Nel Notiziario DiAF n° 85 del 2020 (https://fiaf.net/diaf/notiziari-2019-2021/)
ho trattato il tema del COLORE con l’articolo “Comunicare attraverso il
colore”. Vi consiglio di leggerlo per comprendere meglio il tema dei
LUTs ((Look-Up Table ovvero Tavole di Consultazione Colore) che
approfondirò oggi dal punto di vista tecnico.
Molti autori di
audiovisivi cercano di mantenere, nelle fotografie che compongono la
loro opera, l’assoluta fedeltà dei colori. Altri invece hanno
accantonato questo concetto e utilizzano viraggi cromatici capaci di
sottolineare, enfatizzare, coinvolgere emotivamente lo spettatore. Le
tecnologie di post produzione e di montaggio ci consentono di
sperimentare nuove soluzioni sia di “Color Correction” (correzione del
colore) che di Color Grading (gradazione di colore). Queste ultime
tengono conto dei mood (contenuti emotivi) del tema trattato ed
esprimono la nostra creatività e il nostro stato d’animo nei confronti
del soggetto della nostra opera (per un approfondimento sulla differenza
tra la Color Correction e la Color Grading potete fare riferimento
all'articolo di Fabrizio Luzzo presente su questo stesso numero di
Timeline n.d.r.).
Il limite, per chi realizza
audiovisivi fotografici, è rappresentato dalla difficoltà di rendere il
color grading omogeneo tra tutte le foto. Dovendole ritoccare una ad
una, sono inevitabili errori e sbavature di cromaticità. Il motivo è che
le condizioni di illuminazione cambiano da una foto all’altra ed è
spesso difficile sapere come appariranno i colori, le luci e le ombre.
Il cinema ha risolto da anni questo
problema attraverso l’impiego dei LUTs, profili colore preimpostati, che
si sovrappongono alla pellicola come filtri, mantenendo una perfetta
omogeneità cromatica dell’intera sequenza o anche dell’intero film.
Un esempio è in questo brevissimo
video:
https://www.youtube.com/watch?time_continue=27&v=URu--D8nBpM&feature=emb_logo.
Il programma di montaggio m.objects, nelle versioni recenti, si è
allineato, inserendo i LUTs tra le sue opzioni.
Come procurarsi i
LUTs? Un sistema molto semplice, utile per fare qualche prova, è
copiarli da Photoshop che ne ha a disposizione una trentina. Si trovano
seguendo il percorso: C:\Program Files\Adobe\Adobe Photoshop CC 2021\Presets\3DLUTs.
Alcuni hanno l’estensione *.CUBE, altri *.look o ancora *.3DL. Con
copia/incolla li mettiamo in una cartella nuova che collochiamo nella
cartella Immagini dell’audiovisivo che stiamo realizzando. Facendo
semplici ricerche con Google troveremo molti LUTs, gratuiti o a
pagamento. Possiamo scaricarli e metterli nella stessa cartella.
Apriamo il nostro progetto,
individuiamo la sequenza di miniature su cui vogliamo applicare il LUT
e, con un movimento del mouse, le evidenziamo tutte, in modo che le
maniglie siano schiacciate, come nella Figura 1. In alternativa possiamo
farlo miniatura per miniatura, se abbiamo tempo da perdere.
Ora facciamo un doppio click sulla
base di una qualsiasi delle miniature “attivate” e appare una nuova
finestra (Fig. 2) dove, in alto a destra, appare evidente il pulsante
Color-Gradin LUT (freccia rossa), ovviamente per chi possiede una
versione recente di m.obj.
Un semplice click su questo pulsante
ci farà apparire il contenuto delle cartelle e, con un po’ di pazienta
cercheremo la cartella Immagini del nostro AV, all’interno della quale
avevamo inserito la cartella dei LUTs scaricati. Aprendo questa cartella
troveremo i LUTs in ordine alfabetico con denominazioni francamente
molto bizzarre. Partendo dal primo in alto (Candlelight.CUBE), potete
cliccare i LUTs uno alla volta e vedrete che, nella finestra di
anteprima, la foto assumerà dominanti di colore sempre diverse.
Per prova, ho scelto FuturisticBleack.3DL
(freccia rossa) che conferisce alla foto un colore verdastro. Notate che
il cerchio rosso evidenzia la nuova denominazione applicata. Procedo con
Apri (cerchio blu), quindi OK (freccia blu).
Comparirà una nuova finestra (figura
4) nella quale viene chiesto se vogliamo estendere la modifica
prescelta, cioè il LUT, a tutte le miniature selezionate in precedenza,
cioè a tutte quelle che hanno le maniglie schiacciate.
Lasciamo la finestra così e
clicchiamo Applica a tutti. La finestra si chiude e tutte le miniature
selezionate assumeranno quella particolare tonalità che avete scelto. E’
il momento di far scorrere la sequenza per verificare che il nuovo Color
sia accettabile su tutte le immagini selezionate. Questa analisi è
necessaria perché è possibile che la nuova color non si adatti a tutte
le situazioni fotografate.
Se il risultato non ci soddisfa,
abbiamo varie possibilità.
-
ripetere la procedura e
sperimentare una nuova color tra quelle presenti nella cartella
-
annullare tutta la procedura
eliminando la color, per tornare ai colori originali. La figura 5
mette in evidenza, con una freccia blu il pulsante che ripristinerà
la situazione iniziale, denominato Don’t use LUT for Color Grading.
-
utilizzare LUTs diversi per
sequenze diverse del nostro AV.
-
In ogni caso la procedura va
ripetuta dall’inizio: selezionare con il mouse il gruppo di
miniature, doppio click sulla base, ecc.
E’ possibile anche che il risultato
ci soddisfi parzialmente: il nuovo color grading piace ma, su alcune
immagini, risulta troppo saturo. In questo caso, dopo aver applicato il
LUT, selezioniamo questo gruppo di immagini critiche e attiviamo, con il
solito doppio click, la finestra Modifica immagine
In questa finestra vedete che è stato
mantenuto il LUT impostato in precedenza (FuturisticBleack.3DL),
cerchiato in rosso, ma ho variato alcuni parametri nella finestra
Personalizza immagine aumentando la luminosità e diminuendo la
saturazione, come indicato dalle frecce. Dato l’OK, apparirà la finestra
già vista nella figura 4 e con il pulsante Applica a tutti renderemo
attiva questa nuova modifica su tutto il gruppo di foto selezionate.
Questo sistema permette di applicare
soluzioni di Color molto moderne ad un folto gruppo di foto con pochi
click, mantenendo una discreta omogeneità cromatica. Oltre a questo
ricordiamo che le modifiche non sono distruttive ma del tutto
reversibili, cioè la foto originale non viene minimamente alterata.
Teniamo presente che non tutte le
situazioni fotografiche richiamano l’impiego di Color Grading. Sarebbe
impensabile utilizzarlo, ad esempio, su un audiovisivo di tipo
naturalistico. Va utilizzato con parsimonia e buon gusto.
Nell’augurarvi buon lavoro, vi
propongo il mio audiovisivo UN MONDO DI SCUSE, ove la scelta della color
si sposa bene con il contenuto dell’opera
https://youtu.be/OFU2rV9RwKw
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