove era stata organizzata una
rudimentale sagra con gare a cavallo. Nulla di interessante. Giusto
per qualche foto. Abbiamo pranzato in una specie di latteria con
bibita e hot-dog e nel pomeriggio siamo saliti al Castillo de
Seboruco* che ospita un Hotel con un rinomato ristorante. Bella
la veduta del paese e delle colline intorno. Nella cattedrale, non
particolarmente significativa, è conservata la croce* portata
a Cuba da Cristoforo Colombo il 1 dicembre 1492. Molto complicato
capire gli orari di apertura della chiesa. Baracoa va visitata senza
una particolare meta apprezzandone gli angoli, le piccole gallerie
di quadri, le verande coloratissime. Siamo capitati per caso nel
Museo La Rusa* che raccoglie una miriade di abiti e oggetti di
questa eccentrica principessa di origine russa, fuggita dopo la
rivoluzione di ottobre e rifugiatasi a Cuba. Ci ha fatto da cicerone
del museo il cubano Renè, di 86 anni, custode del museo, grande
amico della principessa. Con precisione ci ha esibito i vari album
fotografici e raccontato la storia di ogni oggetto esposto. Poi è
riuscito a venderci per pochi CUC un suo piccolo dipinto.
Abbiamo cenato all'Hotel Habanera*, di aspetto liberty,
decadente ma molto suggestivo, situato sulla via principale. Ottimi
gli spaghetti con i gamberoni. Abbiamo speso 5 CUC a testa. Per un
problema di prenotazione, nella seconda notte abbiamo avuto a
disposizione una sola stanza, naturalmente con quattro letti. Ci è
costata 25 CUC per tutti e quattro.
Domenica
10: Dopo la colazione
all'Hotel Habanera (2,5 CUC a testa), siamo partiti verso nord,
sotto una pioggia torrenziale. Per circa 80 Km la strada è sterrata,
molto ripida, con buche profondissime e piena di fango. Per fortuna
non abbiamo avuto inconvenienti perchè nella foresta non sarebbe
stato semplice trovare aiuto. E' l'unica strada disponibile per
portasi sulla costa nord ma il tempo occorrente (circa 3 ore per
fare 80 Km) ci ha fatto riflettere sulla alternativa di ritornare a
Guantanamo utilizzando poi strade ben segnate e asfaltate. Nei
pressi di Moa si trovano interessanti fabbriche per la lavorazione
del nichel, in un ambiente all'insegna del massimo inquinamento.
Dopo Moa la strada è buona per molti Km, ma dopo Sagua de Tanamo di
nuovo un disastro. Per almeno 50 km la strada è asfaltata ma
costellata di vere e proprie voragini che costringono l'autista ad
una difficile gimkana. Appena decente l'ultimo tratto di circa 25
km. prima di Guardalavaca. Arrivati verso le 14.30 (in tutto
sono 180 Km.), abbiamo deciso di optare per l'Hotel Club Amigo
Atlantico**, una soluzione all inclusive con un costo
abbordabile intorno ai 82 CUC a camera. Si è dimostrata una scelta
ottima, per la bellezza della spiaggia, le piscine, i servizi e
l'animazione. Abbiamo pranzato in uno dei tanti ristoranti, con
pizza, hamburger, bibite e pina colada. Va da sé che il resto del
pomeriggio lo abbiamo trascorso tra piscina e spiaggia.
Lunedì
11: Nei pressi dell'Hotel
si trova uno sportello bancario (cadeca) che consente di effettuare
prelievi con la Master Card, non accettata alla reception. Molto
rilassante il bagno anche se non vi sono pesci tropicali. In
compenso abbiamo acquistato belle conchiglie. Nel primo pomeriggio
siamo ripartiti in direzione Ciego D'Avila finalmente su una buona
strada. Si tratta di 371 Km per cui siamo arrivati alle 20 e ci
siamo sistemati in una casa particular trovata mediante il
navigatore. In realtà abbiamo utilizzato due case contigue al prezzo
di 20 CUC la matrimoniale. Villa Jabon Candado Chicho Valdez 51, con
garage e Tania y Tiziano, al n° 58. Abbiamo poi cenato nel
ristorante Don Avila. Un'ottima cena a 9,5 CUC a testa. Abbiamo
visto il centro storico di notte. Niente male.
Martedì
12: Siamo partiti verso
le 7.30, dopo colazione (3 CUC) e abbiamo raggiunto Santa Clara**
dopo 160 Km di strada discreta. E' utile ricordare che esistono vari
tipi di benzina con prezzi diversi. La Speciale (da utilizzare)
costa 1.18 CUC, ma a volte anche 1.40. La Regolare costa 1.02 ma è
meglio evitarla.
La
prima tappa a Santa Clara è il Treno Blindado*, un piccolo
museo all'aperto con alcuni vagoni del treno che fu fatto deragliare
dai guerriglieri del Che, ponendo le condizioni per una vera e
propria svolta delle guerra. All'interno dei vagoni alcuni oggetti e
varie foto dell'avvenimento. Dall'altra parte della città si trova
il Mausoleo di Che Guevara**. E' una struttura molto
imponente che raccoglie oggetti, foto, cimeli, armi e naturalmente
la tomba del Che e di altri rivoluzionari. Una visita molto
suggestiva, da non perdere. Nel parcheggio ci siamo resi conto di
aver bucato una gomma e abbiamo avuto la sgradita sorpresa di
scoprire che la ruota di scorta era sgonfia e priva di valvola. Con
l'aiuto di un promoter turistico trovato per caso, siamo riusciti a
contattare telefonicamente l'agenzia Rex di Santa Clara e, senza
perdite di tempo, ci hanno sostituito sia la gomma che la ruota di
scorta a costo zero.
Siamo
poi ripartiti per Varadero** (210 km). La penisola è
costellata di Hotel e le case particular sono decisamente rare.
Abbiamo girato a lungo per trovare una soluzione e alla fine siamo
sbarcati nell'Hotel Club Amigo Tropical, un all inclusive a 130 CUC
per camera. Le spiagge di Varadero, come tipo di sabbia e colori
dell’acqua, sono veramente di alto livello. Le camere dell’Hotel
sono mal arredate e i vari buffet un po’ carenti ma tutto è stato
compensato da una notevole comodità e dalla splendida animazione
serale. E’ stato possibile far merenda con hamburger e bibite visto
che i numerosi bar si alternano durante la giornata. Poi spiaggia,
cena e partita a scacchi giganti.
Mercoledì
13: Presso la reception
abbiamo potuto cambiare gli euro e questo ci ha consentito di
scorazzare tra i numerosi negozietti al di fuori dell’Hotel per
acquistare ricordini vari. Elena e Fabio hanno fatto un giro in
Kajak e nel pomeriggio, tutti insieme, un’oretta in catamarano.
Ovviamente tutto compreso. La serata è stata allietata da un
bellissimo balletto acquatico nella piscina con artisti molto bravi.
Giovedì
14: Giornata di saluti.
Elena e Fabio ritornano in Italia. Dopo colazione e un ultimo bagno,
abbiamo lasciato l’Hotel e accompagnato i ragazzi all’aeroporto di
Varadero (circa 15 Km dal centro) per il volo previsto alle 14.05.
Nessuna difficoltà per il loro rientro. Verso le 12.40 siamo
ripartiti in direzione Cojimar** (130 km da Varadero) un
piccolo villaggio di pescatori reso famoso da Ernest Hemingway che
qui visse per alcuni anni scrivendo, tra l’altro, il famoso romanzo
Il vecchio e il mare. Inevitabile la sosta presso il ristorante
La Terrazza**, abitualmente frequentato dallo scrittore.
Nella sala con veranda una esposizione di foto durante le battute di
pesca al marlin e altre assieme a Fidel Castro e Che Guevara. In un
angolo lo scrittore viene rappresentato con una statua realista,
seduto al suo tavolo preferito. La tappa al ristorante ci ha
permesso di assaporare una grandiosa paella (9 CUC a testa). Il
paese è modesto, qualche negozietto, un parco con il monumento allo
scrittore e una piccola fortezza in ristrutturazione. Da non perdere
La Taverna*, l’altro storico bar frequentato dallo scrittore
per l’aperitivo. Ancora una volta foto e cimeli vari.
Da
Cojimar a San Francisco de Paula la distanza è breve ma il
navigatore è indispensabile per la totale mancanza di indicazioni.
Siamo entrati nella tenuta Finca Vijia** verso le 16 e,
pagando 5 CUC a testa, abbiamo potuto visitare la casa di
Hemingway e il grande parco. La villa, bianca, in stile
coloniale, si visita solo osservando le varie sale dalle finestre
del piano terra. Le stanze sono perfettamente arredate e ricche di
oggetti, cimeli, ricordi di viaggi, animali imbalsamati. Salendo su
una torretta si arriva all’ufficio dello scrittore con scrivania e
macchina da scrivere. Attenzione ai guardiani che si offrono di
farvi delle foto per poi richiedere una mancia. Molto bello anche il
vasto parco. Una breve passeggiata conduce all’hangar ove è
conservata la barca Pilar, utilizzata dallo scrittore per la pesca
d’altura. Nel complesso la visita si risolve in un’ora. Attenzione
che alle 17 la villa chiude. All’uscita, nel parcheggio, con 3 CUC,
conviene assaggiare il cocktail Vijia: limone, pinja e succo
di canna da zucchero tritata al momento. Verso le 17.30 ci siamo
diretti a Pinar del Rio che dista 190 km in gran parte di
autostrada. Abbiamo soggiornato da Rodrigo e Tania, in Calle Colon,
casa particular bella e accogliente, trovata con il navigatore. 25
CUC la camera e 2 CUC per l’auto, sistemata in un vicino cortile. Il
centro si raggiunge tranquillamente a piedi. Abbiamo cenato al
ristorante El Meson, spendendo 8 CUC a testa, ottimo e abbondante.
Venerdì
15:
Pinar del Rio* è una cittadina molto animata e vivace, con alcune attrazioni. Tra
queste la fabbrica di tabacco, ove vengono realizzato i
famosi sigari cubani. La visita costa 5 CUC e si risolve in poco più
di mezz’ora. Non si possono scattare foto agli operai,
prevalentemente donne, al lavoro. Una guida spiega le modalità di
produzione, dalla scelta delle foglie alla confezione del sigaro.
Da
Pinar del Rio a Vignales* sono circa 25 Km.di strada con
buche. Prima del villaggio, sulla sinistra, ci siamo fermati nel
parcheggio del ristorante Balcone della Valle. Dal mirador
del ristorante è possibile una splendida veduta della valle
sottostante con una visione d’insieme dei mogotes*, le
caratteristiche formazioni collinari che costituiscono la principale
attrattiva della zona. Create dalla lenta erosione, i mogotes sono
colline di calcare, coperte di vegetazione lussureggiante, alte dai
200 ai 400 metri dalla forma a cono che si elevano, isolate l’una
dall’altra, nella pianura coltivata a tabacco. Alcune ospitano delle
grotte, scavate dall'erosione sotterranea. Superato il villaggio di
Vignales, proseguendo per qualche km verso ovest, ci si imbatte in
un mogote con il famoso murales della preistoria. Si tratta
di un enorme murales che sembra più adatto ai bimbi che ad una
visita seria. Ci siamo limitati a qualche foto a distanza, evitando
i 5 CUC dell’ingresso.
Seguendo la strada che da Vinales procede in direzione nord est, si
raggiunge il mogotes de Robustiano con la grotta des los
Cimarrones*. Dalla grotta si accede ad un cunicolo di 200 mt che
attraversa la base del mogote e conduce ad un’altra grotta ove si
può assistere ad una esibizione di mangiatori di fuoco. Il cunicolo
è breve ma suggestivo, l’esibizione decisamente penosa. Vale la pena
perché nella cifra di 3 CUC è compresa la consumazione di un
magnifico cocktail denominato Ochun, la dea dell’amore, a base di
arancia, miele, rum e fetta di limone. Pochi km più avanti, a
destra, si può visitare la Cueva del Indio, una grotta
percorsa da un fiume navigabile. Abbiamo evitato il giro in barca,
limitandoci a qualche foto. Abbiamo continuato verso nord nella
Valle Ancon, un inutile percorso di 8 km, privo di interesse.
Sulla
via principale di Vinales si trova il noto ristorante Casa de Don
Tomas, un locale elegante ove abbiamo lasciato 11 CUC a testa
per una paella di qualità modesta. Nel pomeriggio abbiamo visitato
Vinales, un grazioso e colorato villaggio abbastanza turistico.
Siamo rientrati verso sera e abbiamo cenato ottimamente al
Ristorante El Galliardo, spendendo 10 CUC a testa.
Sabato
16: Pinar del Rio é una
cittadina poco turistica e pertanto permette di farsi un’idea del
modo di vivere dei cubani di provincia. La Cattedrale ha una
bella facciata ma l’interno è modesto. Il Museo di Storia,
che costituisce una discreta attrattiva, era chiuso per restauro.
Per la disperazione abbiamo visitato il Museo di scienze naturali
(1 CUC), carino ma molto scontato. Nei pressi della cattedrale si
visita la Casa di Gary, ove viene prodotto un particolare
tipo di rum. L’ingresso è gratuito. Una guida spiega la lavorazione
e poi è possibile una degustazione. Molte attività lavorative, dal
barbiere, al meccanico, al riparatore di cellulari, si svolgono sul
marciapiede e questa abitudine consente di cogliere tanti aspetti
della vita di tutti i giorni.
Nel
primo pomeriggio siamo partiti verso ovest, diretti alla spiaggia di
Cayo Jutias che dista 65 Km. Si attraversano le colline per
una strada molto tortuosa, piena di buche e senza distributori di
benzina. L’isola è collegata alla terraferma mediante un ponte. La
strada termina nei pressi di un grande bar con musica a tutto
volume. Essendo sabato, abbiamo trovato bar, spiaggia e mare
superaffollati di cubani. L’acqua è bianca e lattiginosa e il luogo
non ci ha certo sconvolto per la bellezza. Siamo rientrati verso
sera nella casa particular, ove ci attendeva una gigantesca aragosta
(11 CUC a testa con il bere).
Domenica
17: La costa est di
questa regione di Cuba sembra non rivestire alcun interesse
turistico. Alla ricerca di un mare veramente tropicale ci siamo
diretti verso sud per raggiungere Maria la Gorda**, luogo
favoloso stando alla descrizione dei locali. I 138 Km sono in buone
condizioni: strada asfaltata, brevi tratti con buche. Li abbiamo
percorsi in poco più di due ore. Occorre avere il pieno perché non
si trovano distributori. Si attraversano piantagioni di tabacco con
i caratteristici essicatoi. In estate i campi appaiono incolti
perché il tabacco viene raccolto in primavera. Negli ultimo 50 Km il
paesaggio diventa decisamente interessante perché la strada
attraversa il Parque Nacional Peninsula de Gunanahacabibes*,
un immenso bosco apparentemente incontaminato. L’ultimo tratto di
strada (15 Km) costeggia il mare con splendide insenature, sabbia
bianchissima e fantastici colori dell’acqua. Nonostante il giorno
festivo abbiamo incontrato pochissimi cubani, probabilmente per la
notevole distanza dai centri abitati.
La
strada termina con la sbarra di un residence, il Centro
Internacional de Buceo Maria la Gorda, con tanto di guardiano.
Superata la sbarra, abbiamo sistemato l’auto nel vasto parcheggio e
ci siamo rivolti alla reception con l’intenzione di usufruire dei
servizi per una giornata. Le soluzioni sono due: 5 CUC per persona
per utilizzare spiaggia, poltrona e doccia fino alle 18, con 2
bibite o 2 sandwich, oppure 10 CUC per pranzo a buffet e spiaggia.
Abbiamo scelto la seconda opzione. Il posto è veramente caraibico,
spiaggia bianchissima, palme piegate dal vento, formazioni coralline
con pesci tropicali vicino alla riva e intorno ai moli di attracco.
Il pranzo in realtà non è stato granché ma il posto vale veramente
la pena. Siamo rientrati a metà pomeriggio per poi cenare in camera
con panini. Dopo cena abbiamo raggiunto a piedi la Casa della
Musica ove era prevista una serata con alcuni cantanti locali.
Abbastanza noioso. Lungo la strada del rientro abbiamo sostato in
un’altra Casa della Musica, denominata La Sitera, in Calle
Gerardo Medina, frequentata solo da cubani in età. Abbiamo pagato
l’ingresso 3 pesos cubani, l’equivalente di 10 centesimi di euro,
usufruendo anche di una Tu Cola a 9 pesos, 30 centesimi di euro. Ci
siamo sistemati nella sala da ballo per assistere alla performance
di una orchestra con tanto di coppie cubane al ritmo della salsa. Lo
spettacolo termina alle 22,30 quando i vecchietti vanno a letto.
Lunedì
18: Dopo colazione siamo
ripartiti da Pinar del Rio per L’Avana, che dista 168 Km di buona
strada. Abbiamo scaricato le valige alla casa David y Electra, in
calle Aguacate n° 13 (prenotata dall’Italia) e restituito senza
problemi l’auto alla Rex. Nella mattinata abbiamo visitato la
Cattedrale* e il Palacio de Lombillo* nella piazza
stessa, con arredi d’epoca. Molto simpatico l’incontro con una
ragazzina in costume che si preparava al festeggiamento dei suoi 15
anni.
Abbiamo pranzato ancora una volta al La Bien Pagà e nel
pomeriggio abbiamo gironzolato per le strade del centro, sorseggiato
un mojito e ascoltando i ritmi cubani. Si è poi scatenato un diluvio
ma ci siamo riparati nei pressi del Campidoglio, sotto i portici. In
breve tempo si è rasserenato per cui ci siamo diretti a piedi verso
il Malecon**, il lungomare. Siamo stati premiati da un
indimenticabile tramonto sulla baia, frequentata da pescatori,
coppiette e turisti. Abbiamo cenato nella pizzeria Prado Y Neptuno,
rinomata ma abbastanza modesta. La pasta della pizza sembra fritta
(10 CUC).
Martedì
19: In mattinata abbiamo
passeggiato nel centro storico, completando la visita ai vari
palazzi. Discreto il Museo Colonial*, ben arredato e con
vetrate colorate e porte antiche. 2 cuc l’ingresso. Ancor meglio il
Palacio de los Capitanes Generales**, poco distante. Molte
sale sono arredate e altre sono allestite a museo con esposizione di
armi, arredi e oggetti d’epoca. In poche centinaia di metri da
Plaza de Armas* si raggiungono numerosi palazzi antichi, ora
musei di discreto interesse. Molto interessante il Museo de Obra
Pia** e il prospiciente Museo de Africas* con maschere,
oggetti e piccole ambientazioni che fanno riferimento alla
Santeria. Abbiamo pranzato con un buon panino e l'immancabile
orchestra. Altra piazza da non perdere, soprattutto per la notevole
animazione è Plaza Vieja**, restaurata di recente e
costeggiata da bei negozi (anche Benetton, con prezzi proibitivi).
Un bar rinomato propone una birra artigianale servita in vasi da 3
litri. Verso il molo, in Avendida del Puerto (San Pedro), si
raggiunge il Museo del Ron (ingresso 7 cuc) ma abbiamo
preferito evitare la lunga attesa della visita guidata.
Finalmente abbiamo trovato la Cattedrale di San Francisco*
aperta. E' ora adibita a museo (2 Cuc) ma ne vale la pena. Sulla
Mercaderes si può visitare la Fabbrica del cioccolato (lunga
fila per entrare). Abbiamo assaggiato il cioccolato freddo, una
specie di bibita molto dissetante. Sempre sulla Mercaderes, a pochi
metri da Plaza Vieja, finalmente abbiamo trovato il ristorante ove
viene proposto lo spettacolo del famoso Buenavista Social Club**,
tutte le sera alle 21,30. Il gruppo musicale storico è ancora
composto da alcuni orchestrali della sua prima fondazione, ora
naturalmente molto anziani. Abbiamo prenotato lo spettacolo abbinato
a 3 cocktail a 30 CUC a testa. Lo spettacolo con cena viene 50 CUC
ma francamente non conviene. Necessario definire i posti a sedere.
Abbiamo scelto il loggiato in prima fila che consente una visione
della sala dall'alto, ottimo per fotografare. Abbiamo cenato al
Caffè Europa in Calle Obispo con gamberetti e riso (8 CUC a testa).
Mercoledì
20: Abbiamo trascorso
parte della mattina nei parchi intorno al Campidoglio e in seguito,
con un bicitaxi (6 cuc andata e ritorno) siamo ritornati nel
quartiere Hamel per rivedere la via della Santeria al di fuori del
caos domenicale e per un aperitivo. Al ritorno abbiamo percorso
Calle San Rafael, un'area pedonale denominata Boulevar. Non abbiamo
trovato elementi di interesse.
Abbiamo
pranzato in Obispo con un panino caldo e frittata, acquistati da un
negozio "finestra" sulla strada. Pagando in pesos cubani, è costato
8 centesimi di euro. Poi in giro per negozi ed una visita all'Hotel
Ambos Mundos, ove Hemingway aveva soggiornato per 7 anni.
Abbiamo cenato in Calle Obispo (7 cuc a testa) e dopo cena abbiamo
assistito allo spettacolo del Buenavista, veramente splendido con
ottima musica e salsa cubana, rientrando a mezzanotte.
Giovedì
21: Pagato il conto della
casa particular (30 cuc per notte + 5 cuc a testa per prima
colazione) siamo stati accompagnati all'aeroporto mediante una
vecchia e scalcinata Lada prenotata dal proprietario della casa. Una
evidente fregatura perchè ci ha imposto lo stesso prezzo (90 cuc) di
un vero taxi con aria condizionata. Notare che l'incredibile fumo di
scarico di molte vecchie auto è dovuto all'impiego di benzina
addizionata a gasolio per poter risparmiare. Non abbiamo avuto alcun
problema nel rientro in Italia. Dopo uno scalo prolungato a
Francoforte, siamo arrivati alla Malpensa verso le 18.00. Un
semplice telefonata alla reception dell'Hotel Tre Leoni ed una
navetta ci ha portato direttamente alla nostra auto parcheggiata a
Somma Lombardo.
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