In un
precedente articolo dal titolo “Diario di un moderatore:
come valutare un audiovisivo fotografico” (http://www.giannirossi-fotoviaggi.com/Diaporama.htm:
Articoli tecnici sull’Audiovisivo Fotografico) avevo
distinto con molta chiarezza i tre contesti, le tre occasioni
di proiezione fotografica: il Circolo Fotografico (o il
Seminario), ambiente di discussione critica, il
Concorso, ambiente di competizione e la RASSEGNA DI
AUDIOVISIVI FOTOGRAFICI. Oggi è quest’ultima manifestazione ad
essere incriminata.
Da anni
Gruppi Fotografici, Associazioni Culturali, Amministrazioni
Comunali organizzano e propongono RASSEGNE FOTOGRAFICHE,
quattro, cinque serate in successione, sotto le stelle o in
una sala pomposa e gli autori di audiovisivi finalmente hanno
una grande occasione, possono uscire allo scoperto,
presentando al pubblico i propri lavori.
Un
pubblico, nota bene, molto eterogeneo, costituito in
piccola parte da fotoamatori evoluti e in gran parte
da generici appassionati di fotografia ma soprattutto di
viaggi.
“Viaggi sotto la luna”, “In
giro per il Mondo”, “Fotografie dei Cinque Continenti”. Il
tema ricorrente, quello che attrae, che riempie la sala è
naturalmente il viaggio. Guatemala, Birmania, Tanzania. C’è
chi deve partire, c’è chi è appena tornato, c’è chi vuole
volare di fantasia. Poco importa la bella fotografia, la cura
nel montaggio, l’impiego sapiente delle transizioni. Il
pubblico della “Rassegna” vuole vedere paesaggi, gente,
capire itinerari, avere indicazioni.
Di
fronte a queste precise richieste il DIAPORAMA soccombe. Va a
pallino l’idea: non interessa, il messaggio richiede uno
sforzo per cui diventa incomprensibile, l’opinione dell’autore
risulta fastidiosa, la creatività appare fuorviante.
Ho
partecipato come autore a numerose Rassegne di Audiovisivi
e sono sopravissuto perchè dispongo di alcune serie
sonorizzate di viaggio. Chi realizza lavori “di contenuto” è
destinato a sparire dalle locandine. Non viene più invitato
perchè la sua serata “non è di successo”.
Eppure
la RASSEGNA è importante, è organizzata dall’Assessorato, ci
sono gli sponsor, il pubblico è numeroso, offre una netta
visibilità, fa sentire famosi senza esserlo.
Le cose
si sono complicate di recente, con il digitale. Questa
tecnologia infatti consente una facile diffusione dei lavori
che possono essere proiettati in assenza o addirittura
all’insaputa dell’autore. Complici i concorsi per audiovisivi.
E’ inutile fingere di non sapere che i DVD contenenti le opere
sono stati più e più volte duplicati e sono a disposizione di
molti Circoli.
Ed ecco la
novità: serate senza autore, senza presentazione, senza
commento alcuno. Serate “cinematografiche”. Il pubblico
si siede, guarda e poi se ne va. E’ evidente che, se vado al
cinema, non troverò Steven Spielberg in sala pronto a
spiegarmi i contenuti, ma è anche vero che gli autori di
audiovisivi non hanno finalità commerciali: cercano
semplicemente visibilità e il giusto riconoscimento per lavori
realizzati con tanto impegno.
Forse è
il momento di fermarsi un attimo per rivedere in modo
critico certi aspetti organizzativi che sembrano scontati.
Di seguito alcuni spunti di riflessione, utili magari per
aprire un dibattito: |
-
Quale ruolo dovrà rivestire il Gruppo Fotografico
organizzatore della Rassegna? |
-
C’è
uno spazio per il DIAPORAMA nelle Rassegne di Audiovisivi
Fotografici? |
-
Come
utilizzare per il meglio la tecnologia digitale nella
programmazione delle serate? |
-
Come
programmare una Rassegna nel rispetto del pubblico e
dell’autore? |
Occorre
un deciso salto di qualità. Non è più sufficiente esporre una
locandina e diramare inviti su carta patinata. E’ necessario
modificare radicalmente la organizzazione e la
conduzione della serata.
ORGANIZZAZIONE DELLA SERATA
Ben
vengano locandina e pieghevole ma si può trovare il modo di
inserire in quest’ultimo un breve curriculum dell’autore
(città e Circolo di provenienza, genere fotografico
prevalente, eventuali riconoscimenti etc.). Oltre al titolo,
un riferimento ai contenuti delle opere può stimolare nel
pubblico un maggiore interesse.
Nel caso
di audiovisivi di breve durata, è opportuno che vengano
previsti più lavori, ottenendo 30-40 minuti di proiezione
“netta”, per un complessivo di 1 ora, 1 ora e ¼ con
presentazioni e dibattito.
Proiettare all’insaputa dell’autore è una evidente
scorrettezza. Basta una telefonata, una e-mail per ricevere
l’autorizzazione, e proprio tramite la posta elettronica
l’autore può inviare il suo curriculum, il contenuto della
proiezione e i necessari dettagli per una migliore
comprensione dell’opera da parte del pubblico.
Se
l’autore dispone sia di audiovisivi a carattere geografico che
di diaporama “di contenuto”, l’inserimento in programma
di entrambi i generi renderà la serata più gradevole e
soddisferà un pubblico più ampio. In caso contrario, si potrà
studiare un abbinamento di due autori con generi fotografici
diversi.
Una
serata costituita esclusivamente da lavori “brevi e
concettuali” è difficilmente digeribile e a rischio di
insuccesso. E’ adatta ad una serata di Circolo. Eppure
l’inserimento di questi lavori “brevi e concettuali”
anche in una Rassegna è fondamentale: escluderli
significherebbe rinunciare ad un patrimonio culturale di
estrema importanza e contemporaneamente penalizzerebbe gli
autori che lavorano solo su questo genere. Il DIAPORAMA, se
proposto con intelligenza, può svolgere una azione formativa e
abituare il pubblico ad accettare proposte diverse dal mero
itinerario geografico.
CONDUZIONE DELLA SERATA
E’
necessario identificare un CONDUTTORE che avrà il compito di
presentare l’autore al pubblico, non limitandosi a nome e
cognome, ma esponendo (o leggendo) in breve la sua storia
fotografica.
La presentazione delle opere
potrà essere effettuata dall’autore stesso o dal conduttore,
direttamente, o mediante la lettura di un breve testo
descrittivo (fornito agli organizzatori in precedenza). Meglio
se la presentazione precede immediatamente la visione di ogni
lavoro: descrivere in una botta unica i cinque lavori che si
vedranno nella serata crea confusione e rende la comprensione
molto difficoltosa.
Compito
del conduttore è anche la gestione del dibattito al
termine della serata. Abbandonerei senza alcuna esitazione la
pretesa di interventi da parte del pubblico: creano imbarazzo.
Il pubblico non vuole essere coinvolto direttamente, cerca di
nascondersi dietro le poltroncine, non ha voglia di fare
domande. Sporadici e rari interventi sono ancora più
fallimentari, perchè spesso riguardano quesiti su argomenti
futili e di scarso interesse.
Molto
meglio una intervista da parte del conduttore
all’autore, con domande eventualmente preparate in precedenza,
ad esempio una per ogni opera presentata. In tal caso non
sarebbe male che il conduttore prendesse visione degli
audiovisivi già prima della serata, tramite un CD spedito
preliminarmente.
Il
pubblico si limiterà ad assistere al dibattito tra
conduttore ed autore, ricevendo gli opportuni chiarimenti.
Eventuali ulteriori domande alla fine, o personalmente
all’autore mentre smonta l’impianto.
Fortunatamente già vari Circoli Fotografici si stanno muovendo
in queste direzioni: gli organizzatori hanno capito la
necessità di una proposta adeguata e moderna e riescono a
realizzare serate piacevoli e stimolanti. Il pubblico si sente
coinvolto anche senza intervenire, dimostrando interesse e
apprezzamento.
Chi non
sceglierà in futuro di fare il “salto di qualità” e continuerà
ad organizzare “RASSEGNE” con i sistemi tradizionali,
temo si debba “RASSEGNARE” ad avere la sala sempre più
vuota.
Mirandola, 1/9/2008