Di recente ho avuto l’occasione di
vedere alcuni audiovisivi che sono diventati per me motivo di
riflessione. Sembra che stia apparendo all’orizzonte un nuovo modo di
realizzare opere che prendono spunto dalla fotografia concettuale tanto
che mi sono permesso di coniare il termine di Audiovisivo Concettuale.
L’arte concettuale, nata negli Stati Uniti all’inizio degli anni 60,
considera l’IDEA l’arma più potente nelle mani dell’artista, mentre
passano in secondo piano sia le capacità tecniche che il contenuto
estetico dell’opera. L’opera viene concepita nella mente dell’autore e
viene comunicata attraverso una costruzione scenica di sapore teatrale
che spesso si serve di oggetti poveri e di uso comune.
Negli anni 70 è fiorita la fotografia concettuale che ha avuto nel
modenese Franco Vaccari uno dei maggiori esponenti. La fotografia
diventa un allestimento, una performance, con contenuti semplici e
minimalisti, ma con una precisa scelta di elementi, accostati in modo
tale da stimolare la riflessione, rendendo l’idea e il concetto
facilmente percepibili. Su questa traccia si sono mosse le due autrici
che voglio proporre nel mio articolo.
RAFFAELLA FUSO (http://www.raffaellafuso.it/
), di Perugia, appartenente al circolo fotografico Officine Creative
Italiane, affronta, in modo molto originale, con L'IRONIA MI SALVERÀ (https://youtu.be/5QhNXU_BZx8),
il tema dell’isolamento determinato dal lockdown di primavera. Un’idea
di per sé molto semplice, sviluppata da centinaia di autori, spesso con
tanta retorica melensa, in centinaia di video clip che hanno
attraversato i nostri cellulari in quel periodo. Ma l’IDEA per Raffaella
è anche esprimere i sentimenti contrastanti che in quel periodo l’hanno
attanagliata. Da una parte una amara sensazione claustrofobica,
dall’altra il desiderio di ritrovare e di ricostruire, con ottimismo,
uno straccio di vita normale. Sentimenti provati da ognuno di noi e che
pertanto conferiscono all’opera un carattere di universalità.
Raffaella sceglie come palcoscenico uno stretto corridoio, delimitato da
porte rigorosamente chiuse che, grazie all’ottica utilizzata, assume una
connotazione a cunicolo. Ecco il suo “carcere” per due mesi. In questi
spazi angusti diventa protagonista vivente della sua giornata, uscendo
al mattino dal sacco a pelo, dedicandosi alla toilette personale, alle
pulizie domestiche, allo smart working, pranzando e concedendosi momenti
di relax, fino all’incontro serale con un amico, rigorosamente on-line.
Le scene sono suddivise da una interessante escamotage di
sintonizzazione televisiva, fortemente drammaturgica.
Nella logica “teatrale”, per ogni scena utilizza un abbigliamento
adeguato e pochi oggetti di arredo. Nell’assoluto minimalismo di
quest’ambiente surreale, appare serena, senza segni di rifiuto o toni di
autocommiserazione, indifferente ai suoni provenienti dall’esterno
(voci, campane) e alla voce del Premier che, come il Grande Fratello,
ricorda i nostri doveri, con il sottofondo di Fratelli d’Italia. Ma
l’incontro con l’amico, una nuova presenza estranea, seppure on-line,
sembra turbare questo ritmo e spezzare questa accondiscendenza. Ed ecco
che arrivano le note lontane di O Bella Ciao, note di speranza in un
ipotetico e possibile Partigiano che porterà via la sua Bella per
restituirle la Libertà. Il volto corrucciato dell’ultima immagine sembra
raccogliere in sé le tensioni di una intera Nazione.
SELINA BRESSAN, di Gorizia (http://www.selinabressan.com/)
è stata ospite del Fotoclub Colibrì AV-BFI di Modena per una serata dal
titolo “Quattro X Quattro”, un riferimento ai quattro generi fotografici
da lei sviluppati nell'incontro on-line (architettura, still life,
fotografia di viaggio, ritratto) ma anche una metafora della
instancabilità di Selina, e della sua capacità di muoversi con destrezza
sui diversi terreni.
Alle sue prime esperienze in ambito audiovisivo, come appare evidente da
diverse imperfezioni tecniche di cui lei stessa è consapevole, propone
ESPRESSIONI MUSICALI (https://youtu.be/hzlv2aQXuPs),
in cui l’originalità dell’idea contrasta fortemente con la semplicità
della creazione scenica. Mossa più da una curiosità istintiva che da un
intento analitico, utilizza un palcoscenico fortemente minimalista,
costituito da una successione di personaggi sullo stesso sgabello,
affioranti da un fondale nero. Elemento imprescindibile è la colonna
sonora.
Dice Selina: ”… una sequenza musicale di 15 brani … frammenti di canzoni
di vario genere musicale, dalla musica lirica al pop, da canzoni per
bambini al rock. L'ho fatta ascoltare a 29 persone di età compresa tra i
6 ed i 56 anni di età. Il mio intento era quello di fotografare le loro
espressioni/reazioni mentre ascoltavano i brani …. Ecco! Io volevo
esattamente catturare queste sfumature sul viso degli ascoltatori,
consapevoli di essere da me fotografati.
Ma soprattutto ero
curiosa di confrontare le reazioni di quelle persone all'ascolto della
stessa canzone, perché qualcuno poteva conoscerla perfettamente, mentre
qualcun altro si sarebbe chiesto cosa cavolo era ciò che stava
ascoltando. Un padre ed un figlio, per esempio, reagiscono diversamente
all'ascolto di una canzone che non è della generazione dell'altro e
questo mi incuriosiva. Ma anche tra ragazzi della stessa età può
succedere, perché ognuno ha un proprio genere musicale preferito”.
Inevitabilmente emerge il ricordo delle immagini storiche di Elliot
Erwitt che fotografava le reazioni improvvise dei soggetti prescelti,
uomini o cani, stravolti dal suono inaspettato della trombetta con cui
amava passeggiare per le vie di Parigi e di New York.
Curiosità, ironia, comicità, certamente, ma, analizzate in profondità,
queste costruzioni mettono a nudo meccanismi cerebrali automatici e
involontari di tipo sinestesico, su cui le neuroscienze hanno puntato da
tempo i riflettori. Stimoli sensoriali, in questo caso il suono nelle
sue diverse declinazioni, modulato o improvviso, apre cortocircuiti
neurologici capaci di indurre movimenti mimici muscolari del volto e del
corpo mediati da una elaborazione corticale, frutto a sua volta di
sensibilità, cultura e, in questo caso, anche di età anagrafica.
E' ormai appurato che il suono riveste un'importanza enorme nella vita
dell'uomo. L'ambiente sonoro in cui viviamo può influenzarci in maniera
positiva o negativa, può procurarci pace e serenità oppure stress e
malattie. Straordinariamente il suono agisce anche sulla materia inerte:
ponendo sabbia o limatura di ferro su di una piastra metallica e
facendola vibrare con un archetto per violino, ci accorgiamo
istantaneamente che questa assume forme organizzate, come se fosse sotto
l'influenza di un campo magnetico. Più il suono è musicale più le figure
si dispongono in maniera armonica. La cimatica studia come tradurre il
suono in rappresentazioni visive, in genere attraverso lo spostamento
controllato di particelle su piatti o membrane vibranti.
Ecco un interessante ESPERIMENTO DI CIMATICA
https://youtu.be/QdH5D5gBr-c.
Come non ipotizzare che le vibrazioni sonore siano in grado di
riorganizzare, ritmare, sincronizzare il nostro corpo e, verosimilmente,
anche la nostra mente inducendo idee, riflessioni, sentimenti. Ne esce
che l’audiovisivo può essere considerato un’esperienza sinestesica, ove
stimoli sensoriali, uditivi e visivi, pur ben distinti, assumono un
valore sinergico, cioè si rafforzano a vicenda, traducendosi in
emozioni, attraverso la produzione di neuromediatori e l’attivazione di
neurorecettori.
Del resto Selina ha ammesso che la sua opera, presentata in un primo
momento come semplice portfolio di immagini, pur essendo stata
dettagliatamente spiegata al lettore, non è stata capita. Ha sentito
così il bisogno di creare un audiovisivo, mediante il quale la
comprensione è stata automatica.
L’Arte Concettuale si può esprimere attraverso due aree artistiche:
l’happening, con forte componente d'improvvisazione e la performance,
più vicina alla pianificazione registica e drammaturgica propria del
teatro. Mi sembra di poter collocare l’opera di Selina nella prima area
mentre l’audiovisivo di Raffaella rientra certamente nella logica della
performance.
In realtà altri autori hanno realizzato audiovisivi che mi permetterei
di definire Concettuali, utilizzando (o creando in post-produzione)
fotografie ricche di simbologie, di contrapposizioni finalizzate
all’espressione di una idea. Di Raffaella e di Selina mi ha colpito
soprattutto la semplicità scenografica, caratterizzata da una estrema
povertà di elementi capaci bensì di trasmettere una grande ricchezza di
contenuti.
Per gli appassionati di Cimatica
propongo questo breve ma straordinario video: CIMATICA, I SUONI
DIVENTANO IMMAGINI:
https://youtu.be/3iPiV06EnrU . Buona visione.
|