L’attuale stesura rappresenta
una revisione ed un aggiornamento di un analogo articolo da me scritto due
anni fa, di cui è stato necessario aggiornare numerosi
concetti. Questo per la straordinaria rapidità della
evoluzione tecnologica. Con un progresso a questo ritmo, è
legittimo il timore che il nostro acquisto possa apparire
superato in breve tempo, ma non possiamo invecchiare stando
alla finestra. Consiglio ugualmente di buttarsi nella mischia.
Nel complesso i prodotti più recenti che ho avuto modo di
visionare presentano caratteristiche sempre più soddisfacenti.
L'attuale stesura è frutto della collaborazione con l'amico
Romano Cicognani che ringrazio per i preziosi suggerimenti.
Un numero sempre maggiore di fotoamatori si sta orientando
verso la fotografia digitale. Tra i giovani il primo acquisto
di una macchina fotografica esclude a priori modelli di tipo
tradizionale a favore di fotocamere di nuova generazione, con
risoluzione sempre più elevata e costi decisamente contenuti.
Gli stessi rivenditori
caldeggiano tale soluzione per assecondare un mercato ormai
letteralmente invaso da tali prodotti. Il risultato è la
netta riduzione del mercato della pellicola a colori e la
quasi totale scomparsa della tradizionale diapositiva, ormai
trasformata in un articolo “di nicchia“ per fotoamatori
tradizionalisti. La foto digitale può essere
modificata o rielaborata mediante semplici programmi e questa
opportunità apre il campo ad nuovo hobby, quello del
FOTORITOCCO, che sta contagiando un numero sempre maggiore di
fotoamatori e che ricorda le lunghe notti trascorse in camera
oscura alle prese con il bianco e nero. Poi c’è la STAMPA,
realizzabile anche tra le mura domestiche con egregi
risultati, a danno peraltro del portafoglio, visti i costi
sempre più elevati dei consumabili.
Ma come far vedere le fotografie
delle vacanze agli amici nelle lunghe serate d’inverno? La
tecnologia ha pensato anche a questo, mettendo sul mercato
lettori DVD in grado di leggere anche il formato jpeg e quindi
offrendo la possibilità di vedere le proprie immagini alla
TV. Tutto questo a vantaggio dei fotoamatori “della
domenica” che notoriamente si accontentano dell’ala
dell’aereo e del bel tramonto rosso fuoco. Chi come me si è dedicato per
anni alla realizzazione di DIAPORAMA, proiettati con due o più
proiettori in circoli fotografici prestigiosi e con pubblico
particolarmente esigente e agguerrito, si è trovato di fronte
ad una serie infinita di dubbi e di problemi. Dubbi e problemi
che hanno diviso i fotoamatori “ evoluti “ in due
tipologie: i RINUNCIATARI e QUELLI CHE CI PROVANO.
I RINUNCIATARI si suddividono in
varie sottocategorie: quelli che vedono il digitale come il
fumo negli occhi, quelli che sottolineano lo scarso livello
qualitativo, quelli che pensano di non farcela ad imparare,
quelli che non hanno voglia di ricominciare da capo, quelli
che non vogliono rinunciare ad un impianto molto costoso
eccetera. Denominatore comune di tutti (o quasi) è criticare
pesantemente e senza appello la fotografia digitale e chi la
pratica. Io appartengo alla seconda
tipologia ovvero di QUELLI CHE CI PROVANO. Non posso dire di
essere arrivato ma sono convinto di aver raggiunto un livello
qualitativo di tutto rispetto che si avvicina moltissimo alla
qualità della diapositiva e che consente di creare diaporami
del tutto simili a quelli tradizionali. Il mio percorso è stato un
“fai da te”, perché non esistono manuali, le informazioni
sono molto scarse, i programmi da sperimentare sono costosi e
complicati e spesso di difficile comprensione. Sono state necessarie ore e ore
di applicazione, naturalmente di notte, per un paio di
annetti. E’ stato molto utile il confronto con i pochissimi
amici interessati, incontrati qua e là per l’Italia. Visto
col senno di poi, è tutto molto più semplice di quanto
sembri e chi comincia adesso si risparmia una bella fatica se
sa ascoltare i consigli giusti.
Gli ingredienti fondamentali per
realizzare e proiettare in pubblico un diaporama in digitale
sono: FOTOGRAFIA, SOFTWARE DI MONTAGGIO, COMPUTER, PORTATILE,
VIDEOPROIETTORE.
LA
FOTOGRAFIA
Occorre partire da una buona fotografia, sia che si tratti
di una foto digitale che di una diapositiva scansionata (in
tal caso è fondamentale uno scanner di elevata qualità,
specifico per pellicola e diapositive).
Se la foto è bella, non richiede un eccessivo ritocco
fotografico: elaborazioni esagerate portano a risultati
modesti. A questo proposito premetto che il mio obiettivo è
ottenere una immagine del tutto simile alla diapositiva di
origine: sono poco interessato a immagini “creative” o
“artistiche” (vedi articolo "RITORNIAMO
IN CAMERA OSCURA").
IL SOFTWARE
DI MONTAGGIO
·
Tra i numerosi programmi in commercio sono da scegliere
quelli che NON comprimono le immagini. Picture to Exe (PTE) (www.wnsoft.com), Pro Show Gold (www.photodex.com) sono economici mentre M.Objects
(www.mobjects.com)e
Wings
Platinum della Stumpfl (www.Avstumpfl.com)
sono più costosi. Tutti questi realizzano un formato .exe
mantenendo inalterata la qualità della foto. Il grosso limite
di PTE, uno dei più diffusi, è l’impossibilità di
elaborare una colonna sonora che dovrà pertanto essere
preparata a parte. Il suo pregio è la fluidità estrema delle
dissolvenze anche con un PC di vecchia generazione, dotato di
modesta scheda video. I primi due software segnalati sono in
grado di gestire solo due immagini per volta, simulando così
la dissolvenza tra due proiettori. M.Objects e Wings Platinum
sono in grado di gestire fotografie e tracce musicali
situate su un elevato numero di canali per cui consentono una
grande creatività facilitando il montaggio del diaporama.
Realizzano però file .exe che richiedono un sistema operativo
particolarmente sofisticato. Questo limita la riproducibilità
e la diffusione dei lavori realizzati.
·
Non sono adatti alla videoproiezione i numerosi programmi
nati per creare DVD (tipo Pinnacle, Sonic My DVD etc.) perché
stiamo creando un diaporama da proiettare in pubblico e non un
DVD da vedere in TV. I programmi che creano un file con estensione .mpeg2 tipo
Adobe Premiere o Magix Video DeLuxe, mantengono una discreta
qualità solo se usati ad alta risoluzione (spesso non
supportata dal PC). La qualità comunque è inferiore al primo
gruppo. Oltre a questo, il formato .mpeg2 non viene letto dai
PC che non dispongono dei giusti CODEC.
·
Chi dispone di Apple attualmente non può utilizzare i
software fin qui descritti. Può però montare il lavoro con
il programma “I Movie” che è in dotazione (o con Final
Cut, da acquistare), poi, con il comando “condividi” può
trasferire il lavoro su una videocamera dotata di ingresso
firewire DV in/out. La randerizzazione dura pochi minuti e il
trasferimento avviene in tempo reale. La riproduzione avverrà
non più con il portatile ma con la videocamera connessa al
videoproiettore attraverso l’ingresso S-video. La perdita di
qualità è minima (intorno al 5%) e ho potuto verificare di
persona che il risultato è eccellente.
IL COMPUTER PORTATILE
·
Il PC portatile deve avere una discreta potenza (superiore
a 2 GHz) ed una discreta RAM (nei modelli attuali 1 GHz è uno
standard). Molto importante è una scheda grafica con almeno
128 di RAM, meglio 256, per assicurare uno scorrimento
omogeneo nel caso di utilizzo di programmi di montaggio più
evoluti. Attenzione
ad alcune schede video che promettono una RAM di 512: solo 128
è destinata alla scheda video, per il resto trattasi di RAM
condivisa. Anche il modello del portatile ha importanza: dopo
varie sfortunate esperienze ho optato per il Pentium 4 ma
attualmente i Centrino Duo sono sufficientemente potenti e più
silenziosi. L'ultima novità è rappresentata dal
nuovissimo processore CORE
2 DUO, di Intel, presentato il 27 luglio 2006, che segna
la fine dello storico PENTIUM, che esce di produzione, ed
offre una potenza elaborativa formidabile ai notebook
destinati alla videoproiezione.
IL
VIDEOPROIETTORE
Fondamentale è la SCELTA DEL
VIDEOPROIETTORE il ché costituisce l’argomento di questo
articolo. A tale proposito c’è una grande confusione: i
rivenditori per lo più sono poco competenti o comunque non
riescono a capire il tipo di immagine che vogliamo proiettare
e le modalità del nostro tipo di proiezione. Le ditte
produttrici pubblicizzano i prodotti con una pletora di sigle,
acronimi, abbreviazioni, alimentando il caos. I costi di tali
prodotti sono alti per cui una scelta errata comporta aver
gettato cifre molto elevate. Alcune considerazioni sono
indispensabili.
I
COLORI
Il proiettore tradizionale
crea una luce bianca che attraversa la diapositiva,
proiettando sullo schermo i colori che formano l’immagine.
La nostra diapositiva avrà gli stessi colori su qualsiasi
proiettore. Quest’ultimo poi non dispone di sistemi per
modificarli. La gamma di colori è quindi unica, in rapporto
alla pellicola utilizzata. L’unica variazione consentita è
sulla luminosità: modificando la distanza di proiezione o
la potenza della lampada, es. da 250 a 150 watt questa
può aumentare o diminuire. Ne deriva che un grande pregio di
questo sistema di proiezione è la RIPRODUCIBILITA’ delle
immagini.
Il videoproiettore riceve
segnali digitali dal nostro PC e crea i colori elaborando e
miscelando tali segnali in base alla sua tecnologia e alla
taratura scelta dalla ditta produttrice. Ne risulta che i
colori della nostra immagine saranno diversi da un produttore
ad un altro. E’ un po’ come quando si deve acquistare un
televisore in un grande magazzino: ne vediamo esposti 100, uno
accanto all’altro, tutti regolati su Canale 5, ma non c’è
n’è uno che abbia i colori di quello di fianco. Oltre a
questo, il videoproiettore (come del resto la TV) dispone di un
MENU’ più o meno sofisticato con cui si può modificare la
gamma cromatica, aumentando o diminuendo la luminosità e il
contrasto ma soprattutto miscelando in modo vario i colori
fondamentali (RGB: red, green, blu).
Va
quindi a pallino il concetto di RIPRODUCIBILITA’ per cui,
quando vado a proiettare in altri circoli fotografici, mi
guardo bene dall’utilizzare il videoproiettore che gli amici
gentilmente mi mettono a disposizione, nel timore che sia di
scarsa qualità o mal tarato, ma preferisco portare il mio. Mediante il MENU’ è comunque
possibile effettuare una “taratura” del proprio
videoproiettore, magari proiettando sullo stesso schermo in
parallelo la DIA e la foto digitale, fino ad ottenere un
risultato ottimale. La mancanza di uno “standard”
costituisce senz’altro un punto molto debole della
videoproiezione. Ci vengono in aiuto fotocolorimetri per
effettuare la calibrazione del monitor del PC e, con un
particolare supporto, anche il videoproiettore. Viene creato
un profilo ICC con taratura Kodak Pantone incorporabile nel
proprio PC e richiamabile al bisogno. Ho avuto modo di
verificare di persona il ColorVision Spyder 2 PRO: il
risultato è veramente stupendo.
LE
DITTE PRODUTTRICI
La scelta del proiettore
tradizionale per il fotoamatore evoluto non ha storia:
ricade inevitabilmente sull’unico marchio che fa da leader. Chi dispone di mezzi economici più modesti ripiegherà su un
altro paio di marchi di buona qualità, anche se non
altrettanto prestigiosi. Cambia la musica per i videoproiettori:
un vero sciame di marchi ci ronza intorno. Acer, Epson,
Infocus, Nec, Plus, Sony, Panasonic, fino ai più prestigiosi
Barco, Runco e Christie. Per poi scoprire che alcuni prodotti
sono perfettamente identici pur appartenendo a ditte diverse e
pur essendo messi in vendita con una differenza di prezzo
elevata ! ! ! Grande avvilimento.
CARATTERISTICHE
TECNICHE DI UN VIDEOPROIETTORE DA UTILIZZARE PER DIAPORAMA
Ho
cercato di riassumere gli aspetti tecnici di particolare
rilevanza che caratterizzano il nostro modo di proiettare in
modo tale da fare chiarezza sui requisiti del videoproiettore.
·
LUMINOSITA’: si misura in ANSI Lumen.
Videoproiettori molto luminosi sono utili in ambienti
didattici (sale conferenza, aule universitarie) ove si opera a
luce ambiente. Le nostre proiezioni invece vengono realizzate
in ambienti del tutto oscurati per cui l’alta luminosità,
se lo schermo è relativamente vicino (5-6 mt.), non è
necessaria, anzi talvolta è dannosa: le luci riflesse dalle
pareti o dallo schermo peggiorano infatti la visione. In tal
caso si può sfruttare la funzione “eco-mode” che,
riducendo la luminosità di un quinto, migliora la visione,
permettendo oltretutto una maggiore durata della lampada. In
caso di proiezioni pubbliche, con schermo lontano, meglio
disporre di almeno 1800-2000 ANSI Lumen.
·
RAPPORTO DI CONTRASTO:
viene indicato nella scheda tecnica del videoproiettore con
valori del tipo 800:1, o 2000:1. Maggiore è il valore
indicato, maggiore è la capacità di visualizzare aree molto
scure accanto ad aree chiare per cui ne deriva una maggiore
gamma colorimetrica, una maggiore “profondità” dei neri
ed una migliore qualità dell’immagine. Nota 1°: non confondere tale
dato con la voce “contrasto” che fa parte del menù del
videoproiettore. Nota 2°: alcune ditte definiscono il
contrasto con differenti standard e questo può creare
confusione.
·
RISOLUZIONE: Una risoluzione minima
per avere una discreta resa è 1024x768 pixel. Al di sotto di
questi valori vi è una caduta qualitativa impressionante per
cui sconsiglio l’acquisto. Sono in commercio portatili e
videoproiettori con risoluzioni più elevate (1400x1050 per
formato 4:3 – 1280x1080 o 1920x1080 per formato 16:9) sicuramente in
grado di migliorare la nitidezza dell’immagine con prezzi
elevati ma sempre più abbordabili. Meglio orientarsi verso
questi modelli naturalmente in base al proprio portafoglio. Nota:
la risoluzione del videoproiettore deve essere NATIVA (leggere
bene la scheda tecnica) perché videoproiettori a bassa
risoluzione sono in grado di supportare risoluzioni più
elevate con un sistema di interpolazione ma questo comporta un
decadimento dell'immagine.
·
FORMATO:
Premetto
che i videoproiettori esistono nei formati 4:3 oppure 16:9,
mentre non esistono nel formato 3:2 corrispondente al 24x36
fotografico. I rivenditori, appena sentono parlare di Home
Theatre, tendono a proporre il formato 16:9 nativo perché la
maggior parte dei loro clienti sono interessati alla visione
di film in DVD, proiettati con un lettore DVD e non con un PC
portatile. D'altro canto il formato 4:3 è un formato
"televisivo" alquanto bruttino per chi è abituato
al 24x36. D'acchito
verrebbe da pensare che il formato dello schermo del
videoproiettore dovrebbe avere corrispondenza col formato
schermo del computer. In realtà i due schermi sono
indipendenti: nulla vieta di fare montaggi audiovisivi nei
formati 4:3 - 3:2 - 16:9 con uno schermo computer di qualsiasi
tipo e di vederli su videoproiettori in formato 4:3 o 16:9.
Per fortuna i programmi di montaggio o il videoproiettore
inseriscono in automatico un bordo nero sopra e sotto
l'immagine (nel caso si proiettino immagini 3:2 o 16:9 con un
proiettore 4:3) oppure ai lati (nel caso si proiettino
immagini 4:3 o 3:2 con un proiettore 16:9) completando così
il formato dello schermo e rispettando le proporzioni che
abbiamo voluto dare alle foto
(vedi articolo “La
dimensione immagine nell’audiovisivo digitale”).
·
DIAGONALE: è la distanza tra i due
angoli contrapposti dello schermo e si misura in pollici
analogamente alla TV. Normalmente i videoproiettori hanno una
diagonale da 200 a 500 pollici. Nella scheda tecnica di molti
videoproiettori è presente un grafico che rapporta la
diagonale con la distanza dallo schermo. Permette di calcolare
esattamente la posizione dell’apparecchio nel nostro
soggiorno. Per le proiezioni tra le mura domestiche può
essere meglio un 200 pollici mentre nelle proiezioni
pubbliche, con grandi schermi, è più utile un 500 pollici,
in grado di riempire lo schermo a distanza relativamente
ravvicinata: per riempire lo stesso schermo con un 200 pollici
occorrerebbe posizionare il proiettore più indietro, con una
inevitabile perdita di qualità.
·
LAMPADA: mentre la lampadina del
proiettore tradizionale è sostituibile con pochi euro, il
gruppo ottico dei videoproiettori è molto costoso (oltre 300
€) ma è molto importante per il risultato finale perché
condiziona l’incisività della immagine. La durata (ormai
oltre 2000 ore) viene dichiarata nella scheda tecnica e un
timer interno conta le ore residue. Nella impostazione
eco-mode la durata aumenta del 30%.
·
MENU’ INTERNO:
i videoproiettori presentano un menu di regolazione interna
che permette di variare luminosità, contrasto, di realizzare
il bilanciamento del bianco e di regolare la temperatura
colore, di tarare la profondità dei neri, di ottimizzare la
gamma tonale miscelando i tre colori fondamentali (RGB) in
rapporto al tipo di presentazione che dovremo effettuare.
Diverso infatti è presentare un diaporama rispetto a grafici
e tabelle. Questo menù è molto importante
e deve consentire significative variazioni fino ad ottenere
una taratura del nostro videoproiettore adatta alle
fotografie. Non tutti i videoproiettori hanno queste funzioni:
in alcuni modelli le regolazioni sono estremamente
semplificate (Es. chiaro, scuro, più chiaro, più scuro). Un
sistema per conoscere il menù (spesso ignoto anche ai
rivenditori) è l’utilizzo di internet. Occorre collegarsi
al sito della ditta produttrice e scegliere il prodotto che
interessa: spesso è allegato il manuale di istruzioni in
formato PDF.
Per
gli usi fotografici ha notevole importanza lo spazio colore
del videoproiettore; già da un po' sono disponibili
videoproiettori con spazio sRGB, corrispondente a quello delle
fotocamere digitali; ultimamente alcune case (come Canon)
hanno aggiunto lo spazio colore Adobe RGB, ancora più ricco
di tonalità cromatiche. Ovviamente queste prestazioni
aumentano il pregio del videoproiettore, che meglio si adatta
alla riproduzione di fotografie digitali. Attenzione: in
alcuni videoproiettori le variazioni della gamma cromatica
sono attive solo se è collegato un lettore DVD (video mode)
ma non se è collegato il nostro portatile.
·
POSIZIONE DEL VIDEOPROIETTORE:
deve essere posizionato in basso vicino allo schermo,
assecondando l’inclinazione della lampada verso l’alto.
Questa inclinazione risponde alle necessità dei
videoproiettori di essere utilizzati nei convegni davanti al
pubblico oppure di essere appesi al soffitto a “testa in giù”.
Tutti sono dotati della funzione KEYSTONE, che corregge
eventuali deformazioni della immagine sullo schermo dovute ad
un posizionamento non perfettamente in asse. L’inserimento
di questa funzione comporta una lieve caduta di qualità.
Esiste anche una funzione keystone “laterale” che permette
un posizionamento ai lati di una sala garantendo ugualmente
uno schermo rettangolare. Alcuni apparecchi sono dotati di un
gruppo ottico a scorrimento verticale, max
100% (verso l'alto e verso il basso) e orizzontale, max 50% (lateralmente) per un migliore
posizionamento.
·
SILENZIOSITA’: un eccessivo rumore
della ventola di raffreddamento comporta un certo disturbo
nell’ambiente di proiezione. Gli strumenti più sofisticati
scendono al di sotto della soglia dei 28 decibel.
·
DIMENSIONI: per il fotoamatore che
proietta presso altri ambienti fotografici, la trasportabilità
del videoproiettore è un parametro da prendere in
considerazione.
·
COLLEGAMENTI: Attenzione ai
collegamenti in dotazione. Oltre all’attacco RGB (VGA) è
bene verificare la presenza di un attacco S-VIDEO e di un
VIDEOCOMPOSITO. Alcuni apparecchi presentano anche
l’ingresso COMPONENT e, in proiettori di alto livello, si
trova l’ingresso DVI. Questo garantisce un trasferimento di
segnale di qualità molto elevata ma naturalmente anche il
nostro portatile deve possedere l’uscita DVI (DVI-out o
DVI-Port, in alcuni portatili di punta). La connessione HDTV
(non presente nella foto), costituisce una predisposizione del
videoproiettore a ricevere un segnale ad alta definizione.
Tale segnale dovrà uscire da una televisione ad alta
definizione (HDTV) e quindi non serve per visualizzare i
nostri lavori .exe provenienti dal PC o dal portatile.
·
ACCESSORI: Non manca mai il telecomando,
indispensabile per l’applicabilità al soffitto. Alcuni
videoproiettori permettono l’inserimento di una FLASH MEMORY
CARD, utile per proiettare piccole presentazioni di lavoro
senza collegamento con il PC. Non è di utilità per i nostri
audiovisivi.
TECNOLOGIE DEI VIDEOPROIETTORI
Le tecnologie attualmente impiegate nella videoproiezione
sono attualmente cinque:
LCD (Liquid Crystal
Display): è una
tecnologia molto diffusa per i prezzi contenuti e le buone
prestazioni. Fino a qualche anno fa erano penalizzati da un
basso rapporto di contrasto ma alcuni modelli più recenti,
dotati di contrasto fino a 10000:1 e predisposti per l’alta
definizione, risultano adatti all’home theatre e pertanto al
diaporama.
LCoS (Liquid Crystal on Silicon
Videoproiettore
a cristalli siliconici):
prodotto da Philips,
Hitachi,
Canon, rappresenta una
evoluzione del sistema LCD i cui punti di forza sono
rappresentati dalla riduzione dello spazio tra i pixel e
pertanto del fastidioso “effetto zanzariera” e dalla
capacità di supportare due “profili colore”, il
tradizionale sRGB e il più evoluto Adobe RGB (1998).
Quest’ultimo aspetto consente una gamma cromatica più ricca
nel caso che le nostra fotografie siano state salvate con il
profilo Adobe RGB (1998) incorporato. Il difetto è
rappresentato dal basso contrasto.
CRT
(Catode Ray Tube): l’ottica è costituita da tre
tubi catodici affiancati, di tre diversi colori (rosso, verde,
blu). Dotati di altissima risoluzione e contrasto,
costituiscono sicuramente la soluzione qualitativamente
migliore per la proiezione domestica permettendo di ottenere
colori morbidi, dettagli precisi e annullando l’effetto
“pixel” anche su schermi giganti. Adatti pertanto per sale
cinematografiche, sono penalizzati da dimensioni elevate che
li rendono poco trasportabili e da costi poco accessibili
anche se, di recente, i prezzi sono scesi. Necessitano di una
periodica manutenzione particolarmente costosa e, in caso di
spostamento, di una complessa ritaratura. Senz’altro
indicati per chi dispone di mezzi economici elevati e vuole
realizzare un impianto domestico fisso.
@@@@@@@@@@@@@@@@
Per anni ho visto le mie
diapositive sbiadire e ho sognato di renderle incorruttibili,
non perché sono belle, ma perché sono mie, perché
raccontano la storia della mia vita, dei miei viaggi, della
mia famiglia. Per anni ho sognato di realizzare audiovisivi
eterni, immediatamente condivisibili, non vincolati da un
impianto monumentale, da regalare agli amici come si regala un
bel libro. Ora questo sogno è realizzabile per chi ha voglia
di rimettersi in discussione e di entrare in una nuova camera
oscura, fatta di pixel e di megabyte. |