La valutazione di un audiovisivo
fotografico viene spesso effettuata in modo generico,
analizzando solo alcuni dei molteplici elementi che compongono
il lavoro. La griglia proposta può aiutarci ad esaminarlo in
profondità e a motivare razionalmente i nostri giudizi.
Le ultime battute musicali
scandiscono la rapida dissolvenza delle immagini. Un attimo di
buio, la parola FINE e poi qualcuno riaccende la luce. Un
lungo applauso sembra far riprendere fiato al povero animatore
e moderatore della serata. Una brevissima illusione. Ora tocca
a lui: 240 diapositive sono letteralmente volate sullo schermo
nel tempo record di 7 minuti e 32 secondi. Questa è la durata
dichiarata dall’autore che, spenti i proiettori, si avvicina
con finta disinvoltura, sorridendo a 360 gradi in attesa del
massacro.
Ora il moderatore si rianima e
scruta il pubblico con aria inquisitoria per sbottare poi
nella tradizionale domanda: “Chi vuole rompere il
ghiaccio?” E cerca nel frattempo con lo sguardo il buon
Raffaele che da sempre riesce a fargli da spalla, con un
commento preliminare preciso e circostanziato (come fa?). Ma
Raffaele non c’è. E’ a casa con l’influenza. Momento di
panico.
Il moderatore palleggia il
microfono, sperando in una mano alzata, ma vede solo teste
reclinate, contratte, disperatamente alla ricerca di un
nascondiglio tra le spalle di chi è seduto davanti. Beate
tartarughe che possono retrarre la testa nel carapace. Sembra
di ritornare sui banchi di scuola.
Ma il rituale deve procedere, e
così comincia l’interrogatorio. “Sentiamo, sentiamo da
...” Sbottano le prime impressioni: Un buon lavoro... Qualche
immagine di troppo... “E ora sentiamo da...”:
Belle inquadrature... Un buon uso del grandangolo... “E
cosa ci dice...”: Non ho capito il significato...
Il sonoro non è adatto... “Ed ora un parere femminile...”:
Commovente, ma troppo veloce... E’ il momento dei più navigati
diaporamisti: la drammaturgia!! l’omogeneità delle
componenti!! L’emozionalità!!
Quando sembra che il pubblico si
animi, arrivano i primi “Ormai è stato detto tutto”, “Sono
d’accordo con il parere degli altri”, cui seguono “Buoni gli
alberghi?” “Hai trovato bel tempo?”, fino alla fatidica
domanda “Che pellicola hai usato?” da parte di qualcuno seduto
in fondo, un po’ lontano dallo spirito del circolo. Un ultimo
applauso, la targhetta ricordo e la serata è conclusa. Ora
cominciano i commenti entusiastici o malvagi, in sordina, in
piccoli capannelli.
In effetti in 7 minuti e 32
secondi sono stati “bruciati” 4 mesi di impegno, scelta,
ragionamento, ricerca, liquidando il tutto con frasi generiche
e scontate. Certamente la velocità di scorrimento delle
immagini, sempre più incalzanti, non gioca a favore di un
commento ponderato. Richiede un occhio attento, allenato.
Altro sarebbe rivedere il lavoro almeno una seconda volta ma
una simile proposta è in grado di scatenare gli strali di una
parte del pubblico che, tutto sommato, è uscito di casa per
una serata piacevole.
Ed è da queste considerazioni
che nasce il tentativo di razionalizzare e mettere ordine tra
le molteplici idee e riflessioni che l’opera visionata ha
fatto affiorare in noi. Una specie di griglia di valutazione
quindi. Nulla di nuovo comunque, perchè molti altri, prima di
me, hanno affrontato questo argomento, accendendo vivaci
dibattiti.
Un primo quesito che mi pongo è
il seguente: è proprio necessario giudicare un audiovisivo?
Molto interessante al riguardo è un articolo della belga
Liliane Dorikens, che afferma: ”Perché non possiamo
limitare le nostre osservazioni ad esprimere il nostro
apprezzamento o negandolo, come facciamo con un dipinto o con
una scultura?” e di seguito “ … più vedo ed ascolto,
più sono persuasa che l’arte, ed in particolare il diaporama,
non dovrebbe essere giudicato e non è adatto alla
competizione”. (1)
Esistono TRE diversi contesti
all’interno dei quali viene presentato un audiovisivo
fotografico e per ognuno di questi occorre che il pubblico
moduli il proprio atteggiamento.
Nel CIRCOLO FOTOGRAFICO (o in un
SEMINARIO di audiovisivi) l’autore sa di proporre il suo
lavoro perché sia oggetto di discussione critica. Da una
analisi anche molto severa ma onesta possono infatti emergere
elementi di crescita e di miglioramento, sia per l’autore che
per gli associati del circolo. In questa fase il lavoro è
ancora manipolabile e taluni suggerimenti possono costituire
un valido arricchimento.
Una RASSEGNA DI AUDIOVISIVI
richiama un pubblico estremamente eterogeneo, per lo più
interessato agli argomenti “in cartellone” (viaggi, natura
ecc.) e scarsamente propenso ad entrare nel mondo dei
contenuti, dei messaggi o della tecnica. In questi ambienti
l’apprezzamento da parte degli spettatori è prevalentemente
frutto di una emozionalità percepita inconsciamente. “Ecco,
forse la PRIMA chiave di giudizio che possiamo applicare al
diaporama: il coinvolgimento soggettivo prodotto dallo
spettacolo” affermano Di Tullio e Fimiani in una profonda
lettera intitolata “La teoria del settimo punto” (2).
La RASSEGNA DI AUDIOVISIVI non è certo il luogo per dibattere
aspetti tecnici e tanto meno sollevare critiche che
risulterebbero umilianti per l’autore e fastidiose per il
pubblico.
Partecipare ad un CONCORSO PER
AUDIOVISIVI FOTOGRAFICI significa essere disponibili ad
accettare una valutazione da parte di una giuria, più o meno
qualificata, in una competizione i cui limiti sono
estremamente evidenti: il numero elevato dei lavori
presentati, l’inevitabile stanchezza che la visione prolungata
impone, i limiti di tempo imposti alle opere (non più di 12
minuti!), la necessità di utilizzare strumenti di giudizio
rapidi come il punteggio, attribuito via via alle varie
componenti, con una somma finale.
Ma i concorsi ci sono e, visto
che è simpatico partecipare, sono state proposte varie formule
di votazione: in 25esimi o in 15esimi (Francesco Nacci)
(3), 6 livelli da scarso a eccezionale (Photo-cine Club
delle PTT di Parigi) (4), una complessa suddivisione in
tabelle a punti con un bonus per la creatività (Bernard
Moreaux) (5), una classificazione A-B-C includendo plus e
minus, dove i B cadono nella categoria “ne riparleremo” (Ron
Davies) (6).
Sono purtroppo allergico alla
matematica e ho molto ammirato l’amico Riccardo Callioni che
ha calcolato lo “scarto quadratico medio” sui voti ricevuti
dopo l’ultimo Seminario DiAF di Garda (7). Confesso che, dopo
aver ricevuto le schede di giudizio, ho immediatamente
cestinato quelle che contenevano solo il voto (non ci
meravigliamo che nei seminari ci siano sempre meno interventi
verbali: basta dare un voto, possibilmente anonimo, e siamo
sicuri di aver contribuito).
In conclusione credo che i
luoghi più idonei per valutare serenamente un audiovisivo
fotografico siano il proprio CIRCOLO FOTOGRAFICO (o Circoli
“dedicati” a questa particolare attività, tipo il nostro) e i
SEMINARI PER AUDIOVISIVI. Credo nel valore della discussione,
della osservazione leale, del suggerimento costruttivo.
L’autore naturalmente deve essere informato e disponibile alla
analisi critica.
E’ proprio per questi ambienti
che ho elaborato una griglia di valutazione, rigorosamente
priva di voti o punteggi. Una traccia da seguire come
promemoria per articolare meglio la conversazione e per
ottenere un’analisi approfondita e motivata.
L’AUDIOVISIVO
FOTOGRAFICO
può
essere classificato come: |
SERIE
SONORIZZATA: |
un
tema unico finalizzato a descrivere e/o
trasmettere emozioni |
DIAPORAMA: |
una
tesi con un messaggio dell’autore |
Le due
espressioni artistiche dell’audiovisivo, pur diverse
(8-9), hanno pari dignità. |
|
|
PARAMETRI GENERALI DI VALUTAZIONE |
IMPATTO
|
percezione soggettiva e immediata, priva di specifiche
motivazioni ma strettamente “epidermica” |
EMOZIONALITA’ |
capacità dell’opera di suscitare emozioni, di indurre
riflessioni |
DRAMMATURGIA |
capacità di ogni componente dell’audiovisivo (immagini,
musica, dissolvenza, ritmo, etc.) di evocare le finalità
che l’autore si è posto nel realizzare il lavoro |
REGIA |
abilità dell’autore nell’assemblare tutte le componenti
per realizzare un’opera compiuta |
PARAMETRI SPECIFICI DI VALUTAZIONE |
IDEA |
originale? insolita? banale? scontata? Altro? |
TESI
e/o MESSAGGIO |
originale? esposto chiaramente? confuso? non percepibile?
altro? N.B.: Solo in caso di DIAPORAMA, perché la SERIE
SONORIZZATA non richiede comprensione ma impatto (9) |
TITOLO |
adeguato ai contenuti? generico? altro? |
FOTOGRAFIA |
di
elevata qualità? originale? finalizzata al messaggio?
descrive adeguatamente? trasmette emozioni? difetti
tecnici? inadeguata? ripetitiva? altro? |
COLONNA SONORA (ed eventuale parlato): |
adeguata al messaggio o al tema trattato? rafforza le
immagini? segue il ritmo delle sequenze? è generica?
appiattisce? non in sintonia con il tema trattato? altro? |
RITMO |
vivace? coinvolgente? mantiene l’attenzione? monotono?
altro? |
DISSOLVENZA |
creativa? originale? monotona? altro? |
EFFETTI SPECIALI |
finalizzati al tema? utili? fastidiosi? sgradevoli? altro? |
IN
CASO DI AUDIOVISIVO DIGITALE |
vivacità e realismo del colore? coerenza cromatica?
dominanti di colore? profondità dell’immagine? efficacia
del fotoritocco? altro? |