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ARTICOLI SULL'AUDIOVISIVO FOTOGRAFICO

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IL FORMATO VERTICALE NELL'AUDIOVISIVO - 2 parte

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Nel mio precedente articolo mi sono soffermato su alcune peculiarità estetiche che danno valore al formato verticale e, successivamente, ho proposto l'inserimento dei verticali nel nostro audiovisivo sottoforma di ICONA sovrapposta ad una immagine sfocata. Questo metodo, a mio parere, si sposa bene con un audiovisivo di carattere didattico o quantomeno descrittivo che riguardi ad esempio la natura oppure un viaggio. L'icona infatti ricorda la pagina di un libro, di un catalogo. Ha un sapore formale e difficilmente trasmette emozioni.

Vi sono altre modalità di inserimento dei verticali come l'affiancamento di due verticali, in grado di fornire soluzioni molto più creative. Anche in questo caso è fondamentale la scelta delle immagini che devono avere una evidente affinità tematica, contenuti simili e simile cromaticità.

Per riempire un fotogramma in 3:2 le due foto verticali dovranno essere ingrandite e collocate una a destra e una a sinistra. Questa operazione in m.objects viene fatta agevolmente trascinando sulla miniatura l'icona verde dello strumento Area. Con un doppio click apriamo la finestra Modifica Area dell'immagine. Mediante un trascinamento verso destra della doppia freccia arancione (indicata dalla freccia rossa) si otterrà l'ingrandimento, che risulterà evidente sullo Schermo virtuale. Le frecce arancioni disposte a croce, a sinistra, consentono di spostare la foto a destra o a sinistra.

Nel mio audiovisivo Tibet, dove il cielo e la terra si incontrano (scaricabile e visionabile in http://www.giannirossi-fotoviaggi.com/Diaporama.htm), al 4° minuto trovate una sequenza che rappresenta a destra un piccolo monaco in preghiera in una legnaia e una successione di altri monaci a sinistra.

L'effetto è ottenuto collocando il piccolo monaco come elemento fisso nella traccia superiore, ridimensionato e spostato a destra mediante lo strumento Area (icona verde).

Nelle tracce inferiori si alternano i monaci, pure ridimensionati e collocati a sinistra mediante Area. Come elemento di congiunzione tra i due verticali ho utilizzato la porta che mi ha permesso di evitare manipolazioni dei bordi dell'immagine.

Poco più avanti (5° minuto e oltre) ho invece sfruttato le parti buie di una immagine per far apparire una serie di verticali, con un risultato molto suggestivo, ancora una volta senza modificare i bordi del fotogramma.

Faccio notare che, nella miniatura superiore, la maniglia in basso a sinistra si allunga fino a coprire la miniatura situata sulla 2° traccia in modo da consentire la persistenza delle due immagini sullo stesso fotogramma.

Per avere la massima precisione nella suddivisione in due parti del fotogramma ci potremo servire delle griglie. Cliccando con il tasto destro del mouse sullo Schermo Virtuale, si apre una finestra con varie funzioni. Mostra griglia e area immagine si combina con Grid, facendo comparire linee di riferimento (orizzontali o verticali), che ci aiutano nella composizione della immagine (m.objects vers. 7.0). Le linee vengono create aprendo la finestra Grid e scegliendo verticale o orizzontale. Compaiono al centro ma possono essere poi trascinate con il mouse verso destra o verso sinistra oppure in alto o in basso. Per farle scomparire è sufficiente trascinarle fuori dallo schermo virtuale con il mouse.

Sfruttare le aree nere di una immagine per far apparire la immagine successiva è un metodo molto noto e utilizzato per anni anche in analogico. Permette di creare una dissolvenza con terza immagine sicuramente di grande effetto. Altri spunti in questo senso li potrete trovare proseguendo la visione del mio audiovisivo sul Tibet che risale al 1991, in piena era analogica e che ho trasferito da poco in digitale, mantenendo pari pari la suggestione delle dissolvenze create allora.


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